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di European Environmental Bureau
a cura di Comitato di Redazione
Il 12 ottobre 2023, l’Ufficio Ambientale Europeo (European Environmental Bureau – EEB), con il quale PFAS.land ha un rapporto di collaborazione già dal 2021, ha pubblicato un nuovo documento dal titolo: Toxic tide rising: time to tackle PFAS. National approaches to address PFAS in drinking water across Europe. L’autrice, Christine Hermann, si è avvalsa della collaborazione di numerosi referenti di vari paesi europei. Per l’Italia hanno anche collaborato Sara Valsecchi (CNR-IRSA) e Claudia Marcolungo (Università di Padova), le quali hanno curato la traduzione italiana che qui presentiamo.
Com’è noto, l’esposizione umana ai PFAS deriva da varie fonti, tra cui l’aria e la polvere, ma il cibo e l’acqua potabile sono le vie preferenziali. La Direttiva sull’Acqua Potabile del 2020 stabilisce le soglie per i PFAS che gli Stati membri dell’UE devono rispettare entro il 2026. Considerando solamente 4 tipi di PFAS analizzati (PFOA, PFNA, PFHxS and PFOS), che si accumulano nell’organismo, l’Italia è particolarmente esposta, come dimostrano i grafici contenuti nel rapporto.
A mano a mano che le conoscenze scientifiche si sono andate perfezionando, negli ultimi quindici anni le dosi ammissibili sono calate di alcuni ordini di grandezza, dimostrando che l’applicazione del principio di precauzione è sempre di fondamentale importanza. Troppo facile appellarsi alla scusa “non sapevamo”, che viene solitamente addotta dalle autorità preposte all’acqua potabile del vicentino.
Il rapporto evidenzia anche gli enormi costi della (parziale) decontaminazione dell’acqua potabile, attualmente in capo al pubblico servizio, cioè a tutti noi cittadini contaminati.
Comitato di Redazione PFAS.land
2 novembre 2023
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Marea tossica in aumento: è tempo di affrontare i PFAS
Approcci nazionali per affrontare il problema dei PFAS nell’acqua potabile in Europa
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