8 settembre 2023 | ONE HEALTH. INQUINANTI PER SEMPRE. RIPRENDE IL PERCORSO EDUCATIVO NELLE SCUOLE SECONDARIE DEL VENETO A.S. 2023/24

8 months ago 43

di Donata Albiero

Con una lucida introduzione in prima persona, in modo accorato, preciso e senza lasciare spazio ad equivoci, la Prof.ssa Donata Albiero presenta il sesto anno consecutivo di formazione da parte del Movimeno No Pfas nelle scuole del Veneto. Un vero e proprio atto di cittadinanza attiva a lungo termine che supplisce il silenzio delle istituzioni nelle oramai acclarate «zone di sacrificio ad alto reddito», il Veneto contemporaneo, ovvero sia nei ricchi territori dove si è scelto di sacrificare lavoro, salute, relazioni di prossimità, addirittura la prole, la loro fertilità e integrità, sul banco del profitto ad ogni costo e del finto benessere. Forse solo l’autonomia e la dignità dei docenti e della scuola, dove i giovani si “abbeverano” di sapienza o di indolenza, programmate, possono portare alla svolta necessaria per uscire dal vicolo cieco in cui queste valli si sono infilate.
Comitato di Redazione PFAS.land

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ONE HEALTH. INQUINANTI PER SEMPRE
ANNO SCOLASTICO 2023/24

di Donata Albiero

La nostra vita comincia a finire
il giorno che diventiamo silenziosi
sulle cose che contano
Martin Luher King

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“Forever chemicals”, sostanze chimiche eterne, sono chiamati i Pfas, un problema globale data la loro produzione e vendita in quasi tutto il mondo. Killer invisibili, nuocciono all’ambiente e possono comportare gravi conseguenze per la salute umana. Ma, come tutti i problemi, fino a che non toccano direttamente le singole persone, sono vissuti come estranei alla realtà di ogni giorno.

È inquietante. 

Mi interrogo. Interrogo gli attivisti del Movimento No Pfas che, da dieci anni, continuano a combattere la disinformazione e la rappresentazione rassicurante data dalle istituzioni alla popolazione sul disastro ambientale. La contaminazione in Veneto si propaga per duecento chilometri quadrati: una estensione tale da far sì che si possa parlare di uno dei maggiori casi di inquinamento da PFAS nel mondo.                                 

Ma non è come un terremoto, un’alluvione o un incendio. Guardi la placida campagna della pianura veneta, i casolari con gli animali domestici che razzolano nei cortili, le messi di mais sui campi, la quiete del meriggio e i campanili che segnano le piccole cittadine operose. Tutto è pace; i contadini continuano, come sempre, a curare i raccolti e a dare da mangiare alle bestie. Le cicale friniscono nel meriggio estivo. 

L’avvelenamento si diffonde, di giorno in giorno, invisibile e silenzioso anche al di fuori dell’area suddetta, arriva nei campi e nelle cittadine della pianura, cinte da alte mura, torri medievali e verdi fossati, scorrendo lungo il percorso della falda malata. Si dirama, la sostanza tossica, anche in superficie, tra distese di ortaggi e frutteti, attraversate dalle acque tossiche del Fratta e del canale Gorzone. E ancora, si propaga, con i carichi di frutta e verdura, attraverso la pianura, lungo le strade diritte, fiancheggiate da canali e filari di pioppi, fino alla laguna dove acque stagnanti accolgono con il loro abbraccio di mitili i reflui di lontane concerie. I frutti della mala coltura raggiungono colorati mercati rionali e mense ignare, supermercati e ferrovie.

Mi indispettisco per il “sonno” della popolazione, per siffatto continuo processo di rimozione. Tuttavia, guardando le aree coltivate e i rustici, capisco come sia facile immaginare che la grande sciagura non sia mai esistita, che la chimica non abbia oltrepassato i confini delle fabbriche, che i reflui tossici siano lontani dai campi che vengono irrigati ogni sera. Il disastro, ne prendo atto, non viene percepito come tale dalla maggioranza della popolazione. Il nostro insistere sul rischio cui sono esposte le persone dà spesso fastidio a chi ascolta.

La morte, intanto, costruisce, in silenzio, il suo nido dietro l’uscio di casa, quando meno te lo aspetti. La grande ingiustizia ti discrimina e ti sceglie attraverso il lavoro, lo stesso lavoro che tu difendi con le unghie e coi denti poiché senza di esso non si mangia e non si vive. Chi sarà la prossima vittima?

Lontano dalle campagne noi, gruppo operativo educativo Zero Pfas del Veneto, operiamo. Nella penombra delle aule scolastiche, gli studenti hanno ascoltato fino a pochi mesi fa il messaggio del Movimento. Quest’ultimo ha consegnato loro l’eco delle grandi manifestazioni davanti ai cancelli della Miteni, delle mamme che portano scritto sul petto il nome dei figli contaminati e i nanogrammi di PFAS nel sangue, delle arringhe degli avvocati nel tribunale di Vicenza, del pianto di funerali nascosti. Nessuna colpa hanno i figli ma pagano il prezzo dell’indifferenza di chi li ha preceduti. La lotta contro la chimica che invade i corpi parte da qui, dalle aule dove la conoscenza matura in consapevolezza e la coscienza si tramuta in azione.

La mia relazione di giugno 2023, al termine di un anno di lavoro con le scuole,  a cui rimando per chi volesse approfondire, è una traccia dell’impegno e confronto con le giovani generazioni, la testimonianza di una risposta attiva e di nuove proposte da parte degli studenti. 

La nostra presenza tra i giovani è il frammento di una lotta più generale che gli scienziati e gli uomini di buona volontà stanno intraprendendo contro un clima che cambia rapidamente, in un pianeta che invia segnali sempre più gravi del dissesto ambientale ormai incontrastabile e irreversibile.  È, infatti, evidente come i cambiamenti climatici e la contaminazione chimica siano due facce della stessa medaglia e come stiano interagendo in maniera sinergica diventando una minaccia esistenziale su scala globale. La risposta al senso del nostro lavoro ce la danno temporali tremendi con chicchi di grandine grossi come arance, incendi di intere regioni e alluvioni funeste con docili torrenti che improvvisamente si gonfiano trascinando nelle loro corsa uomini e armenti. La risposta ce la danno i ragazzi, con la loro partecipazione accorata  al progetto e le tante “buone pratiche” che nascono nei lavori di gruppo. 

Il pianeta sta male e le persone soffrono. La minaccia di carestie annunciate e già presenti altrove, pandemie e crisi economiche di un sistema folle, che privilegia il gioco della finanza e della guerra alla tutela della salute del pianeta e degli esseri viventi, rafforza il mio impegno ad andare avanti. Mi spinge a continuare il duro confronto contro una cultura liberista e violenta non in grado di dare soluzioni alle gravi problematiche da essa create. Mi dà la forza di continuare, assieme ad esperti e attivisti, un percorso per difendere la salute di tutti, e soprattutto dei giovani, esposti a un futuro molto duro.        

Trovo convincente, ancor oggi, una analisi di Gianluca Ligi, prof. dell’università Ca’ Foscari di Venezia, in “Antropologia dei disastri”, pubblicato nel 2014 (Casa editrice Laterza).    

Rifletto su quanto leggo e lo adatto al contesto in cui agisco.  L’invisibilità della contaminazione rende  spesso impossibile creare una percezione sensoriale della pericolosità di una situazione da parte di chi non vede, non subisce e non tocca con mano i pericoli. La percezione del rischio da parte della popolazione veneta non si basa su una esperienza corporea ma su altri fattori del vivere che la mitigano se non annullano del tutto: la probabilità che un evento accada, l’assuefazione stessa al rischio, la fiducia nei dati trasmessi dalle istituzioni e dai media, i benefici per il  singolo e la comunità derivanti dall’accettazione di determinati rischi sono alla base di uno scontro culturale che allarma le coscienze.

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L’attuale situazione non  può trovare alcuna via d’uscita se non nel cambio di paradigma culturale. Non c’è ombra di dubbio; ne parliamo da sei anni nelle scuole. È necessario contestare la falsa idea di progresso individuato nella crescita continua, misurata col PIL, dove scienza e sapere sono subordinate al mercato, dove non viene ancora percepito il nesso tra ambiente e lavoro, lavoro e profitto, e ancora tra ambiente, lavoro e salute, dove il salario è la prigione quotidiana dei sogni e della vita stessa.  

La comunicazione  e l’informazione sono due strumenti importanti per far conoscere e acquisire consapevolezza sui danni provocati dall’inquinamento da Pfas. La contaminazione cresce attorno a noi e penetra nei nostri corpi giorno dopo giorno. Il nemico chimico è impalpabile, non esiste se non nel portafoglio di chi lo diffonde o lo nasconde. Diventa prioritario circoscrivere il male, identificarlo, individuarne i percorsi, le storie che si intrecciano sulla sua malevola produzione, il suo commercio e le mille complicità che mirano a difendere interessi privati a scapito della salute e della vita di intere generazioni. 

Il nostro compito è ridurre il danno e aprire le coscienze. Trentadue sono le scuole secondarie in cui abbiamo dialogato con settemila studenti e mille adulti, a partire dal 2018. È un ‘tour’, un giro che ci accingiamo a ripetere nel nuovo anno scolastico, con i giovani, fornendo loro informazioni chiare e documentazioni scientifiche. 

Combattiamo la cultura dominante del “pensiero unico” che usa la distrazione quotidiana emanata dai media per nascondere la realtà di vergognosi interessi. E ci schieriamo apertamente contro un “mainstream mediatico” al servizio delle stesse aziende che producono e/o vendono i killer indistruttibili, quali sono ormai definite le sostanze pfas. Riflettiamo, come è giusto si debba fare in una scuola, sul concetto di autonomia intellettuale. Invitiamo i ragazzi a ritrovare con semplicità se stessi, i loro reali interessi vitali, primo fra tutti la lotta per la salute. Evidenziamo, con dati, ricerche scientifiche, fonti, atti processuali, deposizioni, testimonianze, le responsabilità delle aziende chimiche e la copertura istituzionale al loro operato. Pretendiamo interventi di prevenzione medica e sociale per evitare il danno di noi cittadini cui il medico non può prescrivere liberamente le analisi necessarie a individuare e a combattere il male. Ci ribelliamo alla imposizione di bere acqua contenente Pfas (parametri rientranti nei farlocchi limiti di legge) dai rubinetti di casa e  chiediamo trasparenza sugli alimenti che ci offre il mercato. 

C’è un processo penale in corso a Vicenza: giustizia sociale e ambientale la nostra richiesta, diritto alla vita e alla salute la pretesa. Ma non possiamo stare fermi in attesa del… verdetto.

È indispensabile uscire da una condizione minoritaria facendo rete tra le scuole per contribuire a contrapporre una cultura che risponda ai reali interessi degli studenti e della società. Bisogna attivare nuovi percorsi culturali. 

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Inseriamo, tra le cause del degrado ambientale generale che sta provocando i cambiamenti climatici, il ruolo della chimica e dei Pfas. Abbracciamo, in una visione olistica, l’approccio “One Health”. Diamo forza ad una percezione della vita in cui natura e società sono  integrate in un unico concetto di salute. Offriamo  strumenti e opportunità agli studenti di divenire i protagonisti del cambiamento, tutor di altri compagni, promotori di azioni individuali e collettive volte a interfacciarsi con la politica, in difesa del territorio in cui vivono e in un contesto più generale in difesa della giustizia sociale e ambientale; un richiamo, a trecentosessanta gradi, alla cittadinanza attiva. Coltiviamo il senso di responsabilità, anima e motore della cittadinanza attiva.   

Riteniamo di massima importanza il lavoro dei docenti. La scuola deve educare alla cittadinanza, non ci stanchiamo di ripeterlo, permettendo alle nuove generazioni di entrare in contatto con le grandi questioni del tempo, questioni che è assennatezza di ognuno affrontare perché “condividiamo tutti lo stesso Pianeta e non abbiamo qualche altro posto in cui andare” (Zygmunt Bauman).

Il nostro cammino educativo prosegue nell’anno scolastico 2023/2024, con varie proposte. Ci accompagnano le parole incoraggianti di un preside vicentino, tramite una e-mail istituzionale arrivatami in questa afosa estate: «Buongiorno dott.ssa Albiero. Ho letto con interesse la sua relazione. E faccio i complimenti a lei e a tutte le persone che si prodigano per far conoscere agli studenti delle nostre scuole il grave problema della contaminazione da Pfas di territori importanti della provincia. Nonostante le difficoltà che si incontrano quotidianamente, i tentativi di insabbiare tutto, l’omertà e l’indifferenza della politica locale, nazionale e internazionale su questo e tanti altri problemi che minano la salute del pianeta, noi continuiamo a credere nelle nuove generazioni. Buona estate e arrivederci al prossimo anno».

Siamo pronti. Non c’è più tempo”.

Nel rilanciare lo slogan a noi caro “Un mondo differente non può essere costruito da persone indifferenti” (Peter Marshall), nel condividere le linee di azione dei FFF (Fridays For Future) che ci invitano tutti a partecipare alla giornata mondiale di azione per il clima venerdì 15 settembre e alla giornata nazionale di azione il 6 ottobre, aspettiamo gli inviti degli istituti scolastici . 

Donata Albiero
Coordinatrice Gruppo Educativo/Culturale Zero Pfas

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Comitato di Redazione
8 SETTEMBRE 2023

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Foto Cover. Archivi CCC e Cuore No Pfas dell’artista Rosaria Boemi.

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