Anche Mediaset ha l’algoritmo speciale. PSB parla di Sanremo, Germania, Netflix e calcio

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Prima dei Mondiali di calcio sulla Rai, una conferenza stampa a Cologno era servita a tessere le lodi del sistema multimediale di Mediaset, scommettendo sulla tenuta commerciale di Publitalia e company anche nel miglior periodo di vendita del gruppo rivale. Ieri, in anticipo sulla settimana sanremese (Rai Pubblicità alla fine potrebbe raccogliere 50 milioni grazie alla kermesse canora), altro evento commercialmente topico di Viale Mazzini, c’è stato un altro appuntamento nella Sala Camana di Corso Europa.

Piersilvio Berlusconi

Oltre Infinity

Il tema chiave era Infinity, i successi del gruppo nel digitale, la possibilità – a tendere – di fondere sinergicamente le piattaforme italiana e spagnola (e magari un domani anche tedesca) e di questo hanno parlato Pierpaolo Cervi (direttore business digital), Federico Di Chio (direttore marketing strategico), Paola Colombo (General Manager Adtech & Business Development Publitalia ’80).  La piattaforma ‘digitale’ Infinity di Mediaset alla fine del 2022 ha superato il milione di utenti a pagamento e i 19 milioni totali di utenti registrati. Mediaset punta molto, in particolare su un algoritmo costruito internamente che permette una fortissima ‘tracciabilità’ in forma anonima degli utenti e delle loro preferenze. Con tra l’altro una geolocalizzazione che, per chi ha dato il consenso, arriva a una definizione fino a cinque metri. La scelta è stata quella di svilupparlo in proprio per non cedere agli Over the top il monopolio anche in quel settore e questo elemento viene visto come decisivo anche per l’espansione internazionale da offrire ai partner che vorranno aggregarsi a Mfe, l’holding del gruppo con sede in Olanda.

Lo sviluppo digitale è strettamente legato a quello dell’offerta pubblicitaria, con la concessionaria Publitalia che calcola di raggiungere oggi in Italia 14 milioni di televisioni connesse, circa l’80% del totale. “La crescita dei ricavi legata al sistema digitale per noi è esponenziale”, ha affermato Pier Silvio Berlusconi. In sede di question time, la presenza di Piersilvio Berlusconi, hanno prodotto un inevitabile allargamento del focus.  Che l’ad del gruppo ha tutto sommato gradito.

Amadeus (LaPresse)

Mediaset contro programma Sanremo? Non è proprio così ma…

Il tema che ha aggregato più domande dei giornalisti è stato proprio quello del Festival. Che stavolta Mediaset non voglia favorire il dominio incontrastato di Amadeus e così schieri alcuni dei sui programmi più forti è più di una sensazione. Ma per Berlusconi Junior è esagerato parlare di una vera e propria contrapposizione. “Non abbiamo alcuna intenzione di contro programmare Sanremo: guardate la cosa da nostro punto di vista, la verità è che stavolta non mettiamo in atto dopo tanti anni una strategia del disarmo assoluto” ha raccontato il ceo. Perché questo maggiore impegno? Tra crisi economica e pandemia c’era stato sempre un buon motivo per risparmiare risorse per una settimana e fare il salto e tornare ad essere concorrenziali in quella dopo. Quest’anno ci sono le condizioni e le risorse potenziali per avere un atteggiamento diverso. A incoraggiare Piersilvio sono stati i risultati ottenuti durante i Mondiali.

Così, anche dovendo affrontare la rassegna sanremese “abbiamo preso il coraggio a quattro mani e abbiamo stimato cosa sarebbe successo se, invece di una settimana venduta in promozione, con un forte sconto, avessimo lasciato sul mercato una settimana di programmazione con un listino normale ed è venuto fuori – ha spiegato Piersilvio – che i ricavi sarebbero stati molto migliori”.

Mediaset quindi non disarma per un motivo commerciale, ma la ragione ancora più importante, ha aggiunto il ceo del gruppo “è che io da editore ritengo sbagliatissimo togliere un’alternativa al pubblico. Sanremo è l’evento di spettacolo, musica e costume più importante che esista in Italia e pesa tantissimo per la Rai e quindi, viva Sanremo”. Ma questo non toglie che fornendo delle alternative al pubblico italiano e al mercato si faccia un servizio utile, “anche se Sanremo dovesse raggiungere 10 milioni di spettatori medi” o, piuttosto, raggiungere il 60% di ascolto. Le pretese, oltretutto, non sono clamorose. “Non ci aspettiamo chissà quale risultato. Così – ha ricordato Berlusconi Junor – rimangono in griglia ‘Il Grande Fratello’, ‘Le Iene’, i programmi d’informazione di Rete4, la signora De Filippi. Che ringrazio a nome di tutta Mediaset perché fa un atto di coraggio: va in onda mantenendo la sua collocazione abituale del sabato sera. Quanto faremo – ha ribadito PSB – non importa: l’importante è offrire un’alternativa ai clienti pubblicitari e al pubblico”. I contenitori del day time? Non ci sono obblighi di scuderia, ma in generale parleranno d’altro, “l’idea è quella di non avere il ruolo di voce minore funzionando da cassa di risonanza per un programma che non ne ha bisogno”.

Germania, le cose cambiano in meglio a ProSieben

Altro macro capitolo di domande e risposte per il ceo di Mediaset, quello sulla campagna tedesca del gruppo e il progetto internazionale nel suo complesso. A ProSieben, di cui MFE detiene quasi il 30%, c’è un nuovo amministratore delegato. Ed è stato chiesto a Piersilvio se avesse sentore ci fosse una minore ostilità nei confronti di quello che è da tempo il maggiore azionista della società e che però non è finora rappresentato in consiglio di amministrazione. “Penso che con Prosieben – ha risposto PSB – la prima strada da percorrere sia quella del dialogo e della collaborazione industriale con i manager, poi magari in futuro si potranno avere degli sbocchi anche maggiori a livello di azionariato, ma oggi non si può parlare di fusione, così come sarebbe assurdo parlare di Opa”.

Pier Silvio Berlusconi ha raccontato di aver incontrato il presidente del Supervisory board del gruppo tedesco, “che non ha ruoli gestionali, ma è l’organo di controllo che partecipa alla formazione del Cda e alle nomine dei manager più importanti, tra cui il Ceo. Si chiama Andreas Wiele, e rispetto al passato – ha continuato PSB – ho trovato di fronte a me una persona abituata a ragionare di business, che mi è sembrato conoscere il mondo dei media, con un atteggiamento di apertura, mentre in passato, mi spiace dirlo, c’era stata abbastanza chiusura e questo ci fa essere ottimisti sul fatto che ci possano essere importanti collaborazioni per sviluppare progetti insieme, ad esempio sull’area digitale di cui abbiamo parlato”.
Sull’espansione internazionale e tedesca (in particolare ) di Mfe, Berlusconi Junior ha rimarcato: “La preoccupazione più grande che io ho oggi è la strumentalizzazione politica che viene fatta rispetto al nostra partecipazione. Mfe fa capo a Fininvest, che è la holding di Silvio Berlusconi, con la sua storia politica. E questo viene strumentalizzato a livello geopolitico per ostacolare i nostri progetti. E’ terribile: perchè noi abbiamo il 30% e vogliamo fare l’interesse di tutti gli azionisti”.

Marco Giordani (foto Ansa)Marco Giordani (foto Ansa)

Marco Giordani, cfo Mediaset, ha ragguagliato sulle ultimissime novità, in vista del prossimo rinnovo di alcuni amministratori in Prosieben a maggio. “Escludiamo di presentare – ha detto Giordani – una lista ostile a quella che verrà presentata dal Supervisory board” anche perché “sono in corso interlocuzioni con il gruppo tedesco e alla fine penso che avremo nostri rappresentanti” negli organi della società.
Il via libera dell’Antitrust tedesco alla crescita fino al 30% del gruppo di Cologno, con la trasformazione in azioni dei derivati ora in mano a Mediaset, potrebbe non arrivare per l’inizio di maggio, quando si svolgerà l’assemblea di Prosieben. “Ma poco importa, in quanto appunto non intendiamo presentare candidati differenti da quelli del Supervisory board” ha concluso Giordani.

Netflix non spaventa, il calcio è troppo caro

Piersilvio ha risposto pure sulla possibilità di rinforzare l’offerta di calcio pay del gruppo, magari veicolandola su Infinity. “Stiamo già facendo la Champions League” ha osservato. Ma la possibilità che aktre partite di calcio pay possano approdare sulla piattaforma di Mediaset non sembra essere prevista, almeno non a breve. “La vedo veramente difficile, con i prezzi che si pagano oggi per i diritti tv” ha commentato il ceo. Ed ha aggiunto: “Non voglio guardare in casa degli altri, ma non mi risulta che esista un editore oggi, che offre il calcio a pagamento, che non sia in perdita pesante”. Questo “è un mondo veramente difficile; tra poco ci sarà una nuova asta per la Coppa dei Campioni e vedremo”, anche perché “sono tutti in pista, Rai, Mediaset, Amazon e Dazn, ma i prezzi oggi sono veramente una follia”.

Psb non teme per adesso la svolta adv dei giganti dello streaming. Il lancio pubblicitario italiano di Netflix? “E’ un concorrente in più, non lo sottovalutiamo, ma visti i numeri complessivi, quanti abbonati guardano un contenuto specifico, quanto tempo ci spendono, dovrebbe essere un fenomeno piuttosto piccolo. Non ci preoccupa allo stato attuale” ha risposto.

E sui trend del 2023 ha dichiarato: “La sfida per noi rimane tostissima, ma ci sono dei segnali di una tenuta maggiore della televisione gratuita commerciale rispetto a tutti i nuovi media. Si vive anche di moda, di tendenze: c’è stata l’esplosione dei social, ma poi misurando l’efficacia, quella della tv rimane senza paragone. Forse l’unica cosa che si può fare meglio è questo sistema di vendita, che parte dalla forza delle televisione e poi estende per un servizio maggiore ai clienti e agli utenti finali. Ma ricordiamoci comunque che su questo fronte abbiamo contro dei veri e propri mostri globali…”

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