Butti su tlc e reti in Italia: digital divide a macchia di leopardo, carenze sanate entro 2026

1 year ago 68

Il digital divide è diffuso “a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale, sia per quanto riguarda le piccole isole che per quanto riguarda specifiche aree equamente distribuite tra nord, centro e sud”. Ad affermarlo il sottosegretario alla Presidenza con delega all’Innovazione Alessio Butti in audizione alla Camera.

Butti spiega – ripreso da Adnkronos – che “tali carenze di copertura saranno sanate entro il termine del 2026 indicato dal precedente governo e, nelle aree orograficamente svantaggiate, si fa già da tempo ricorso ad impianti e frequenze in ambito Fwa”.

In programma nuova mappatura reti fisse

“Per quanto concerne l’attività di mappatura delle reti, Infratel ha già richiesto agli operatori la verifica degli impegni di copertura assunti per il 2022, e sono attualmente in corso. E’ peraltro programmato l’avvio di una nuova mappatura delle reti fisse proprio per avere un quadro aggiornato dei dati”.

“Poi bisognerà capire che cosa si intenda in alcuni documenti per civico non collegabile, che di per se è cosa parecchio astratta, e stiamo specificando meglio che si intenda per collaudo” precisa Butti soffermandosi sul fatto che “i tecnici del Dipartimento che guido sono in contatto costante con tutti gli enti locali per facilitare e velocizzare la realizzazione degli interventi da parte degli operatori aggiudicatari, ad esempio per quello che riguarda il rilascio dei permessi”.

“Per quanto concerne l’attività di mappatura delle reti, Infratel ha già richiesto agli operatori la verifica degli impegni di copertura assunti per il 2022, e sono attualmente in corso. E’ peraltro programmato l’avvio di una nuova mappatura delle reti fisse proprio per avere un quadro aggiornato dei dati”.

“Poi bisognerà capire che cosa si intenda in alcuni documenti per civico non collegabile, che di per se è cosa parecchio astratta, e stiamo specificando meglio che si intenda per collaudo” precisa Butti soffermandosi sul fatto che “i tecnici del Dipartimento che guido sono in contatto costante con tutti gli enti locali per facilitare e velocizzare la realizzazione degli interventi da parte degli operatori aggiudicatari, ad esempio per quello che riguarda il rilascio dei permessi”.

Carenza manodopera non spiega ritardi piano Bul

Le criticità nella posa delle reti in fibra per ampliare la connettività in Italia non si possono far risalire alla carenza di manodopera. Lo ha chiarito riferendosi al piano Bul (per la Banda ultralarga) il sottosegretario alla Presidenza con delega all’Innovazione Alessio Butti in audizione alla Camera.

In base ai dati forniti dalla Federazione Anie, ha spiegato, “la carenza di manodopera complessiva per lo sviluppo della Bul in italia è quantificabile in alcune migliaia di unità di personale, su un totale necessario di circa 20.000. Noi dunque ipotizziamo che la carenza di manodopera associabile ai soli piani Bul del pnrr sia circa del 10% delle risorse disponibili. Quello della manodopera carente è un problema certamente reale ed annoso, anche perché denunciato dalle aziende da almeno 2-3 anni. Eviterei, pertanto, di ricondurre i ritardi nelle realizzazioni del piano Bul a questa ragione. La carenza era ben nota anche al momento dei bandi”.

“In epoca di Covid, quando cioè era sufficiente un solo operaio contagiato per chiudere l’intero cantiere, si registrarono minori ritardi rispetto a quelli accumulati nell’ultimo anno. Stiamo affrontando – ha detto Butti – la questione in due modi: – anzitutto, inserendo in tutti i bandi pubblicati finora (e in quelli che verranno preparati a breve) incentivi che premiano gli operatori Telco che investono in risorse umane. Stiamo inoltre sostenendo la formazione per addestrare manodopera specializzata, in particolare per i progettisti di rete, giuntisti, collaudatori e addetti ad attività di posa di cavi in fibra ottica su infrastruttura aerea e sotterranea”.
Le scadenze “vanno rispettate perché le resistenze strenue al cambiamento digitale sono a volte pesanti. Paradossalmente, tali resistenze – ha detto Butti – si affievoliscono quando ci si trova davanti a date da rispettare, pena sanzioni e responsabilità che comportano valutazioni e conseguenze”.

“Non basta quindi fare ricorso alla ‘“moral suasion’, ma servono criteri più stingenti per onorare le scadenze. Faccio un esempio su tutti. L’Italia è stata capace di attuare la migrazione in tempi rapidi, su una popolazione di 60 milioni di abitanti, dalla TV analogica a quella digitale: sembrava una missione impossibile, e invece, con una timing certo e qualche obbligo si è verificato un miracolo di efficienza”.

“Quanto poi alla possibilità che i ritardi siano imputabili alle conseguenze della guerra in Ucraina ed all’aumento dei costi di energia, va specificato che l’ultimo bando vinto da Open Fiber, per il quale vi sono vistosi ritardi, risale allo scorso mese di maggio, in un contesto in cui la guerra era già in corso da mesi”.

Impegno del Governo è garantire Sovranità paese a tutela cittadini

“L’impegno del Governo è quello di garantire la Sovranità Digitale del nostro Paese, in accordo con le normative europee, tutelando cittadini e imprese”.

“La sovranità digitale è la prerogativa di non esporre una nazione ai rischi che il digitale, con le sue straordinarie opportunità, può comunque determinare. Quindi – ha spiegato- occorre salvaguardare l’integrità del Paese e la tutela e la protezione dei dati dei propri cittadini. Le politiche di settore in tutti i Paesi europei sono improntate a questo principio”.

“Alcuni di essi, come la Francia, hanno adottato misure così stringenti da imporre il controllo francese a tutte le società a cui sono affidati servizi di pubblica utilità o di interesse pubblico che prevedano il trattamento di dati strategici della nazione” ha osservato.

5G: su limiti emissioni opportuno quadro unico Ue

In tema di 5G le società di telecomunicazioni chiedono da tempo un innalzamento dei limiti elettromagnetici ai valori medi europei: con il limite di 6V/m (6 Volt/metro) quello dell’Italia è il valore più basso in Europa. Ricorda il sottosegretario Alessio Butti secondo il quale va posto quindi il problema “se l’Europa non debba avere una visione unitaria del problema, definendo un quadro di limiti unici per l’intero territorio della Ue”.

Nel sottolineare che “il problema concreto è come coniugare assieme esigenze di tutela della salute, evoluzione tecnologica e uniformità dei quadri di riferimento a livello europeo. Noi pensiamo – ha detto – che questo innalzamento potrebbe favorire lo sviluppo di servizi radiomobili con una densità inferiore di antenne sul territorio”. “Occorre però valutare con grande attenzione tutte le conseguenze” ha concluso Butti.

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