Caccia: spara a una donna, una battuta al Cinghiale in cimitero.

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Aquileia, Cimitero degli Eroi. Non è difficile comprendere che qui non sia proprio il caso di andare a caccia.

A Scandiano, nel Reggiano, un cacciatore non ha trovato di meglio che picchiare una donna e spararle ai piedi a scopo intimidatorio, perché redarguito per la caccia troppo vicina alle abitazioni.

I Carabinieri, giustamente insensibili, l’han denunciato alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia e gli han sequestrato le armi detenute.

A Patrica, in Ciociaria, la caccia al Cinghiale (Sus scrofa) si fa pure in cimitero, ma il sindaco Lucio Fiordalisio denuncia l’audace battuta alla Procura della Repubblica e ai Carabinieri.

Solo poche settimane fa, a Novello, vicino Cuneo, un veterinario è stato aggredito da alcuni cacciatori perché protestava per la battuta di caccia troppo vicina al centro abitato.

Ancora una volta, questi sono solo un paio dei tanti, troppi, casi analoghi che accadono durante la stagione venatoria in Italia.

A puro titolo d’esempio, una bimba può finir impallinata mentre gioca nel giardino di casa o un ciclista può esser colpito mentre pedala su strada.

Per legge, fra l’altro, è vietato (art. 21, comma 1°, lettere e, f, della legge n. 157/1992 e s.m.i.)

Cinghiali (Sus scrofa)

* l’esercizio venatorio nelle aie e nelle corti o altre pertinenze di fabbricati rurali; nelle zone comprese nel raggio di cento metri da immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro e a distanza inferiore a cinquanta metri da vie di comunicazione ferroviaria e da strade carrozzabili, eccettuate le strade poderali ed interpoderali;

* sparare da distanza inferiore a centocinquanta metri con uso di fucile da caccia con canna ad anima liscia, o da distanza corrispondente a meno di una volta e mezza la gittata massima in caso di uso di altre armi, in direzione di immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro; di vie di comunicazione ferroviaria e di strade carrozzabili, eccettuate quelle poderali ed interpoderali; di funivie, filovie ed altri impianti di trasporto a sospensione; di stabbi, stazzi, recinti ed altre aree delimitate destinate al ricovero ed all’alimentazione del bestiame nel periodo di utilizzazione agro-silvo-pastorale”.

Quartu S. Elena, Terra Mala, resti di Cinghiale (dic. 2021)

Essendo anche presente un contrasto giurisprudenziale in merito, le sanzioni per i trasgressori – sempre che vengano individuati e sanzionati – sono semplicemente ridicole, nell’ordine di poche centinaia di euro anche in caso di recidiva, ed è palese dimostrazione di quanto l’incolumità pubblica sia sacrificata agli squallidi interessi di una minoranza armata elettoralisticamente riverita e ossequiata.

Non c’è molto altro da aggiungere.

Tuttavia, qualcosa i sindaci possono fare in materia: se non sussistono distanze di sicurezza da strade e abitazioni, possono inibire l’esercizio venatorio con ordinanze contingibili e urgenti (art. 54, comma 4°, del decreto legislativo n. 267/2000 e s.m.i.), come fatto in questi anni a Quartu S. Elena (CA),  a Calasetta, a S. Antioco (SU), recentemente a Graglia, in Piemonte, per tutelare l’incolumità di studenti e insegnanti di una scuola elementare.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

paesaggio agrario (foto Benthos)

da La Gazzetta di Parma, 21 novembre 2023

REGGIO EMILIA. Cacciatore aggredisce una donna colpendola più volte con il calcio del fucile e poi le spara sui piedi: denunciato a Scandiano.

Lesioni personali, e violazione di norme connesse con l’utilizzo improprio delle armi da fuoco le accuse mosse a un 60enne dai carabinieri della Tenenza di Scandiano che gli sequestrano i fucili.

Redarguito poiché troppo vicino all’abitazione un cacciatore ha reagito aggredendo la donna, una 55enne reggiana, colpendola più volte con il calcio del proprio fucile, sparando un colpo intimidatorio all’indirizzo dei piedi della vittima, sottraendole il telefono cellulare con cui la stessa lo aveva fotografato.

Si tratta di un uomo di 60 anni che dopo l’evento delittuoso si dava alla fuga. Le tempestive indagini avviate prontamente dai carabinieri della Tenenza di Scandiano, anche grazie all’ausilio di un’attenta descrizione dell’aggressore fatta dalla vittima, ed alle testimonianze di alcuni cittadini che avevano assistito all’episodio delittuoso, permettevano ai carabinieri di risalire al presunto aggressore.

La donna dopo essersi recata in ospedale per le cure del caso, veniva giudicata guaribile dai sanitari in 7 giorni.  Per questi motivi con l’accusa di lesioni personali, violazione di norme connesse con l’utilizzo improprio delle armi da fuoco i Carabinieri della Tenenza di Scandiano  hanno denunciato alla Procura di Reggio Emilia, diretta dal Procuratore Calogero Gaetano Paci, il 60enne reggiano. Gli accertamenti relativi al procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguiranno per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale. I fatti risalgono al 16 novembre scorso, quando verso le ore 09:30, una pattuglia della Tenenza di Scandiano veniva inviata dalla Centrale operativa di Reggio Emilia in ausilio ad una pattuglia di Casalgrande già intervenuti sul posto a seguito di un’aggressione di un cacciatore nei confronti di una donna.

Quest’ultima era scesa nel campo antistante la sua abitazione, per redarguire un cacciatore che, a suo dire, stava cacciando troppo vicino alla sua abitazione. Da ciò ne scaturiva una violenta lite e nell’occorso il cacciatore colpiva più volte la donna con il calcio del proprio fucile e addirittura sparava un colpo intimidatorio che indirizzava verso i piedi della parte offesa. Successivamente, le sottraeva il telefono cellulare con cui era stato fotografato dalla donna. Al termine della gravissima condotta delittuosa il 60enne si dava alla fuga nei campi.

La donna veniva immediatamente soccorsa da alcuni vicini che contattavano i carabinieri, i quali giungevano sul posto e raccoglievano tutte le informazioni e le testimonianze sull’episodio. Dopo poco la vittima giungeva presso l’ospedale di Scandiano per le cure del caso, venendo giudicata guaribile dai sanitari in 7 giorni. Qui si recava presso gli Uffici della Tenenza di Scandiano per formalizzare la denuncia a seguito della quale, i militari scandianesi, avviavano tempestivamente indagini e grazie anche all’ausilio di un’attenta descrizione dell’aggressore, resa dalla vittima ai militari ed a valide e concordi testimonianze acquisite da alcuni vicini di casa della donna, i militari scandianesi, riuscivano a risalire ed identificare il presunto autore dell’aggressione. I carabinieri della Tenenza di Scandiano hanno quindi acquisito a carico dell’uomo elementi circa la sua presunta responsabilità in ordine ai reati contestati circostanza per cui il 60enne veniva denunciato alla Procura reggiana in relazione ai citati riferimenti normativi violati e contestualmente provvedevano a ritirare in via cautelare le armi detenute dall’uomo.

da Frosinone News, 20 novembre 2023

Caccia al cinghiale nel cimitero, l’animale morto caricato su un’auto. Il sindaco Fiordalisio denuncia.

Patrica – Lucio Fiordalisio ha inviato un esposto/denuncia alla Procura della Repubblica, ai Carabinieri della Stazione di Supino e non solo.

Patrica – Caccia al cinghiale all’interno del cimitero comunale. Il grave episodio è stato segnalato al sindaco Lucio Fiordalisio nella giornata di ieri. Il primo cittadino ha subito preso le distanze da quanto accaduto attivandosi con le autorità preposte. (Roberta Di Pucchio)

“Questa mattina ho inviato esposto/denuncia alla Procura della Repubblica, ai Carabinieri della Stazione di Supino, per conoscenza al Presidente della Provincia e all’ATC FR2 per il gravissimo accadimento segnalatomi nella giornata di ieri relativo allo svolgimento di attività venatoria di caccia al cinghiale all’interno del cimitero. – Scrive Fiordalisio – L’animale veniva trascinato e introdotto all’interno di un’autovettura il tutto alla presenza di cittadini intenti nella preghiera e nella visita ai propri cari. Un gesto inqualificabile che avrà conseguenze anche per chi avrebbe dovuto vigilare sull’area cimiteriale”. Conclude il primo cittadino.

Un episodio assurdo che va ad aggiungersi ai tanti casi altrettanto paradossali che si sono registrati da quando si è aperta la stagione venatoria in provincia. Spari vicino le abitazioni, l’ultimo episodio in Valle di Comino nel fine settimana, – LEGGI QUI – residenti delle zone collinari terrorizzati all’idea di uscire di casa. Ed ora, come se non bastasse, i cacciatori arrivano a sparare anche dentro i cimiteri. Urge un freno a tutto questo. Bene l’atteggiamento assunto dal sindaco di Patrica, fatti così gravi non possono restare impuniti.

Merlo femmina (Turdus merula)

(foto Benthos, per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)

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