
Il primo settembre Beppe Grillo ha pubblicato sulle sue pagine social un post che riprende un articolo firmato da Marco Bella, ex deputato M5S e ricercatore in chimica organica.
Il titolo dell’articolo di Bella è:
California: il Fotovoltaico che funziona anche di notte
Onestamente ci è sembrato un pezzo che semplifica un po’ troppo i fatti. Vale la pena farne una breve disamina, sia mai che qualche dubbioso si faccia convincere troppo in fretta.
Le informazioni corrette
Partiamo col riportare quanto c’è di corretto nell’articolo del prof. Bella:
- Negli ultimi anni il fotovoltaico in California è esploso, e oggi copre circa un terzo della domanda giornaliera.
- Lo Stato ha installato decine di GWh di capacità di accumulo, assenti solo quattro anni fa.
- La complementarietà tra solare ed eolico funziona: spesso il vento soffia più forte proprio di notte.
Le forzature
L’articolo del prof. Bella comincia così:
Ad Agosto 2025, in California, la quarta economia del mondo, oltre 40 GWh di batterie su scala di rete permettono di usare l’energia solare prodotta di giorno anche durante buona parte della notte. Rispetto a soli quattro anni prima (Agosto 2021), quando le batterie erano assenti, l’energia elettrica prodotta da fotovoltaico si è raddoppiata. Il nucleare è sempre più marginale, e con l’avvento del fotovoltaico e batterie sta diventando sempre più inutile.
La scelta dalle parole usate è emblematica per comprendere il tono non divulgativo dell’articolo. Bella scrive “oltre 40 GWh”. Sembra tanto, ma in realtà la domanda giornaliera è di circa 600 GWh. Quindi quegli accumuli tanto strombazzati coprono al massimo un’ora o due di consumi, non “buona parte della notte”.
Il nucleare è sempre più marginale e inutile? Magari una frase del genere possono dirla in California, dove – in seguito a specifiche scelte politiche – ne stanno riducendo l’uso, ma definirlo inutile è pura e semplice ideologia, specie quando ci sono altri Paesi dove è proprio il nucleare a garantire elettricità stabile e a basse emissioni (ad esempio Francia e Svezia, per restare vicino a noi).
Dice il prof. Bella:
Il concetto di carico di base sta per andare in soffitta per sempre. Guardate il grafico.

Il problema è che il grafico a cui fa riferimento il prof. Bella mostra un giorno d’agosto con sole pieno e tanto accumulo disponibile. In quel contesto, il baseload tradizionale (nucleare o carbone sempre acceso) appare “inutile”. Messa così sembrerebbe quasi che basti un grafico estivo per decretare la fine del nucleare, ma basta un’ondata di maltempo o la stagione invernale e l’equilibrio salta: le batterie (40 GWh) non bastano per “coprire la notte”: come dicevamo in California sono circa un’ora e mezza di consumi, non otto ore. Quindi senza una quota stabile e programmabile – che sia nucleare, gas o idroelettrico di bacino – la rete non regge sempre. Quello che appunto non viene spiegato è che una rete elettrica non può basarsi solo su fonti variabili: serve sempre una quota stabile e gestibile che non dipenda da sole e vento.
Nell’articolo ci viene detto, a proposito del nucleare, che sarebbe:
…Una follia tecnologica anche solo pensare di reintrodurlo in Italia.
Ma la frase viene da un paragone con la California, uno Stato americano che non ha molto a che spartire con il nostro Paese. Bella crediamo sappia benissimo queste cose, ma non gli fa gioco spiegarle ai suoi lettori.
La California ha deserti vastissimi (Mojave, Sonora), con oltre 300 giorni di sole all’anno, dove è abbastanza semplice installare giganteschi campi fotovoltaici; l’Italia ha spazi molto più frammentati, la pianura padana in inverno è spesso sotto la nebbia e al Sud dove, per clima, il fotovoltaico darebbe la meglio, non è possibile replicare i numeri californiani a causa della conformazione del terreno. Inoltre la California ha 40 milioni di abitanti, e un clima da raffreddare (aria condizionata), quindi con consumi elettrici molto alti ma concentrati soprattutto d’estate. L’Italia ha circa 20 milioni di abitanti in più e consumi molto diversi, ad esempio consumiamo molto più riscaldamento invernale (oltre a un raffreddamento estivo in aumento), e questo cambia completamente i picchi di domanda. Infine la California ha enormi dighe e bacini che permettono di spostare acqua – e quindi energia – da giorno a notte, senza grandi sforzi. In Italia l’idroelettrico è sfruttato quasi al massimo, e non abbiamo margini di accumulo paragonabili.
Concludendo
Per riassumere la California ha più sole, più spazio, più bacini idroelettrici e un contesto di rete diverso. Dire che se funziona lì allora in Italia possiamo fare a meno di nucleare e fossili è fuorviante: le condizioni strutturali non sono minimamente paragonabili.
Tutte cose che siamo sicuri che sia il prof. Bella sia Beppe Grillo siano in grado di comprendere senza sforzi, ma che andrebbero spiegate a chi li segue ciecamente.
PS L’articolo che avete appena letto era stato scritto per BUTAC il 5 settembre 2025 e pensato per essere pubblicato nei giorni seguenti, ma il 6 settembre L’avvocato dell’Atomo ha scritto un post social decisamente più tecnico (e polemico, nel suo stile) che v’invitiamo a leggere se volete approfondire la tematica.
maicolengel at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.
BUTAC vi aspetta anche su Telegram con il canale con tutti gli aggiornamenti e il gruppo di discussione, segnalazione e quattro chiacchiere con la nostra community.
L'articolo California e fotovoltaico, paragoni e semplificazioni proviene da Butac - Bufale Un Tanto Al Chilo.

2 months ago
155


