
Il procedimento penale sui contestati abusi edilizi del cantiere sull’Isola di Tavolara (Olbia) presso il Tribunale di Tempio Pausania è giunto dov’era chiaro che giungesse, alla prescrizione.
La vicenda è davvero emblematica per capire come vanno le cose nel campo della giustizia in materia ambientale.
Nel caso del cantiere edilizio di Tavolara gli accertamenti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania erano stati rapidissimi dopo l’esposto del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) per verificare la legittimità dei lavori (26 agosto 2019): dopo i controlli dei Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Cagliari, poneva (6 settembre 2019) il cantiere sotto sequestro preventivo, convalidato (13 settembre 2019) dal G.I.P. presso il Tribunale di Olbia. Con decreto del 20 ottobre 2020 citava direttamente a giudizio titolari dell’immobile, progettista, esecutori all’udienza del 7 gennaio 2021.
Il GrIG si è costituito parte civile nel procedimento penale, rappresentato e difeso dall’Avv. Susanna Deiana, del Foro di Cagliari.
Dopo ben sei udienze di rinvio con un caleidoscopio di motivazioni, finalmente era stato aperto il dibattimento il 10 gennaio 2023, dopo solo due anni.
Poi ancora altre udienze (17 e 23 novembre 2023, 15 febbraio 2024, 2 e21 maggio 2024, 20 giugno 2024, 20 luglio 2024, 10 settembre 2024, 3 ottobre 2024) testimoni che non si presentano, eccezioni, confusioni sulle citazioni, legittimi impedimenti, impedimenti del giudice, assenza del sistema funzionante di videoregistrazione delle udienze, ma anche l’esame di alcuni testimoni.
E’ mancata la pioggia di rane, la caduta di un meteorite e lo sbarco degli alieni, per il resto è stato ampiamente presente il variegato e colorito armamentario della procedura penale che ha fatto giungere la ben nota prescrizione, pressoché mai sospesa durante il dibattimento.
Fra udienze di rinvio e udienze realmente utili, siamo giunti a diciotto.
All’udienza del 27 gennaio 2025 il giudice del Tribunale di Tempio Pausania Silvia Campesi ha dichiarato l’intervenuta prescrizione e ha restituito l’immobile contestato ai titolari.
Il Tribunale di Tempio Pausania nel 2015 era il secondo in Italia per l’incidenza più alta della prescrizione in sede dibattimentale dietro il Tribunale di Vallo di Lucania, nel I semestre 2016 era diventato il primo: quasi il 50% dei procedimenti penali (dati Ministero Giustizia, 2015-2016, pag. 12). Nel 2019 era ancora il primo, con il 51,1%, più di uno su due.
Statistiche più recenti non ne conosciamo, speriamo che siano migliori.
Eppure fatti e valutazioni giuridiche, a prescindere da quanto possano sostenere altre interpretazioni non disinteressate, non sono particolarmente nebulosi.
Infatti, il cantiere edilizio è rimasto finora sottoposto a sequestro preventivo (art. 321 cod. proc. pen.).
Perché? L’ha spiegato chiaramente la Corte di cassazione, ultima istanza in sede giurisdizionale nel nostro ordinamento.
La Suprema Corte, con sentenza Corte cass., Sez. III, 9 maggio 2023, n. 19423, ha riscontrato la non conformità a legge del “rilascio di un permesso di costruire in sanatoria condizionato all’esecuzione di specifici interventi finalizzati a ricondurre il manufatto abusivo nell’alveo di conformità agli strumenti urbanistici, in quanto detta subordinazione contrasta ontologicamente con la ratio della sanatoria, collegabile alla già avvenuta esecuzione delle opere e alla loro integrale rispondenza alla disciplina urbanistica (Corte di cassazione, Sezione III penale 15 ottobre 2020, n. 28666)”, anche nel territorio di una regione a statuto speciale come la Sardegna, la cui normativa (art. 16 della legge regionale Sardegna n. 23/1985 e s.m.i.) non può discostarsi dai principi nazionali della materia (art. 36 del D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.).
E’ ben noto che, “in materia urbanistica, le disposizioni introdotte da leggi regionali devono rispettare i principi generali stabiliti dalla legislazione nazionale, e conseguentemente devono essere interpretate in modo da non collidere con i detti principi (fra le altre: Corte di cassazione, Sezione feriale, 12 ottobre 2018, n. 46500; Corte di cassazione, Sezione III penale, 20 giugno 2017, n. 30657)”.
Nell’ordinamento non è contemplata la c.d. sanatoria condizionata, ma deve essere sempre riscontrabile “ai fini del rilascio della autorizzazione in sanatoria, che l’opera realizzata sia caratterizzata dalla cosiddetta ‘doppia conforme’, cioè alla conformità agli strumenti edilizi vigenti del manufatto edificato sia al momento della sua realizzazione sia al momento in cui la autorizzazione, postumamente richiesta, venga rilasciata (in tale senso, cfr.: Corte di cassazione, Sezione III penale, 12 novembre 2019, n. 45845)”.
E nel caso del cantiere edilizio di Tavolara la c.d. “doppia conforme” non c’è e non ci può essere, ha già affermato la Corte di cassazione.
Soprattutto quando l’edificio originario è stato demolito e ora è vigente una norma di conservazione integrale.
Non è nemmeno la prima volta che la Corte di cassazione si esprime sul provvedimento di sequestro preventivo del contestato cantiere edilizio a Tavolara, la Suprema Corte, con sentenza Cass. pen., Sez. III, 16 luglio 2020, n. 21181, aveva già respinto analoghi ricorsi aventi medesima finalità.
Sulla piccola isola gallurese di sono presenti una pluralità di misure di tutela: dal vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) al vincolo di conservazione integrale (art. 10 bis della legge regionale n. 45/1989 e s.m.i.), alla presenza del sito di importanza comunitaria (S.I.C.)“Isola di Tavolara, Molara, Molarotto” (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora).
E Tavolara ha atteso inutilmente giustizia.
A Tavolara la Corte di cassazione ha affermato chiaramente elementi e principi applicabili al caso concreto, inutilmente. Specchio dei tempi, così come l’attribuzione – nell’ottobre 2022, a procedimento penale in corso – della cittadinanza onoraria di Olbia a uno degli imputati: Settimo Nizzi, sindaco di Olbia, secondo le cronache indagato per abusivismo edilizio, ha conferito la cittadinanza onoraria di Olbia a Vittorio Marzano, allora imputato nel processo per il contestato abusivismo edilizio.
Come noto, Olbia è una città cresciuta in pochi decenni a dismisura in buona parte abusivamente, poi grazie ai condoni edilizi.
Le calamità innaturali, le relative numerose vittime di questi ultimi anni e ben sedici piani di risanamento urbanistico lo testimoniano al di là di ogni ragionevole dubbio e giustificano anche il tempismo con cui il sindaco Nizzi ha attribuito la cittadinanza onoraria di una città come Olbia a Vittorio Marzano.
Noi del GrIG abbiamo fatto la nostra parte fino in fondo per provare ottenere legalità e giustizia ambientale, ma lo stato quantomeno claudicante (per usare un eufemismo) della “giustizia” ha portato alla santa prescrizione.
Complimenti a chi ha ottenuto questo risultato, la giustizia negata.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
A.N.S.A., 27 gennaio 2025
Abusi edilizi a Tavolara, reati prescritti e immobile restituito.
L’inchiesta partita nel 2019 con un esposto degli ambientalisti.
Reati prescritti e restituzione immediata del bene immobile sequestrato: è la sentenza emessa oggi dalla giudice del Tribunale di Tempio Pausania, Silvia Campesi, nell’ambito del processo su presunti abusi edilizi legati alla ristrutturazione di un edificio sull’isola di Tavolara, davanti alla costa nord orientale della Sardegna, di proprietà dei fratelli Vittorio e Loredana Marzano.
L’inchiesta era partita nel settembre del 2019 con un esposto presentato alla procura di Tempio dal Grig, Gruppo di intervento giuridico, parte civile nel processo.
Gli ambientalisti denunciarono l’ampliamento di una villa a Tavolara – una casa rurale risalente al 1936 – di proprietà dei fratelli Marzano, poi rinviati a giudizio insieme a Giuseppe e Paolo Guglielmi della Igas Com srl, società committente dei lavori, l’architetto e direttore del cantiere, Julio Cesar Ayllon, e Marilena Cardone, amministratrice unica della Cama costruzioni srl, azienda esecutrice delle opere.
Stando alle accuse ore prescritte, l’immobile avrebbe dovuto essere tramutato in una villa di circa 300 metri quadrati su due piani, ad un centinaio di metri dal mare in quello che può essere considerato un paradiso pressoché privo di abitazioni.
da L’Unione Sarda, 27 gennaio 2025
Abusi edilizi a Tavolara: reati prescritti e immobile restituito ai proprietari.
L’inchiesta era partita nel 2019 da un esposto del Gruppo di intervento giuridico.
da La Nuova Sardegna, 27 gennaio 2025
Abusi edilizi a Tavolara, il processo si chiude con la prescrizione.
L’inchiesta era scattata nel 2019 dopo un esposto presentato dagli ambientalisti del Grig.
(foto A.N.S.A./Carabinieri, per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)