Carne di maiale “sostenibile”: la Danish Crown condannata per pubblicità ingannevole

1 month ago 22

Anche nel mondo dell’industria alimentare “sostenibilità” è diventata la parola chiave. Non c’è da stupirsi, visto che i consumatori sono sempre più consapevoli dell’impatto ambientale dei loro acquisti e cercano il più possibile prodotti realizzati in modo etico e rispettoso dell’ambiente. Tuttavia, dietro alle etichette accattivanti e alle promesse di sostenibilità, a volte si nascondono realtà ben diverse

Un caso eclatante è emerso di recente in Danimarca, dove l’azienda produttrice di carne di maiale Danish Crown – una delle più grandi al mondo – è stata condannata dall’Alta Corte danese per pubblicità ingannevole: aveva spacciato la sua carne di maiale come “sostenibile” applicando delle etichette in cui la definiva a “impatto climatico controllato”. Un lampante caso di greenwashing che ha tratto in inganno i consumatori e creato una concorrenza sleale.

Fondamentale nello smascherare l’imbroglio delle etichette il contributo di Greenpeace Danimarca, che ha svolto un ruolo chiave denunciando come la campagna fuorviante della Danish Crown stesse violando la legge danese sul marketing.

La carne di maiale Danish Crown rietichettata da attivisti e attiviste di Greenpeace Danimarca con le scritte Advarsel: “Greenwashing!” (“Attenzione: Greenwashing”) e “Ukontrolleret Klimasvineri” (Sporcizia climatica incontrollata)

Come Greenpeace Danimarca e oltre due ONG hanno smascherato il greenwashing della carne di maiale Danish Crown

Dopo il lancio della Campagna “maiale a impatto climatico controllato” – la più grande mai realizzata da Danish Crown e valutata 7,5 milioni di corone danesi – Greenpeace Danimarca nel giugno 2021 si è subito mossa per dimostrare l’infondatezza di quanto dichiarato dall’azienda, presto affiancata da altre due ONG: Vegetarian Society of Denmark e Movimento per il Clima.

Etichetta “maiale a impatto climatico controllato: verità o greenwashing?

Greenpeace ha presentato un reclamo al difensore civico dei consumatori con cui ha contestato le affermazioni non documentate e fuorvianti contenute nell’etichetta autocertificata di Danish Crown. Affermazioni giudicate troppo belle per essere vere, dato che la Danish Crown macella ogni anno circa 19 milioni di suini e che, solo nel 2021, ha avuto un’impronta climatica di 14,4 milioni di tonnellate di CO2. Per intenderci, l’equivalente di quasi un terzo delle emissioni totali della Danimarca.

 Greenwashing") e "Ukontrolleret Klimasvineri" (Sporcizia climatica incontrollata)Gli attivisti di Greenpeace Danimarca hanno rietichettato la carne di maiale della Danish Crown con le scritte Advarsel: “Greenwashing!” (“Attenzione: Greenwashing”) e “Ukontrolleret Klimasvineri” (Sporcizia climatica incontrollata)

Danish Crown inoltre dichiarava che i maiali dei loro allevamenti avessero un’impronta di carbonio per chilo del 25% inferiore rispetto al 2005. Tuttavia, non c’era alcuna prova per definire la carne suina “a impatto climatico controllato”, in quanto l’etichettatura consisteva in obiettivi fissati dal produttore stesso, non verificati da un ente indipendente né tantomeno vincolanti.

Inoltre l’affermazione non teneva conto dell’impatto climatico derivante dalla produzione di mangimi destinati ai maiali, che secondo gli esperti costituisce circa il 50% dell’impronta climatica del cibo.

Le azioni di protesta di Greenpeace e la nuova denuncia

Proprio per protestare contro le affermazioni ingannevoli della Danish Crown, attivisti e attiviste di Greenpeace Danimarca si sono mobilitati per bloccare l’azienda di mangimi nel porto di Aarhus, dove viene importata la soia destinata a diventare cibo per gli animali degli allevamenti intensivi e collegata alla distruzione delle foreste.

Attivisti di Greenpeace in azione contro Danish Crown strotolano uno striscione su una parete della fabbrica di mangimi nel porto di di Aarhus Attivisti di Greenpeace Danimarca bloccano l’azienda di mangimi nel porto di Aarhus, il principale porto del Paese per l’importazione di mangimi a base di soia, per protestare contro il greenwashing del gigante della carne suina Danish Crown.

Successivamente, gli attivisti di Greenpeace hanno anche portato avanti azioni nei supermercati con adesivi applicati sulle confezioni di carne per avvertire i consumatori del greenwashing di Danish Crown. La pressione ha contribuito a far sì che, uno dopo l’altro, i supermercati annunciassero che non avrebbero più venduto carne con l’etichetta “maiale a impatto climatico controllato”. 

Attiviste di Greenpeace Danimarca rietichettano la carne di maiale della Danish Crown nei supermercatiAttiviste di Greenpeace Danimarca rietichettano la carne di maiale della Danish Crown nei supermercati con gli adesivi “Advarsel: “Greenwashing!””. (“Attenzione: Greenwashing”) e “Ukontrolleret Klimasvineri” (Sporcizia climatica incontrollata) per informare i consumatori del vero contenuto che si cela dietro le etichette.

Nell’ottobre 2023, Danish Crown ha annunciato il ritiro della propria campagna e delle controverse etichette.

Infine, un anno e nove mesi dopo aver presentato denuncia al difensore civico dei consumatori per il greenwashing di Danish Crown, Greenpeace Danimarca ha denunciato l’azienda per aver ingannato i consumatori e aver violato le leggi danesi sul marketing.

La condanna dell’Alta Corte danese: la carne di maiale “sostenibile” di Danish Crown è pubblicità ingannevole

Il verdetto della Corte danese è stato chiaro: l’etichetta “maiale a impatto controllato” di Danish Crown ha indotto i consumatori in inganno. L’etichetta, non verificata da un ente indipendente, ha di fatto impedito ai consumatori di prendere una decisione informata. Secondo quanto dichiarato dalla Corte, poteva infatti “distorcere in modo significativo” le scelte di acquisto del consumatore medio.

La Corte ha quindi condannato Danish Crown a pagare le spese legali, per un valore di circa 40mila euro.

Una lezione imparata?

Il verdetto ha inviato un messaggio forte contro il greenwashing nel settore alimentare e, in generale, il caso Danish Crown ha rivelato la necessità di maggiore trasparenza e responsabilità.

Ma di certo tutto questo non basta a risolvere i problemi degli allevamenti intensivi e il loro impatto su ambiente e salute, senza contare la sofferenza a cui ogni giorno sono sottoposti gli animali.

Per questo abbiamo presentato e depositato alla Camera dei deputati una proposta di legge che vuole cambiare alla radice l’attuale sistema degli allevamenti intensivi, riducendo l’impatto ambientale, lo spreco di risorse e la sofferenza degli animali. Insieme possiamo chiedere di avviare la riconversione del settore zootecnico in chiave agroecologica: unisciti a noi!

Aiutaci a costruire un futuro senza allevamenti intensivi

Read Entire Article