Case green, accordo al Parlamento Ue con regole più severe: verso la classe energetica D entro il 2033

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È stato raggiunto un accordo tra i principali gruppi dell’europarlamento sulla proposta della Commissione Europea sulle «case green», ossia sulla norma per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici dei Paesi Ue. I gruppi dei Popolari (Ppe), Socialisti (S&D), Liberali (Renew), Verdi e Sinistra avrebbero raggiunto un compromesso sul primo voto che si terrà il prossimo 9 febbraio. Il testo emendato prevede che gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033. Obiettivi ancora più stringenti rispetti a quelli ipotizzati dalla Commissione, che aveva parlato di classe energetica F entro il 2030 ed E entro il 2033. Tra le novità che verranno introdotte nel testo grazie ad alcuni emendamenti c’è anche un aumento dei fondi a cui potranno accedere cittadini e amministratori di condominio per sostenere le spese della ristrutturazione energetica.

Le regole Ue e i dubbi dell’Italia

La direttiva Ue – che rientra nel pacchetto di misure per il clima Fit for 55 – è stata accolta con grande scetticisimo dai partiti di centrodestra italiani. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, l’ha definita come «un tentativo di rifilare all’Italia una patrimoniale camuffata che va a ledere i diritti dei proprietari». Le nuove regole stabilite da Bruxelles avrebbero indubbiamente un grosso effetto sul nostro Paese, dove si stima che siano circa 9 milioni le abitazioni che appartengono alla classe energetica più bassa, la G. Tra gli interventi che l’Ue consiglia per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici c’è innanzitutto il cappotto termico, che ha avuto un boom in Italia negli ultimi anni grazie ai fondi del Superbonus. A questa misura si possono aggiungere poi l’installazione di nuovi infissi, nuove caldaie o di impianti fotovoltaici. Va ricordato comunque che la direttiva Ue non riguarda tutti gli edifici residenziali. Tra le eccezioni ci sono gli edifici dei centri storici, le seconde case e gli edifici vincolati dai Beni Culturali o che potrebbero veder ridotto il proprio valore architettonico in seguito ai lavori.

Foto di copertina: ANSA / STEFANO LANCIA

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