Clima, l’Appennino senza neve lascia a secco l’Italia centrale?

2 months ago 26

“È un anno disastroso, una rimessa totale, totale. Noi avremo perso quasi 2 milioni di euro di incassi. Ad oggi siamo riusciti ad aprire due piste. Il 90% della stazione resta chiusa”. Dalla finestra del suo ufficio Giancarlo Bartolotti vede i pendii ricoperti di neve fresca. È la terza nevicata dell’intera stagione. “Sono caduti 15 centimetri di neve, ma una volta battuti con i gatti ne resteranno 5 centimetri”, commenta il presidente della Monte Magnolia Impianti S.r.l., la società che gestisce gli impianti di risalita ad Ovindoli, in provincia de L’Aquila. Una piccola stazione sciistica al confine tra Lazio ed Abruzzo che proprio per la sua collocazione geografica richiama appassionati di sci sia dall’una che dall’altra Regione (per arrivarci da Roma basta un’ora e mezza di auto). Venticinque piste, ma quest’inverno solamente due hanno potuto aprire perché la neve è stata la grande assente fino a pochi giorni fa e -se le temperature torneranno a salire- rischia di scomparire con la stessa rapidità con la quale è arrivata. “Impianti chiusi significa perdere lavoro e introiti per famiglie”, ci spiega il sindaco di Rocca di Cambio, Gennaro Di Stefano, nel cui comune si trova Campofelice, un’altra stazione sciistica molto frequentata. “Tra personale addetto alla stazione, gattisti, maestri di sci, gestori di rifugi e albergatori qua lavorano circa 250-300 persone, ma quest’anno in molti sono rimasti a casa perché non c’è neve”.

 

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