[CONTRIBUTO] L’inferno di Gaza: gli ultimi crimini dello stato sionista e dei suoi protettori

4 months ago 32

Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso, già disponibile sul loro sito (vedi qui):

Ieri 22 dicembre, con una certa onestà, una qualità praticamente inesistente tra i giornalisti italiani, Chiara Cruciati registrava gli ultimi crimini di giornata dello stato sionista su Il manifesto (un giornale che edita spesso, sulla guerra tra Israele e popolo palestinese, anche pezzi da voltastomaco).

Primo: a Gaza “la fame monta, a ribadirlo ieri è stata l’Organizzazione mondiale della Sanità: «La fame sta devastando Gaza e porterà a un incremento delle malattie nella Striscia, soprattutto tra i bambini, le donne incinte e quelle che allattano e gli anziani».

A oggi il 90% della popolazione di Gaza vive in una quotidianità di grave insicurezza
alimentare”, ovvero non sa se riuscirà a mangiare anche solo un pasto al giorno. E’ la produzione della “fame forzata di massa” (come ha scritto David Hirst su “Middle East Eye”), l’altra faccia del genocidio oltre i bombardamenti.

Secondo: “Israele ha bombardato la principale zona industriale dell’enclave palestinese, la Gaza Industrial Estate, sede di 72 fabbriche alimentari, manifatturiere e farmaceutiche”.

Terzo: pochi giorni dopo l’apertura del valico di Kerem Shalom per farvi passare gli “aiuti umanitari”, Israele ha pensato bene di attuare un raid aereo sullo stesso valico in cui ha assassinato Bassem Ghaben, “noto come Abu Salem, direttore del valico sul lato palestinese. Altre tre le vittime. Un bombardamento che giunge a pochi giorni dal via libera all’utilizzo di Kerem Shalom all’ingresso di aiuti (finora l’unico usato, al minimo delle sue capacità, è stato quello di Rafah con l’Egitto)”.

Quarto: in uno dei due quartieri di Gaza City interamente rasi al suolo, Remal (l’altro è il quartiere di Shajaiyah), “l’esercito israeliano ha fatto saltare in aria la Palestine Mosque, occupata già da un mese”.

Quinto: “nel quartiere as-Saha, nella parte orientale della Striscia, l’esercito ha distrutto un altro cimitero, dopo quello di al-Faluja: i bulldozer hanno devastato le tombe di Sheikh Shaban ed esumato i corpi, schiacciati e mutilati dai mezzi in transito. Le immagini mostrano corpi, anche di bambini, avvolti nei teli bianchi. Un modo, accusa il ricercatore in studi per la sicurezza al Doha Institute, Omar Ashour, «per terrorizzare la popolazione, devastare la sua volontà nel resistere all’occupazione. È una vecchia tattica delle cosiddette operazioni di contro-insorgenza: punire la popolazione (…) danneggiando la sua morale»”.

Ma, quanto, agli “ultimi crimini” sionisti – l’aggiornamento, purtroppo, è incessante – non si può fare a meno di citare quegli onorevolissimi parenti di soldati di stanza a Gaza che hanno marciato sul valico di Kerem Shalom per tentare di bloccare gli “aiuti umanitari” destinati ai palestinesi con questa motivazione ultra-sionista: “gli aiuti al nemico uccidono i soldati”.

Su uno dei penultimi, invece, perfino il Washington Post – detto WP, hai detto tutto – accetta finalmente, per l’ospedale di al-Shifa, la verità di Hamas e della resistenza che sconfessarono dal primo istante la menzogna di Netanyahu e complici: l’ospedale di al-Shifa non era una base della resistenza armata palestinese, e tanto meno – come spacciato per giorni a reti tv dei paesi europei unificate – il quartier generale di Hamas. Al WP hanno visionato “immagini satellitari, interviste e materiale pubblicato dallo stesso esercito israeliano” e concluso che “dai materiali visionati non è possibile individuare «prove di utilizzo militare da parte di Hamas»: tra le altre cose, cinque degli edifici dell’ospedale considerati da Tel Aviv parte integrante del network islamista non sono connessi ai tunnel sotterranei né ai suoi cortili”. Chiaro?

[Le finalità – ripetiamo: genocidarie – della guerra di lunga durata agli ospedali da parte dei governi sionisti sono richiamati da Chris Hedges https://www.invictapalestina.org/archives/49827 e da un nostro recente post:

Ma non è finita qui, per quel che riguarda la sola giornata di ieri (22 dicembre). Un comunicato di Hamas denuncia “l’arresto di molti dipendenti della Mezzaluna Rossa Palestinese nel campo profughi di Jabalia”, che si aggiunge all’arresto di quasi 100 operatori sanitari, “arrestati mentre erano in servizio negli ospedali che sono stati distrutti nel nord della Striscia di Gaza”, e a buona ragione indica questi come “crimini di guerra”, una prova della “sistematica distruzione del settore sanitario”, che porta alla morte gli ammalati e i feriti. Al momento hanno un minimo di operatività a Gaza 9 ospedali su 36; i principali sono stati distrutti. Ma anche nei rimanenti 9, mancano le medicine e, spesso, anche l’elettricità.

Inoltre, in “diverse zone della città di Gaza e nelle zone settentrionali del settore si sono registrate operazioni di liquidazione e di fucilazione a colpi di proiettili da parte dell’esercito fascista di occupazione, per intere famiglie, come è successo con la famiglia (Inaya) nella città di Gaza, i cui corpi sono stati ritrovati nella loro casa dopo il ritiro dei militanti occupazione. Ci sono stati anche diversi casi di esecuzione di uomini civili donne e bambini delle loro famiglie, dopo aver preso d’assalto le loro case, secondo il testimonianze dei residenti e dei sopravvissuti a questi massacri terroristici”. Circola anche sui social il video di uno tra i tanti episodi agghiaccianti: un mezzo blindato che schiaccia intenzionalmente sotto i propri cingoli un giovane ferito.

Qui di seguito l’aggiornamento (a ieri) messo in rete dal direttore del Museo palestinese di storia naturale dell’università di Betlemme, Mazin Qumsiyeh.

STARVATION and an ACTION call for the ICRC

PLEASE READ THIS (critical new reports, urgent action needed)

Integrated Food Security Phase Classification (IPC) global partnership 21 December report on: ”… the entire population in the Gaza Strip (about 2.2 million people) is classified in IPC Phase 3 or above (Crisis or worse).
This is the highest share of people facing high levels of acute food insecurity that the IPC initiative has ever classified for any given area or country…. at least one in four households (more than half a million
people) is facing catastrophic conditions – IPC Phase 5 (Catastrophe).
These are characterized by households experiencing an extreme lack of food, starvation and exhaustion of coping capacities.”
https://www.ipcinfo.org/ipc-country-analysis/details-map/en/c/1156749

Oxfam reaction to the IPC food security figures for Gaza: “While over 90 percent of people in Gaza cannot find their next meal, some UN Security Council member states are still toying with words rather than voting for a ceasefire.”
https://www.oxfam.org/en/press-releases/oxfam-reaction-ipc-food-security-figures-gaza

World Food Program: 2.2 million people in crisis or worse levels of acute food insecurity in Gaza and 576,600 people face catastrophic hunger and starvation in Gaza; 5.3 milion population of the state of Palestine (under Israeli occupation, 1967 areas only) https://www.wfp.org/countries/palestine

World Health Organization: Hunger is ravaging Gaza, and this is expected to increase illness across the Strip, most acutely among children, pregnant and breastfeeding women, and older people.
https://www.who.int/news/item/21-12-2023-lethal-combination-of-hunger-and-disease-to-lead-to-more-deaths-in-gaza
WHO resolution (not supported by Israel and te US!)
https://apps.who.int/gb/ebwha/pdf_files/EBSS7/EBSS7_R1-en.pdf

Both Christians and Muslims in Gaza will likely not resort to cannibalism to survive starvation as happened in Ukraine during the 1930s famine (eating dead corpses from the bombing and there are hundreds of those every day). A more serious problem in Gaza is also lack of potable water so nearly half a million have developed diseases. Combined with lack of medical services (only 9 hospitals of 36 remain open to offer only minimal first aid services since doctors were abducted and medicines and tools to offer important services are gone) and in any case there is no electricity to operate equipment like drip machines, baby monitors, or kidney dialysis machines).

Reliefweb on the cut off of water
https://reliefweb.int/report/occupied-palestinian-territory/israeli-authorities-cutting-water-leading-public-health-crisis-gaza

See also this report from the Palestine Red Crescent Society covering 7 October – 20 December
https://www.palestinercs.org/public/files/image/2023/News/latestresponse23012023/en%20232%202023.pdf

I fasted yesterday Thursday and hundreds of thousands pledged to fast every Thursday (sunrise to sunset) to remind us of this unprecedented starvation of Gaza used as an instrument of occupation (I do not say war because war involves two armies, here you have an army fighting a small guerrilla resistance force in an illegally occupied and besieged territory).

ACTION to demand ICRC fulfil its mission: Under pressure from the Zionist lobby, the International Committee of the Red Cross (ICRC) and especially its US branch speak and talk of needing access to some 120 “hostages” (prisoners) held by Resistance Forces (number shrinking as Israel carpet bombs the Gaza Strip). Meanwhile the ICRC is not fulfilling its mission. It is not pressing Israel to allow ICRC staff to visit the 11,500 Palestinian prisoners/”hostages” held by Israel. Here in the West Bank, over 4000 were
abducted in the last two months including friends of mine who ractice non-violent resistance such as Munther Amira and Anas Abu Srour from the Refugee camp youth groups. No lawyers are allowed to visit most of them (Israel uses the internationally banned “administrative detention” allowed by Israeli apartheid laws for use on thousands). ICRC is not protecting medical personnel (hundreds were killed or injured, over 200 abducted). Most of those are being tortured, mistreated, denied food etc
(6 already died in the last month from torture). In one case admitted to by Israel, 19 Israeli soldiers beat a prisoner to death. Please write to ICRC and to your government to demand they insist on stopping the random collection and torture of civilians, follow international law, and protect hospitals and medical facilities and restore those bombed by Israel. See this earlier Amnesty International Report (things got much worse since then)
https://www.amnesty.org/en/latest/news/2023/11/israel-opt-horrifying-cases-of-torture-and-degrading-treatment-of-palestinian-detainees-amid-spike-in-arbitrary-arrests
Human Rights Watch
https://www.hrw.org/news/2023/11/29/why-does-israel-have-so-many-palestinians-detention-and-available-swap
https://www.972mag.com/palestinians-abused-israeli-prisons-torture/
PLEASE Write to the ICRC: https://www.icrc.org/en/contact

And as you gather around your family meals…do remember that Christians and Muslims in Gaza (and increasingly here in the West Bank) are going through unimaginable horror (massacres and genocide – see ongaza.org). Pray and act for us and for humanity because they are thinking of expanding this
starvation and blockade to other countries (primarily Lebanon and Yemen and soon others).

Your and our collective actions especially in western countries shortens this nightmare and thus saves lives.

Stay human and keep Palestine alive

Mazin Qumsiyeh
A bedouin in cyberspace, a villager at home Professor, Founder, and (volunteer) Director
Palestine Museum of Natural History Palestine Institute of Biodiversity and Sustainability
Bethlehem University Occupied Bethlehem, Occupied Palestine
http://qumsiyeh.org
http://palestinenature.org
facebook pages
Personal https://www.facebook.com/mazin.qumsiyeh.9
Institute https://www.facebook.com/PIBS.PMNH

Mentre proseguono senza sosta le operazioni militari israeliane, come sottolineato ieri dal primo ministro Netanyahu in una dichiarazione fotocopia delle precedenti, a uso e consumo del Consiglio di Sicurezza in procinto di votare: «Non fermeremo la guerra fino al raggiungimento dei nostri obiettivi: la completa eliminazione di Hamas e il rilascio di tutti i nostri ostaggi. La scelta che proponiamo ad Hamas è molto semplice: arrendetevi o morite».

Nelle ore precedenti il movimento islamico palestinese aveva risposto con un secco no a un nuovo scambio tra ostaggi israeliani e palestinesi: avverrà, ha detto Hamas, solo a fronte di un cessate il fuoco permanente e non di pause temporanee (possibilità su cui il ministro della sicurezza nazionale Ben Gvir, esponente dell’ultradestra, ha dato la sua nota posizione: «L’idea di ridurre l’attività a Gaza sarebbe un fallimento del gabinetto di guerra limitato. È tempo di riprendere le redini di un gabinetto di guerra esteso»).

Il governo di fatto della Striscia ieri ha poi rivendicato l’uccisione di un soldato israeliano nel centro di Gaza, ad al-Mughraqa durante uno scontro a fuoco con l’esercito, in cooperazione con le Saraya al-Quds, le brigate armate del Jihad islami.

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