Cosa sappiamo del video virale sui militari che irrompono in un seggio russo?

1 month ago 32

Di Francesca Capoccia

Lo scorso fine settimana, tra il 15 e il 17 marzo 2024, i cittadini russi sono stati chiamati a votare per eleggere il presidente della Federazione Russa. Senza grandi sorprese, a vincere le elezioni è stato Vladimir Putin, che rimarrà in carica fino al 2030.

Secondo Golos, organizzazione russa a difesa dei diritti degli elettori, queste elezioni sono state «le più fraudolente e corrotte nella storia del Paese» perché si sono svolte «in una situazione in cui gli articoli fondamentali della Costituzione russa, che garantiscono i diritti e le libertà politiche, non erano sostanzialmente in vigore». Per il ministro degli Affari esteri italiano Antonio Tajani, «le elezioni in Russia non sono state né libere né regolari». Della stessa posizione sono anche altri Paesi occidentali e la stessa Unione europea che, tramite l’Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, ha condannato «lo svolgimento illegale delle cosiddette ‘elezioni’ nei territori dell’Ucraina temporaneamente occupati dalla Russia».

In questo contesto sui social è diventato virale un video in cui si vede un soldato con la tuta mimetica, un passamontagna a coprire il volto e un’arma in mano, che entra ed esce dalle cabine elettorali russe mentre alcuni cittadini stanno votando. Nel filmato si sente una voce in russo dire che questa scena «succede tutto il giorno». Per chi lo ha condiviso, il video dimostrerebbe come i soldati russi si assicurino che i cittadini votino correttamente. «Abbiamo già visto imitazioni e falsificazioni di elezioni in Russia, ma è la prima volta che vedo un soldato con un fucile che guarda alle spalle dell’elettore», ha scritto su X Anton Gerashchenko, già consulente del ministro degli Interni ucraino, commentando questo filmato. Varie testate italiane hanno ripreso il video in questione, sottolineando però che le immagini diffuse non sono verificabili. 

How much more evidence do you Westoids need to see that russian elections are the most free and the most fair in the whole world?

This armed soldier even helpfully ensures that the people are voting correctly! pic.twitter.com/QNTV371N8j

— Saint Javelin (@saintjavelin) March 16, 2024

Si tratta di un filmato che mostra una scena reale? Cerchiamo di capirlo insieme.

Il canale russo Telegram «Выборы, всем ЦЫК!», che dice di occuparsi di brogli elettorali, attribuisce l’origine del filmato a Lidia Skripnik, un’utente del social russo VKontakte. L’account in questione al momento non esiste più. Skripnik avrebbe condiviso il video sotto il post di un’intervista a Maria Zakharova, direttrice dell’ufficio stampa del ministro degli Esteri russo, in cui accusa l’Occidente di interferire nelle elezioni russe. Il canale russo «Выборы, всем ЦЫК!» ha comunque specificato di non essere in grado di verificare la veridicità delle immagini mostrate.

Su X alcuni utenti, che hanno pubblicato contenuti filo-russi, hanno sollevato diversi dubbi sulla veridicità delle immagini. Ad esempio fanno notare che all’interno delle cabine elettorali non ci sono tavolini o mensole su cui appoggiarsi per scrivere il proprio voto sulla scheda elettorale. Inoltre, il video avrebbe troppi dettagli in comune con un altro filmato diffuso e diventato virale sempre nelle stesse ore. In questo caso, la scena mostra due soldati che, all’interno di una stanza con le stesse cabine elettorali, tengono a terra un signore per poi condurlo, con la forza, fuori dalla porta. Altri account sempre filo-russi hanno detto che i soggetti coinvolti, la stanza e altre particolarità dell’ambientazione dei due filmati – così come il pavimento, le cabine elettorali, la scrivania dello scrutatore – sarebbero le stesse in entrambi i filmati. Tutti questi elementi, sostengono senza prove fonti filorusse, farebbero intendere che entrambe le scene non siano realmente accadute, ma che siano state ricreate appositamente dalla propaganda ucraina per screditare il modo in cui avvengono le elezioni in Russia. 

Al momento in cui scriviamo non esiste tuttavia una verifica da parte di fonti indipendenti che confermi o smentisca l’autenticità della scena. 

A prescindere dalla veridicità o meno di questo filmato, le elezioni in Russia si sono svolte in un Paese in cui la maggior parte degli oppositori politici di Putin sono in esilio all’estero, sono in prigione in Russia o sono morti ed è presente una dura e capillare repressione del dissenso. Lo scorso 16 febbraio 2024 è deceduto in una colonia penale siberiana di massima sicurezza il più noto oppositore politico del presidente russo, Alexei Navalny. Secondo diverse analisi, la stessa competizione elettorale che ha visto trionfare Putin non è stata contraddistinta da una vera concorrenza fra candidati: i nomi dei tre sfidanti presenti sulla scheda elettorale, oltre al presidente in carica, provenivano da partiti legati politicamente al Cremlino. Chi invece voleva candidarsi per proporre una vera alternativa a Putin, come Yekaterina Duntsova e Boris Nadezhdin, entrambi contrari alla guerra in Ucraina, ha trovato ostruzionismo da parte delle autorità giudiziarie russe, che hanno negato loro la possibilità di candidarsi. 

Volendo denunciare la non democraticità delle elezioni, migliaia di cittadini russi (non solo in Russia, ma anche alle ambasciate russe in altri Stati) sono andati a votare a mezzogiorno prendendo parte alla protesta “noon against Putin” (“mezzogiorno contro Putin”), lanciata da Yulia Navalnaya, moglie di Alexei Navalny. L’azione prevedeva di recarsi alle urne alle 12 in punto come forma di protesta. Altri cittadini in Russia hanno lanciato bombe molotov e vernici nei seggi elettorali in segno di protesta.

Inoltre, come riportato dalla stampa internazionale, nelle aree dell’Ucraina annesse illegalmente dalla Russia i residenti sono stati spinti a votare per le elezioni russe sotto la minaccia di soldati armati russi. Ilya Grashchenkov, politologo russo, ha commentato al New York Times che «le elezioni in queste regioni trasmettono l’idea che hanno le stesse leggi e procedure del resto del Paese». 

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