Equo compenso, Barachini: regole Agcom passo avanti

1 year ago 51

“Auspichiamo che seguano accordi virtuosi tra i titolari dei diritti d’autore e le piattaforme che veicolano i contenuti”. E’ l’augurio che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’editoria Alberto Barachini ha espresso a ‘Italia Oggi’ a proposito del regolamento approvato dall’Agcom in materia di equo compenso per l’utilizzo online delle pubblicazioni di carattere giornalistico.

Barachini, con una carriera da giornalista alle spalle, prima della politica, definisce il regolamento “un importante passo in avanti”, convinto anche che questi accordi saranno “strategici per il futuro” del settore.
“L’intervento dell’Autorità, ha chiosato, incentiva editori e Ott a trovare degli accordi equilibrati per entrambi evidenziando, nel contempo, un punto fondamentale: l’informazione di qualità si paga”.

Cosa prevede il regolamento

Il regolamento approvato nei giorni scorsi da Agcom, nel dettaglio, permetterà agli editori e ai giornalisti di chiedere alle piattaforme come Google e Facebook un compenso per i contenuti informativi che distribuiscono in Internet.
Alla base di calcolo per l’equo compenso si applica un’aliquota fino al 70% determinata sulla base di specfici criteri:
– numero di consultazioni online delle pubblicazioni di carattere giornalistico dell’editore sui servizi del prestatore, espresse in termini di visualizzazioni e interazioni degli utenti;
– rilevanza dell’editore sul mercato, espressa in termini di audience online e rilevata su base periodica da organismi dotati della massima rappresentatività dell’intero settore di riferimento
– numero di giornalisti, inquadrati ai sensi di contratti collettivi nazionali di categoria, impiegati dall’editore per la realizzazione delle pubblicazioni di carattere giornalistico diffuse online;
– costi comprovati sostenuti dall’editore per investimenti tecnologici e infrastrutturali destinati alla realizzazione delle pubblicazioni di carattere giornalistico diffuse online;
– costi comprovati sostenuti dal prestatore per investimenti tecnologici e infrastrutturali dedicati esclusivamente alla riproduzione e comunicazione delle pubblicazioni di carattere giornalistico diffuse online;
– adesione e conformità, dell’editore e del prestatore, ciascuno per la propria parte, a codici di condotta, ivi inclusi i codici deontologici adottati dal Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti italiani, codici etici e standard internazionali in materia di qualità dell’informazione e di fact-checking maggiormente riconosciuti;
– anni di attività dell’editore anche in relazione alla storicità della testata in ambito nazionale e locale.


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