La recente nomina del senatore di Fratelli d’Italia, Guido Castelli, commissario alla ricostruzione post sisma nel Centro Italia, al posto del Pd Giovanni Legnini, nonostante l’ottima attività svolta negli scorsi tre anni, conferma la volontà del governo Meloni di procedere col cosiddetto Spoils system, ossia la pratica politica di ogni nuovo governo di sostituire parte dei vertici della burocrazia con funzionari di propria fiducia. I movimenti dovrebbero interessare una settantina di ‘’poltrone’’ fra le quali anche quelle delle agenzie fiscali.
I prossimi venti giorni saranno cruciali. Il 24 gennaio scadranno i 90 giorni nei quali il governo Meloni può procedere alle sostituzioni di posti apicali dell’apparato statale. E anche se non fanno parte dello Spoils system ‘’stretto’’, in primavera scadono i consigli di amministrazione di sei importanti partecipate come Enav, Enel, Eni, Leonardo, Poste italiane e Terna. Inoltre grandi manovre riguarderebbero anche il Ministero delle Finanze, la Cassa Depositi e Prestiti, la stessa Rai e in autunno anche Bankitalia.
Secondo alcuni ambienti politici sembra scontato che il nuovo governo politico di destra-centro per poter contare su una macchina pubblica efficiente e pronta a recepire l’indirizzo politico,
decida di rinnovare il più possibile i vertici degli apparati e delle società che fanno direttamente o indirettamente capo allo Stato. E difficilmente potranno essere prorogati i vertici attuali, anche perché per alcuni, come Enel ed Eni, si tratta del terzo mandato.
E ciò implicherà anche un ampio ‘’turn over’’ nel settore della comunicazione, che comporterà per i giornalisti nuovi accreditamenti, tenuto conto che i ‘’comunicatori’’ sono diventati, come rilevano recenti indagini dell’Agcom, una delle principali fonti di informazione, soprattutto riguardo alla sfera pubblica.
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