Gruppo Gedi, GNN ammette: quotidiani veneti in vendita

1 year ago 52

“Cari colleghi, non ci sono più giri di parole: siamo in vendita. L’annuncio è stato dato questo pomeriggio dai vertici dell’azienda, che hanno parlato di trattative in corso, ma di offerte formali non ancora pervenute.
Il quadro ci è parso agghiacciante anche sul piano strettamente imprenditoriale. L’ad Scanavino (nella foto a sinistra) ha spiegato che “nel tempo sono arrivate varie manifestazioni di interesse per il Nordest” e che “ultimamente le richieste di contatto arrivate a Begal sono state più frequenti e serie”. Ancora Scanavino: “Finora ci sono state interlocuzioni che non hanno portato a nulla di concreto e anche ora nessuno ha presentato proposte in forma ufficiale”.
“Poi le affermazioni che ormai ci attendevamo: “Può succedere che qualcosa possa manifestarsi con offerta significativa e dovremo valutare da chi arriverà e quale sarà l’offerta. Nel frattempo non interromperemo i progetti in corso per tutti i quotidiani: dobbiamo andare avanti con questo perimetro finché non ci saranno considerazioni differenti”.

Inizia così la lettera dei rappresentanti del comitato di redazione dei Quotidiani Veneti del Gruppo Gedi, pubblicata integralmente qui sotto.

Le manifestazioni di interesse

Il tono dei giornalisti è drammatico. L’ad del gruppo Gedi Scanvino ammette che le offerte arrivate all’ad dei quotidiani locali, Fabiano Begal, “sono frequenti e serie”, che significa che il gruppo sta verificando i possibili migliori acquirenti. Uno dei  nomi che gira è quello di una cordata friulana con a capo la famiglia Pozzo, interessata però al Messagero Veneto. Ma Gedi è intenzionata a vendere tutto il pacchetto dei quotidiani veneti (Mattino di Padova, Tribuna di Treviso e Nuova Venezia, Corriere delle Alpi) insieme al Messaggero Veneto con cui sono strettamente interconnessi per piattaforme tecnologiche, sinergie  e pubblicità. 

Piu strutturata è invece l’operazione di cui abbiamo notizie, che si sta sviluppando intorno alla banca Finint, di cui è presidente Enrico Marchi (nella foto, a destra), uno dei personaggi più influenti dell’economia veneta e non, tra l’altro è amministratore delegato e presidente del Gruppo Save, attivo nel mondo aeronautico e aeroportuale nel Nord Est.
Marchi è stato con Banca Finint uno dei registi dell’operazione per la vendita della Ideal Standard, società strategica della Val Belluno che stava chiudendo, alla Società Ceramica Dolomite, salvataggio che ha visto impegnata una cordata di imprenditori tra cui Leonardo Del Vecchio, con la holding di famiglia Delfin, Luigi Rossi Luciani, con la holding Sapa, e Bruno Zago con la Za-Fin Srl. 
Stesso tipo di operazione potrebbe essere costruita con soci diversi per l’acquisto dei quotidiani di Gedi.

La nota del Cdr

Cari colleghi,
non ci sono più giri di parole: siamo in vendita. L’annuncio è stato dato questo pomeriggio dai vertici dell’azienda, che hanno parlato di trattative in corso ma di offerte formali non ancora pervenute.

Il quadro ci è parso agghiacciante anche sul piano strettamente imprenditoriale. L’ad Scanavino ha spiegato che “nel tempo sono arrivate varie manifestazioni di interesse per il Nordest” e che “ultimamente le richieste di contatto arrivate a Begal sono state più frequenti e serie”. Ancora Scanavino: “Finora ci sono state interlocuzioni che non hanno portato a nulla di concreto e anche ora nessuno ha presentato proposte in forma ufficiale”. Poi le affermazioni che ormai ci attendevamo: “Può succedere che qualcosa possa manifestarsi con offerta significativa e dovremo valutare da chi arriverà e quale sarà l’offerta. Nel frattempo non interromperemo i progetti in corso per tutti i quotidiani: dobbiamo andare avanti con questo perimetro finché non ci saranno considerazioni differenti”.

Soltanto due mesi fa l’editore sosteneva che il perimetro raggiunto non sarebbe stato toccato. Poco credibile appare l’affermazione che “poi è stato chiuso il bilancio”, come se i numeri si fossero dischiusi magicamente solo a dicembre. Adesso il perimetro non è più intangibile. A precisa domanda Scanavino ha spiegato che “dipende da offerta e interlocutori”, ma “con determinate caratteristiche potremmo prendere la cosa in considerazione”. Ad ogni modo, sempre Scanavino, “se le testate resteranno in Gedi noi siamo comunque contenti”. A precisa domanda, l’ad ha detto che è “impossibile rispondere sull’identità” delle cordate interessate e sull’intenzione di vendere i giornali del Nordest in blocco o a pezzi: “Qualsiasi cosa dicessi non sarebbe confortata da una proposta concreta e formale”.

Nessuna risposta è arrivata alla madre di tutte le domande: “Perché comprare il primo gruppo editoriale italiano e farlo a pezzi nel giro di tre anni?”. Il coordinamento ha evidenziato la mancanza di piani industriali, i passi indietro su affermazioni recentissime e il doppio ruolo di ad ad in Gedi e Juventus, che Scanavino aveva assicurato essere di natura temporanea ma che ora durerà finché “non saranno messe a posto le situazioni problematiche” della squadra. Rispetto all’evidente conflitto di interessi in atto, l’ad ha spiegato che “sono questioni personali che sto gestendo bene” e che “sul piano giornalistico potete sentirvi liberi di scrivere quello che volete”.

L’editore ha rivendicato una serie di risultati, a cominciare da “una transizione al digitale sviluppata con grande successo” e Scanavino ha accusato i giornalisti di essere “troppo legati al passato” e di avere “un approccio poco contemporaneo”. Nel corso della riunione l’azienda ha confermato la voce che la vuole al lavoro con Ansa per la preparazione di pagine sinergiche. Un segnale che i Cdr interpretano come ulteriore passo verso la cessione, ma che Begal ha chiarito essere “volontà di integrazione per fornire contenuti di cronaca più spicci” che si affianchino a quelli della Stampa, che sono spesso troppo lunghi e impediscono quindi di pubblicare una più ampia serie di notizie.

Davanti alla richiesta di rassicurazioni per Repubblica, Stampa e Secolo, Scanavino ha tagliato corto dicendo che “di perimetri non parlo più”. Per il Coordinamento è ormai chiaro che sono in vendita tutti i giornali: dipende solo dal palesarsi di un compratore con sufficienti risorse.

Rispetto ai prepensionamenti, l’azienda ha ribadito che “la situazione è completamente aleatoria” e che al momento non si hanno novità.
Alla luce della riunione con l’azienda e del confronto all’interno del Coordinamento, i Cdr convocheranno assemblee nella giornata di domani.

Un saluto cordiale

Il Cdr

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