I PM di Roma contro Speranza

2 months ago 174

Ci sono stati segnalati articoli apparsi su alcuni quotidiani italiani che riportano una specifica notizia. Così titolava ad esempio Il Giornale il 29 aprile 2025:

Omicidio colposo, i pm di Roma indagano sulla ricetta Speranza

La notizia di per sé non è un falso: la Procura di Roma ha effettivamente aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilità legate al protocollo che in alcuni ambienti viene chiamato “Tachipirina/paracetamolo e vigile attesa”. Il problema sono i toni con cui si sceglie di raccontarla. Perché l’inchiesta nasce dalle denunce di alcuni parenti di vittime di COVID-19, parenti che sostengono che la morte dei loro cari sia stata dovuta – o comunque favorita – dall’applicazione delle linee guida ministeriali, accusando AIFA, il Ministero della Salute e alcuni medici di averle proposte e firmate.

Ma limitarsi a raccontare questo significa dare spazio solo a chi denuncia, senza approfondire i fatti. Questo modo di fare giornalismo, purtroppo, sta diventando la tendenza più comune nel nostro Paese. Perché diciamo questo? Beh, la prima cosa da sottolineare è che l’apertura di un fascicolo d’indagine non significa automaticamente che qualcuno verrà trovato colpevole di qualcosa. Io stesso che firmo quest’articolo negli ultimi tredici anni sono finito indagato più volte, e sono sempre stato assolto con formula piena; il fatto che fossero stati aperti fascicoli contro di me è servito solo ai detrattori di BUTAC per attaccarci. Una volta che ci sono state le assoluzioni, nessuno ovviamente ne ha dato notizia.

Siamo ancora alle fase preliminari dell’indagine, fasi che potrebbero portare i giudici ad archiviare tutto: credete che, in quel caso, le redazioni che in questi giorni riportano la notizia dell’indagine ne daranno conto ai propri lettori con la stessa enfasi? Noi purtroppo sappiamo che non lo faranno: è un modus operandi che conosciamo bene.

Ma ci teniamo a sottolineare, per l’ennesima volta, che è normale, in Italia, che la Procura apra un fascicolo in seguito a una denuncia per ipotesi di reato, anche solo per “atti dovuti”. Questo non implica affatto che le accuse abbiano fondamento giuridico o scientifico, ma solo che c’è stata una denuncia a cui, come è prassi, segue un’indagine preliminare. Perché nel testo de Il Giornale (come in quello de La Verità e dei tanti altri che riportano la notizia) non trovo questa informazione?

Perché si preferisce usare questa narrazione?

C’è un nesso «causa-effetto» tra la morte per Covid di alcune persone e la terapia domiciliare «paracetamolo-vigile attesa» voluta dal ministro della Salute Roberto Speranza e difesa fino al Consiglio di Stato anche se era stata bocciata dalla comunità scientifica? Se l’è chiesto il pm di Roma che ha deciso di aprire un’inchiesta.

Il PM di Roma non si è chiesto nulla, sta seguendo la prassi a seguito di una denuncia. Perché non spiegarlo? La risposta purtroppo è nota: si sta avvelenando il pozzo, consci che i lettori di queste testate non si faranno domande, anzi. Articoli così serviranno a rafforzare le loro convinzioni contro Ministero e operatori sanitari. Il fatto che da parte di chi ci governa venga permessa questa costante narrazione giornalistica è segno che fa comodo al governo che il tutto venga portato avanti così, e difatti non ci sorprende la chiusura dell’articolo:

Secondo la capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Covid «lascia attoniti che l’allora ministro Speranza insista ancora oggi nel negare la faccenda, liquidandola come un’invenzione dei cosiddetti “No Vax”. Ne dovrà invece rispondere agli italiani e alla giustizia», dice in una nota.

Concludendo

Ripetiamo: il giornalismo, quello fatto bene, quello meritevole, dovrebbe avere il coraggio di spiegare i contesti, non limitarsi a fare da megafono a notizie spiegate malamente, utili alle personali battaglie di fazioni politiche. Raccontare che esiste un’inchiesta è doveroso; omettere che si tratta di una fase iniziale, prevista per legge, è invece una scelta editoriale precisa. Una scelta che appunto rischia di trasformare l’informazione in strumento di battaglia politica, e i lettori in tifosi, non in cittadini informati. Al costo, oltretutto, della loro salute.

Come sosteniamo da tempo, questo modo di fare mina la fiducia nelle istituzioni, allontanando la gente dal pensiero critico e razionale e spingendo sempre di più i partiti populisti. Noi osserviamo questo comportamento su giornali d’ogni ordine e grado, sia in Italia che nel resto d’Europa. Nei convegni internazionali a cui partecipiamo, l’idea che la disinformazione abbia un ruolo decisivo nell’ascesa di partiti populisti, sovranisti ed estremisti è ormai condivisa da studiosi e operatori del settore. Ed è proprio per questo che oggi, più che mai, serve un giornalismo che non si limiti a inseguire lo scalpore, ma che si assuma la responsabilità di raccontare i fatti nella loro complessità, per aiutare i cittadini a capire, e non solo a schierarsi.

Non credo purtroppo di poter aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!

Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.

BUTAC vi aspetta anche su Telegram con il canale con tutti gli aggiornamenti e il gruppo di discussione, segnalazione e quattro chiacchiere con la nostra community.

L'articolo I PM di Roma contro Speranza proviene da Butac - Bufale Un Tanto Al Chilo.

Read Entire Article