Il 12 Maggio sciopero dei precari universitari.

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Lo sciopero del 12 maggio muove dalle assemblee autoconvocate dalla componente precaria e/o di lavoratori a termine.
Questi lavoratori hanno costituito un coordinamento presente in 20 Atenei e sono il
vero motore della mobilitazione. In seguito hanno richiesto è ottenuto la copertura da parte di diverse sigle del sindacalismo di base. Lo sciopero è oggi allargato a tutto il personale presente a vario titolo negli atenei.
La proliferazione degli appalti a ditte e cooperative di comodo eleva il precariato a sistema ed è il regno dei contratti pirata e truffaldini.
La mobilitazione ha valenza nazionale. I precari-lavoratori, specie di sottogruppo, di lavoratori precari rivendicano un adeguato finanziamento e trattamento contrattuale, pubblicizzazione delle attività, stabilizzazione del lavoro precario, contratto unico per tutti i lavoratori del settore, ecc..
Le rivendicazioni sono il contraltare delle misure oppressive attuate da un fronte padronale pubblico e privato sempre più connesso ed orientato al potenziamento delle spesa militare.
Spesa militare, non episodica, perché il capitalismo conosce solo tregue tra padroni-predoni, però l’ostilità nei confronti dei proletari resta sempre attiva. Il decreto legge “sicurezza” n°48 dell’11 aprile è un minaccioso deterrente di una guerra dichiarata e praticata quotidianamente contro il lavoro.
Ed è così che ogni euro destinato al potenziamento degli armamenti, è di fatto un euro sottratto alla ricerca, alla sanità, ai servizi, allo sviluppo del benessere sociale.
La spesa per la “sicurezza” si traduce in precarietà e insicurezza per i lavoratori universitari.
Il lavoro di ricerca che avrebbe come fine il miglioramento degli standard di vita si vuole omologare e asservire alla catena di valore che fa delle guerre occasione di profitto.
I bilanci di tutto il settore delle armi sono in forte crescita. La crisi è solo per i lavoratori che devono vivere (male) con stipendi da fame.
La reazione attuata dai lavoratori e lavoratrici è stata naturale, sacrosanta e inevitabile. È una lotta viva, fatta di presidi, blocchi, e altre forme di dissenso che i lavoratori sanno esprimere con creatività quando alzano la testa e difendono la loro dignità.
Questa lotta va sostenuta perché si collega naturalmente alle lotte e al disaggio vissuto dai tanti lavoratori che nella loro realtà lavorativa incontrano solo lavoro povero, precarietà e ricatti da parte di cooperative
che di sociale non hanno nulla.
Il S.I. Cobas appoggia incondizionatamente lo sciopero indetto per il 12 maggio.
Gli obiettivi del precariato universitario sono gli stessi rivendicati dai lavoratori nei nostri tradizionali settori d’intervento, aldilà della caratterizzazione intellettuale o manuale delle attività svolte, va messo al primo
posto solo l’orgoglio di essere tutti lavoratori salariati.
In vista della scadenza del 12 maggio in collaborazione con le altre sigle firmatarie dello sciopero vanno trovati momenti di unione per potenziare e generalizzare la lotta.
Si cobas nazionale

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