Il CoNaMaL sul Piano di Utilizzo delle Aree Demaniali marittime in Campania

1 year ago 65

La Giunta regionale della Campania ha approvato il  Piano di Utilizzo delle Aree Demaniali marittime (PUAD) per finalità turistico-ricreative con cui fissa le regole generali da rispettare nella gestione delle spiagge.

Un Piano approvato con un ritardo di oltre 10 anni, discusso in fase preliminare con i soli imprenditori balneari ed escludendo la procedura di Valutazione Ambientale Strategica necessaria per i piani che abbiano effetti sull’ambiente.

Il piano consolida gli squilibri esistenti in Campania dove il 67% di spiagge è in concessione esclusiva a soggetti privati che le gestiscono in molti casi contra legem nel silenzio delle istituzioni preposte, con ostacoli alla pubblica accessibilità, barriere, mura, cancelli, recinzioni e “buttafuori”. Un furto in danno dei cittadini, cui è sottratta la possibilità e il diritto di vivere pienamente il rapporto con il mare, luogo di libertà, salute e bellezza per antonomasia, a causa di chi ha gestito fino ad ora il demanio pubblico come fosse un qualsiasi luogo privato ergendosi a padrone illegittimo delle spiagge ed ignorando la natura pubblica e collettiva del demanio marittimo e del mare quale bene comune.

E’ necessario ristabilire il corretto ordine di priorità tra gli interessi in gioco.

Il CoNaMaL è stato ascoltato durante l’audizione presso la Commissione ambiente del Consiglio regionale della Campania.

Queste in sintesi le nostre richieste :

  1. attuare un cambio di prospettiva radicale nelle modalità di gestione: prima la tutela della funzione pubblica, sociale e ambientale delle spiagge, poi l’interesse privato allo sfruttamento economico;
  2. garantire più spiagge libere almeno in misura pari al 50% in ciascun ambito omogeneo del singolo comune costiero e introdurre il principio dell’obbligatoria alternanza tra tratti in concessione e spiaggia libera;
  3. garantire la partecipazione dei portatori d’interesse e in particolare delle associazioni di cittadini alle fasi preliminari all’adozione dei piani di utilizzo del demanio regionali e comunali;
  4. liminare le ambiguità terminologiche come ad esempio la definizione di “soggiorno all’ombra” per indicare l’arenile;
  5. eliminare le recinzioni sulle spiagge e recuperare un assetto delle aree costiere libere e accessibili senza cancelli e barriere;
  6. Ammettere nel rilascio di nuove concessioni unicamente progetti che prevedano l’utilizzo di strutture non fisse e facilmente amovibili;
  7. procedere alla mappatura delle strutture esistenti e alla valutazione della loro legittimità in base ai titoli;
  8. garantire la massima trasparenza di tutti gli atti relative alle concessioni demaniali;
  9. aumentare la percentuale dell’imposta regionale destinata ai comuni e vincolata alla gestione delle spiagge libere;
  10. eliminare le strutture in cemento che non abbiano funzione strutturale e ogni recinzione sul demanio. I centri benessere le piscine e le spa, non  vanno realizzati sulle spiagge;
  11. prevedere sanzioni più severe per la violazione delle norme del PUAD.

Il modello di gestione che immaginiamo deve prevedere unicamente concessioni di servizi senza uso esclusivo del suolo, assegnazioni tramite gare ad evidenza pubblica e rispetto dell’ambiente prima di tutto, partecipazione delle associazioni di cittadini e trasparenza di ogni atto adottato.

Un modello europeo di servizi alla balneazione più rispettoso dell’ambiente e del diritto a fruire pienamente del mare quale prezioso bene comune, per ciascun individuo che ponga in primo piano la tutela dell’ambiente costiero, del diritto alla libera e piena accessibilità per tutti ad un mare pulito e alle spiagge per godere dei benefici in termini di salute e benessere  e solo in secondo piano l’interesse allo sfruttamento economico.

Sebbene si facciano strada nel Piano alcuni concetti necessari, fino ad oggi assenti , riguardo i servizi minimi pubblici sulle spiagge libere (pulizia, servizi igienici e di salvamento) a carico dei Comuni (a cui bisogna garantire risorse adeguate perché la norma non resti solo sulla carta) e l’individuazione nei PAD comunali di  ambiti omogenei di intervento,  nel documento traspare, in molti punti,  un modello di gestione delle spiagge anacronistico, alle volte anche contraddittorio con quelle che sono le stesse disposizioni generali dettate nel Piano, valorizzando centri benessere, Spa, piscine e recinzioni . Un punto di vista inaccettabile.

Un modello, dunque, le cui ambiguità occorre superare. E’ un esigenza che l’opinione pubblica oggi sente più che mai. Ne è testimonianza la nascita e la rapida crescita di associazioni come la nostra e di tanti  movimenti locali comitati e associazioni in difesa del mare libero e gratuito che uniti intendo far ascoltare la loro voce .

Per questo abbiamo riunito tutte le realtà associative e i comitati attivi in Campania in difesa del mare e delle spiagge e intendiamo rivolgere un appello unitario alla Regione perché riveda questo piano.

Il PUAD dovrà essere approvato dal Consiglio regionale e sarà possibile fare pervenire osservazioni alla Direzione Generale Governo per il Territorio da parte di ciascun soggetto interessato entro il 6 marzo. Quindi inviateci le vostre osservazioni alla mail info@conamal.eu e facciamo arrivare ai decisori politici, forte e chiara la voce dei cittadini che reclamano più spiagge libere e mare pulito. Ricordiamo che è possible inviare osservazioni direttamente attraverso la Posta Elettronica Certificata all’indirizzo dg.500900@pec.regione.campania.it, con oggetto ““Osservazione al PUAD adottato con D.G.R. n.  del 20.12.2022”.

Difendiamo il nostro “diritto al mare”  !!

Claudia Vellusi .

Consigliere Coordinamento Nazionale Mare Libero per la Campania

Coordinamento Nazionale Mare Libero

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