Il cortocircuito mediatico su Papa Francesco e Jorit

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Di Leonardo Bianchi

Lo scorso sabato Ansa ha diffuso alcuni spezzoni di un’intervista di Papa Francesco alla RSI (Radiotelevisione svizzera), che uscirà il 20 marzo. In un passaggio, rispondendo a una domanda dell’intervistatore sulla possibile fine della guerra in Ucraina iniziata con l’invasione russa, il pontefice ha dichiarato che «è più forte quello che vede la situazione, pensa al popolo e ha il coraggio della bandiera bianca».

Papa Francesco ha sottolineato la necessità di negoziare per porre fine al conflitto. La parola «negoziare», ha aggiunto, «è una parola coraggiosa: quando tu vedi che sei sconfitto, che la cosa non va, avere il coraggio di negoziare. E ti metti vergogna, ma se tu continui così quanti morti hai poi? E finirà peggio ancora».

Rispondendo a queste dichiarazioni, il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba ha invitato il Papa su X a «sostenere l’Ucraina e il suo popolo nella giusta lotta per la loro vita». La stessa sala stampa vaticana ha dovuto precisare che l’immagine della «bandiera bianca» è stata suggerita dall’intervistatore, ribadendo che «i negoziati non sono mai una resa».

Nella giornata dell’11 marzo alle polemiche sulle parole del Papa si è aggiunta un’altra polemica legata allo street artist napoletano Ciro Cerullo (in arte Jorit) e un presunto incontro con il pontefice, in qualche modo collegato al conflitto ucraino.

Jorit è stato recentemente al centro delle cronache per essersi fatto una foto con Vladimir Putin al Festival Mondiale della Gioventù che si è svolto a Sochi, in Russia, dal primo al sette marzo. In quell’occasione l’artista si era rivolto al presidente russo per «dimostrare che lei è umano come tutti gli altri e che la propaganda che gira [su di lei, NdR] non è vera».

L’artista #Jorit si rivolge al Presidente Vladimir #Putin durante il festival internazionale della gioventù a #Sochi.

“Se possibile, posso farmi una foto con lei per dimostrare in Italia che lei è reale. Perché la propaganda dice cose strane.”

“Certo, non mi darai un pizzicotto… pic.twitter.com/tNBKbsF6S6

— Christian Di Marco (@christian_fsi) March 6, 2024

Prima ancora, nel luglio del 2023, Jorit era stato fortemente criticato per aver realizzato un murale su un palazzo bombardato a Mariupol, la città ucraina sotto occupazione dai russi dall’inizio dell’invasione. All’epoca, diversi utenti su X avevano notato una somiglianza tra la bambina disegnata da Jorit e una foto comparsa nel 2018 sulla copertina di Capture, una rivista australiana specializzata in fotografia.

L’autrice dello scatto è la fotografa Helen Whittle, mentre la bambina ritratta è sua figlia. In un breve comunicato diffuso sui social, Whittle ha spiegato di «non essere stata contattata dall’artista» e di «non aver dato alcun permesso di utilizzare l’immagine». Inoltre, ha concluso, «i miei pensieri e le mie opinioni non hanno nulla a che fare con quelle dell’artista».

Parliamone: la bambina di Mariupol nel mural di #Jorit a #Mariupol ha addirittura le stesse pieghe del dolcevita della bambina nella pluripremiata foto dell'australiana Helen Whittle – foto naturalmente coperta da copyright. #Jorit ha chiesto il permesso per riprodurla? Ha citato… pic.twitter.com/w4ag9lqwuK

— ric amati (@ricamati) July 14, 2023

Ma torniamo a quanto successo ieri. Riprendendo un passaggio dell’intervista del Papa, Jorit ha pubblicato sul proprio profilo Instagram una foto in cui si vede il pontefice di fronte a una sua serigrafia del leader sudafricano Nelson Mandela.

In un commento, lo stesso Jorit ha scritto di aver «voluto consegnare questa opera a Papa Francesco per ringraziarlo per il suo costante e profondo impegno per la Pace», aggiungendo che «elle ultime dichiarazioni si avverte la sua preoccupazione per il possibile scatenarsi imminente di una 3’ guerra mondiale, che significherebbe la fine dell’Umanità come la conosciamo». Il commento si conclude con l’invito ad «aprire subito un negoziato di pace con la Russia». È da notare, infine, che il post è geolocalizzato in Vaticano.

Leggendo il post di Jorit, insomma, si può ricavare l’impressione che lo street artist sia stato ricevuto dal pontefice e che i due abbiano le medesime posizioni sulla guerra in Ucraina. Non a caso, alcune testate l’hanno interpretato così. Il titolo di un articolo comparso sul sito dell’emittente televisiva La7, ad esempio, recita: «Jorit, dopo le polemiche e l’abbraccio con Putin, ricevuto da Papa Francesco». In un articolo sulla testata Open, invece, si legge che «l’incontro è avvenuto dopo che da alcuni giorni Jorit è finito al centro delle polemiche per il selfie con Vladimir Putin».

Entrambi gli articoli sono stati poi modificati, perché Jorit non ha mai consegnato di persona la serigrafia né tanto meno ha incontrato il pontefice. Come ha rilevato su X il giornalista di Avvenire Nello Scavo, la foto è vera: è stata scattata l’11 novembre del 2023 nel corso del secondo Incontro Internazionale per i Rettori e gli Operatori dei Santuari, in cui ha ricevuto in dono diverse immagini.

Lo stesso Jorit, intervistato la sera dell’11 marzo 2024 da Bianca Berlinguer nella trasmissione Prima di domani su Rete4, ha ammesso di non essere stato in Vaticano e di non essere mai stato ricevuto da Papa Francesco.

Ecco qui la foto originale, scattata dal servizio fotografico della Santa Sede, l’11 novembre 2023 nel corso dell’incontro del Papa con i Rettori dei Santuari che gli hanno regalato diverse immagini. All’incontro non era presente #Jorit
Si è dunque trattato un dono, tra i molti pic.twitter.com/xBuBhVxusv

— nello scavo (@nelloscavo) March 11, 2024

Dal canto suo Scavo ha descritto l’intera vicenda come un «qualcosa a metà tra una bufala e una trappola», che ha contribuito a far circolare argomenti sul conflitto utilizzati dalla propaganda russa. Di sicuro, probabilmente al di là delle intenzioni dello street artist, si è trattato di un cortocircuito mediatico causato dalla pubblicazione di una foto decontestualizzata, da una didascalia maliziosa, dall’intreccio di diverse polemiche e da titoli giornalistici decisamente affrettati.

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