Il “gasdotto dei terremoti” va a consultazione pubblica.

1 year ago 58

tracciato progetto gasdotto “Rete Adriatica” e rischio sismico (elaborazione Il Fatto Quotidiano su dati I.N.G.V.)

L’Autorità di regolazione per l’Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha recentemente imposto alla Snam Rete Gas s.p.a. di avviare una consultazione pubblica sulla reale utilità del progetto di gasdotto “Rete Adriatica”, il ben noto gasdotto dei terremoti, visto che il tracciato assurdamente prescelto riesce – oltre che a provocare un immane scempio ambientale sull’Appennino – a interessare buona parte delle zone a maggiore rischio sismico a livello europeo.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) – insieme al Comitato interregionale No Tubo, al Comitato No Hub del Gas, ai Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona e a tanti altri associazioni e comitati ambientalisti – ha inoltrato (18 gennaio 2023) un argomentato atto di intervento con “osservazioni” nella procedura di consultazione pubblica, evidenziando numerose incongruenze economico-finanziarie del ”Progetto Linea Adriatica” – Relazione integrativa – novembre 2022”, il pesante impatto ambientale, l’inesistente contributo alla sicurezza energetica nazionale.

Appennino, Lupo (Canis lupus italicus)

Terminata la fase di discussione pubblica, Snam Rete Gas S.p.A. trasmetterà all’ARERA, ai fini delle valutazioni di competenza da esprimere con procedura d’urgenza al di fuori dell’ordinario processo di valutazione dei Piani, un rapporto di sintesi dei contributi ricevuti, unitamente alle controdeduzioni alle osservazioni.

Il progetto Snam di gasdotto “Rete Adriatica” ha caratteristiche pesantemente impattanti: una lunghezza complessiva di km. 687 (tubazione di diametro 1.200 mm. a mt. 5 di profondità, servitù di mt. 40), un unico tracciato dal Sud (Massafra, Prov. Taranto) fino all’Italia settentrionale (Minerbio, Prov. Bologna).

Un progetto suddiviso in cinque tronconi (Massafra-Biccari; Biccari-Campochiaro; centrale di compressione Sulmona; Sulmona-Foligno; Foligno-Sestino; Sestino-Minerbio) che attraversa ben dieci Regioni (Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria, Marche, Toscana, Emilia-Romagna), interessando aree di rilevante importanza naturalistica (3 parchi nazionali1 parco naturale regionale21 siti di importanza comunitaria)[1], aree a gravissimo rischio sismico (Abruzzo, Lazio, Umbria, Marche) e idrogeologico, senza che  sia stato effettuato un unico procedimento di valutazione di impatto ambientale (direttive n. 85/337CEE e n. 97/11/CE) come richiesto da normativa e giurisprudenza comunitaria (vds. es. Corte di Giustizia CE, Sez. II, 28 febbraio 2008, causa C-2/07) né una procedura di valutazione ambientale strategica (direttiva n. 01/42/CE). Disattese anche altre disposizioni normative specifiche relative al procedimento di V.I.A. e alla corretta redazione dello studio di impatto ambientale.

simulazione posa gasdotto (Studio Newton, Fano)

Il costo dell’opera è stimato ormai in 2,4 miliardi di euro.

E tuttora non sono scandalosamente definiti i due ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica pendenti avverso i tronconi Sulmona-Foligno e Foligno-Sestino.

Lo stesso Gruppo Snam ammette che nel 2030 si avrà un consumo di circa 60-65 milioni di metri cubi di gas naturale all’anno a fronte di una capacità di complessiva di gestione da parte delle infrastrutture (gasdotti e rigassificatori) di 90 miliardi di metri cubi all’anno.

Per un terzo, quindi, saranno inutilizzate opere la cui costruzione grava e graverà sulle tasche degli Italiani.

Sulmona, manifestazione contro il gasdotto “Rete Adriatica”

L’Italia dispone di infrastrutture metanifere di trasporto e di distribuzione interna che sono sovradimensionate rispetto al fabbisogno nazionale. Nel tempo i consumi di gas sono scesi sensibilmente passando da 86 miliardi e 200 milioni di metri cubi del 2005, che evidentemente sono stati consegnati agli utenti con le infrastrutture esistenti, ai 69 miliardi del 2022 (71 miliardi se vogliamo considerare la media degli ultimi 5 anni), con un trend in futura netta diminuzione.

Il gasdotto “Rete Adriatica” è strategico soltanto per gli interessi del Gruppo ENI e del Gruppo Snam.

La tragica guerra in Ucraina continua a esser un pretesto: il vergognoso aumento delle bollette per gli utenti è dovuto fondamentalmente non alla carenza di gas ma alle manovre finanziarie delle grandi società che dominano il mercato, il solo Gruppo ENI nei primi 9 mesi del 2022 ha quadruplicato gli utili da 2,6 a 10,80 miliardi di euro.

Il gas all’Italia non è mai mancato, tant’è che nel corso del 2022 (fino a ottobre) ne sono stati esportati oltre 3 miliardi e 400 milioni di metri cubi, cosa mai accaduta in passato: un quantitativo che è superiore a quello che il Governo vorrebbe ricavare da nuove trivellazioni in mare e sulla terraferma.

Pertanto, al pari di altri comitati e associazioni, il GrIG ha chiesto l’eliminazione del gasdotto Rete Adriatica dall’elenco delle opere strategiche nazionali, con tutte le conseguenze del caso.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Umbria, Appennino sotto la neve

(immagine cartografica Il Fatto Quotidiano su dati I.N.V.G., elaborazione fotografica Studio Newton – Fano, foto S.L., G.M., archivio GrIG)

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