Si sa, all’ignoranza c’è rimedio: basta informarsi, studiare, imparare.
All’ottusità purtroppo non c’è rimedio.
Lì la Natura ha emesso il proprio verdetto inappellabile.
Il Lupo (Canis lupus) non è una specie alloctona o addirittura aliena, come giunge a scrivere il buon giornalista de L’Arena perché fa parte da sempre della fauna selvatica italiana.
I Lupi non arrivano da Marte e nemmeno dal pianeta di Papalla.
La Nutria (Myocastor coypus), invece, è originaria del Sud America.
Importata in mezzo mondo, fra cui in Italia, per l’allevamento a fini commerciali (negli anni ’70-‘80 del secolo scorso andava per la maggiore la pelliccia di castorino), quando l’interesse s’è affievolito, gli allevamenti han chiuso e…han liberato il roditore, che in Italia si è trovato benissimo.

Fa parte della dieta del Lupo, al pari del Cinghiale e di altri ungulati.
Quanto alle prese di posizione del consigliere regionale del Gruppo Misto Stefano Valdegamberi, non si può che ricordare che la spara sempre più grossa per far vedere che esiste: nella sua mente il Lupo “è ormai fuori controllo”.
Come i neuroni.
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
da L’Arena, 9 gennaio 2025
Coppia di lupi fa strage di nutrie a Gazzo: «Qui trovato un equilibrio tra le due specie alloctone».
Due esemplari si aggirano da mesi tra Maccacari e l’oasi del Busatello cibandosi di castorini. Il sindaco: «Una sera li ho visti anch’io». (Riccado Mirandola)
I lupi sono arrivati anche all’estremo sud della provincia, al confine con il Mantovano e ad una manciata di chilometri dal fiume Po. Si tratta di una coppia che da almeno un paio di mesi si è stabilita tra Maccacari e l’oasi naturalistica del Busatello di San Pietro in Valle e che tuttavia, almeno per il momento, non ha assalito e ucciso animali domestici o il bestiame custodito negli allevamenti della zona.
Il sindaco: «Li ho visti anch’io»
«Li ho visti anch’io», conferma il sindaco Stefano Negrini, «era una sera di pioggia ma ho intravisto chiaramente il lupo vicino alla strada mentre passavo in macchina. Altri cittadini mi hanno più volte riferito di aver notato la coppia che vagava nelle nostre campagne ma nessuno ha mai lamentato problemi di pollai o allevamenti predati».
I lupi vengono avvistati in particolare verso il calar della sera nei campi a ridosso alle zone paludose del territorio e in più occasioni sono stati visti attraversare velocemente la Statale 12, a Roncanova.
«Sono convinto», spiega Negrini, «che l’assenza di predazioni sia dovuta principalmente al fatto che nel nostro territorio ci sono migliaia di nutrie che sono diventate facili prede per i lupi, che da noi quindi hanno trovato un ambiente favorevole dove potersi cibare senza tanta fatica».
Un’ipotesi, quella di Negrini, che spiegherebbe il perché i due canidi selvatici sono stati spesso avvistati in prossimità di corsi d’acqua dove pullulano le nutrie che in questo periodo dell’anno sono solite uscire dai loro nascondigli per andare a «pascolare» nei campi seminati a frumento o coltivati a radicchio.
Poiché una volta fuori dall’acqua le nutrie hanno movimenti piuttosto goffi diventano facilmente preda dei lupi che, con il minimo sforzo, riescono quindi a procurarsi cibo in abbondanza poiché un castorino adulto arriva a pesare anche una decina di chili.
Specie aliene
Quanto si sta verificando a Gazzo sarebbe il primo esempio di controllo tra specie aliene sul territorio. Lupi e nutrie non sono infatti fauna selvatica autoctona e avrebbero trovato un loro equilibrio naturale tra prede e predatori.
La nutria ormai è radicata nella Bassa da decenni e la mancanza di nemici naturali ha favorito la sua diffusione esponenziale con importanti danni ambientali e economici per la distruzione di coltivazioni e degli argini dei fiumi. Il lupo invece non si era mai spinto fino qui ed ha quindi trovato a Gazzo un ambiente idoneo con tantissime prede facili.
Non sarebbero lupi giunti dalla Lessinia
Presumibilmente i due esemplari sarebbero giunti in paese dal Ferrarese dove da anni sono presenti decine di lupi. Da qui gli animali avrebbero seguito il corso del Po per arrivare poi nelle vicinanze del Busatello.
Gli esemplari che invece si aggirano negli altri paesi della provincia, come Bovolone, Isola Rizza, Villafranca e Vigasio, sono sicuramente appartenenti ai branchi che hanno popolato la Lessinia e le colline veronesi.
Bozza e Valdegamberi
«Ha ragione il professor Renato Semenzato, un serio monitoraggio del lupo non può prescindere da una seria conoscenza biologica dello stesso esemplare e dalla formazione specifica degli addetti al censimento. Non a caso la mia proposta in Regione va proprio in questa direzione: utilizzo della telemetria satellitare per individuare i comportamenti e gli spostamenti del lupo, e il contesto in cui si muove. In più è necessaria la classificazione dei capi branco oltreché delle femmine alfa. E va fatta attività formativa per avere professionalità specifiche da destinare al controllo, anche pronte all’utilizzo delle pallottole di gomma».
Lo afferma, dopo l’intervento su L’Arena del biologo, il consigliere regionale di Forza Italia Alberto Bozza, che lo scorso ottobre ha presentato una mozione con cui impegna la Giunta regionale ad istituire un piano di monitoraggio del lupo.
«La situazione anche in pianura», dichiara il consigliere regionale del Gruppo Misto Stefano Valdegamberi, «è ormai fuori controllo e, nonostante le sollecitazioni ad agire con un piano di contenimento come fanno Svezia, Austria e Svizzera, applicando le già esistenti deroghe mai applicate per un’incoerente dilagante ideologia, in Italia si preferisce non fare nulla in attesa che si concluda l’iter di declassamento. Invece, occorre agire subito, con un intervento ministeriale urgente che consenta alle Regioni di intervenire con piani di contenimento».
(foto Raniero Massoli Novelli, Luca Iancer, S.D., archivio GrIG)