Il ritorno del Lupo in Europa “spaventa” solo chi vuol essere spaventato.

4 months ago 28

Lupo europeo (Canis lupus)

L’Italia è un Paese molto curioso e singolare per tanti motivi.

Per esempio, uno di questi motivi riguarda il Lupo (Canis lupus).

Dopo un lunghissimo periodo di persecuzione legale che l’aveva portato sull’orlo dell’estinzione, dal 1976 il Lupo in Italia è legalmente protetto (D.M. 22 novembre 1976), perdurando comunque un deleterio bracconaggio non sempre perseguito efficacemente.

Tarquinia, Lupo massacrato (24 gennaio 2014)

Solo rare condanne e molta impunità.

Attualmente si stima la presenza di circa 3.300 esemplari di Lupo in tutto il territorio nazionale, un ruolo fondamentale al vertice della catena alimentare selvatica, principale fattore di contenimento degli ungulati (Cervi, caprioli, soprattutto Cinghiali), la cui presenza eccessiva è spesso motivo di protesta da parte del mondo agricolo.

Ci sono tanti allevatori che intelligentemente si sono ben attrezzati per la novità, mentre parti del mondo agricolo tafazzianamente pretendono che si apra la caccia ai Lupi, magari perché han poca voglia di adottare quelle cautele di vigilanza del bestiame (sovvenzionate con fondi pubblici) che ogni allevatore dovrebbe porre in essere per semplici modalità operative del proprio lavoro.

Pure qualche amministratore locale appoggia tali folli (e illegali) richieste, alcuni vorrebbero inibir loro l’ingresso al territorio comunale (metteranno i cartelli di cartelli di divieto di accesso?), ci sono poi cittadini terrorizzati perché suggestionati da cronache tanto fantasiose quanto improbabili e buffe.

Per non parlare di quei cacciatori che diventano timide verginelle davanti al feroce Lupo.

ISPRA – presenza del Lupo in Italia (2021)

In realtà, il Lupo è molto meno pericoloso della Vespa, eppure nessuno si sogna – giustamente – di chiedere il patibolo per le Vespe.

Il peggio lo danno quei politici, spesso monotematici o incapaci, presenti nei governi e nelle assemblee legislative che instillano odio e disinformazione per acquisire becero consenso e per calcoli elettoralistici.

Cerca sempre di distinguersi in proposito l’on. Francesco Lollobrigida, attuale Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, il quale, anziché occuparsi dei crescenti e devastanti tagli boschivi abusivi o di combattere il sempre più pesante consumo del suolo agricolo a causa della speculazione energetica, ce l’ha a morte con il Lupo.

Non gli sembra vero di affermare pubblicamente d’essere un cacciatore, figlio e nipote di cacciatori, ma, pur non essendo sua diretta competenza, ha cercato di far approvare un piano straordinario di abbattimento della fauna selvatica comprendente anche il Lupo, ottenendo solo di far aprire una procedura d’infrazione da parte della Commissione europea.   E l’opposizione formalizzata di decine e decine di migliaia di cittadini.     

Lupo italiano o appenninico (Canis lupus italicus)

Per esempio, lo scorso 1 aprile 2023, seriamente però, ha affermato, suscitando il plauso di amministratori locali e di rappresentanti della Coldiretti (ormai organizzazione di stretta osservanza governativa) che “siamo a una sovrappopolazione del lupo. L’Italia conta oltre 3300 esemplari, numero che supera il grado di equilibrio dell’ecosistema e quindi bisogna ragionare con serenità e senza preclusioni ideologiche sul piano di gestione e contenimento, prima che succeda l’irreparabile”.

E insiste.

Lo scorso 20 novembre 2023 alla riunione del Consiglio dell’Agricoltura e Pesca (Agrifish) dell’Unione europea ha presentato una relazione (A new role of farmers for vital and sustainable rural areas) per chiedere l’individuazione dell’agricoltore quale bio-regolatore, assicurando il sostegno di sette Paesi membri (Francia, Austria, Polonia, Romania, Grecia, Finlandia e Lettonia) su ventisette e, ovviamente, ritenendo “che occorra affrontare con urgenza le sfide legate alla presenza degli animali selvatici, rivedendo e aggiornando l’attuale quadro normativo sullo status di protezione dei lupi”.

In realtà, dai resoconti ufficiali dell’Unione europea non traspare grande successo per le posizioni lollobrigidiane, una mera comunicazione fra le altre.

La Commissione europea, nei mesi scorsi, ha avviato una consultazione pubblica sulla percezione della presenza del Lupo in Europa e nel dicembre 2022 il Comitato permanente della Convenzione internazionale di Berna sulla conservazione della vita selvatica e degli habitat naturali ha respinto la richiesta svizzera di declassare la protezione del Lupo.

Non sapevamo che il Ministro Lollobrigida oltre che esperto di piani di sostituzione etnica e di servizi ferroviari fosse anche esperto di Lupi, magari più di chi li studia concretamente da una vita.

Con sua buona pace, secondo il rapporto “Understanding rural prospectives, realizzato (novembre 2023) da Savanta per conto di Eurogrup for Animals, Humane Society International/Europe, Fondation Brigitte Bardot, Dierenbescherming, Djurskyddet Sverige, Deutscher Tierschutzbund, World Animal Protection Denmark, World Animal Protection Netherlands, World Animal Protection Sweden e LAV,  la stragrande maggioranza degli abitanti rurali di 10 Stati membri dell’Unione europea (Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Italia, Belgio, Polonia, Danimarca, Svezia, Romania) è convinta che “i grandi carnivori, compresi i Lupi, dovrebbero rimanere rigorosamente protetti all’interno dell’Ue e avere il diritto di coesistere con gli esseri umani”.

Le persone comuni spesso e volentieri dimostrano molto maggiore buon senso di chi li governa.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Rewinding Europe, monitoraggio areale europeo del Lupo, 2022

da Greenreport, 5 dicembre 2023

Il ritorno dei lupi in Europa è motivo di festa, non di paura.

Per la maggior parte degli abitanti delle zone rurali Ue i grandi carnivori dovrebbero essere rigorosamente protetti.

La Lav attacca Lollobrigida: «La miopia del Ministro dal grilletto facile si rivolge esclusivamente al passato, proietta l’Italia nella preistoria».

Secondo il sondaggio contenuto nel  rapporto “Understanding rural prospectives”, realizzato da Savanta per conto di  Eurogrup for Animals, Humane Society International/Europe, Fondation Brigitte Bardot, Dierenbescherming, Djurskyddet Sverige, Deutscher Tierschutzbund, World Animal Protection Denmark, World Animal Protection Netherlands, World Animal Protection Sweden e LAV.  la stragrande maggioranza degli abitanti rurali di 10 Stati membri dell’Ue è convinta che «I grandi carnivori, compresi i lupi, dovrebbero rimanere rigorosamente protetti all’interno dell’Ue e avere il diritto di coesistere con gli esseri umani».

Attualmente i lupi, anche su pressione del governo italiano, corrono il rischio che la loro protezione venga declassata, perché la Commissione europea sta attualmente valutando le “prove” frutto di quello che Eurogrup for Animals  definisce «Un processo di consultazione pubblica irregolare avviato nel settembre 2023, che potrebbe portare a una proposta in tal senso. Questa mossa metterebbe a repentaglio gli sforzi compiuti negli ultimi anni per il recupero dei lupi in Europa».

Lupo (Canis lupus, foto Raniero Massoli Novelli)

Una posizione ribadita dal ministro dell’agricoltura, sovranità alimentare e foreste Francesco Lollobrigida quando ha presentato un documento nel corso dell’ultima riunione del Consiglio europeo dei Ministri dell’agricoltura: L’uomo deve aiutare le specie in estinzione a sopravvivere ma, con la stessa determinazione, deve valutare e intervenire per ridurre il sovrappopolamento di alcune specie, per garantire equilibrio nella stessa specie ma anche per tutte le altre, uomo compreso, nelle attività che gli sono proprie. Proprio per questo va rivista la posizione europea sui grandi carnivori, lupo compreso, alla luce della presenza attuale divenuta eccessiva in molte aree del continente. Riteniamo quindi che occorra affrontare con urgenza le sfide legate alla presenza degli animali selvatici, rivedendo e aggiornando l’attuale quadro normativo sullo status di protezione dei lupi». 

Ma, al contrario di quanto crede Lollobrigida, l’indagine evidenzia che «molti abitanti rurali sono favorevoli alla protezione dei lupi e degli altri grandi carnivori, con il  68% che afferma che dovrebbero essere rigorosamente protetti e oltre due terzi (72%) concorda sul fatto che hanno il diritto di coesistere». Le associazioni fanno notare che «Le lobby dell’allevamento e della caccia spingono costantemente affinché lo status di protezione dei lupi venga declassato. Tuttavia, una percentuale molto bassa di intervistati ha dichiarato di sentirsi ben rappresentata dai gruppi di interesse legati alla caccia (12%) e all’agricoltura (18%). Il 66% degli intervistati ha affermato che i decisori, comprese le istituzioni dell’Ue, dovrebbero dare priorità alla conservazione dei grandi carnivori, mentre il 65% afferma che l’uccisione dei singoli grandi carnivori problematici dovrebbe avvenire solo se si può dimostrare che sono state implementate misure di protezione adeguate e che sono fallite».

Il 69% degli intervistati hanno affermato che i benefici e le funzioni dei grandi carnivori dovrebbero essere prese in considerazione nelle decisioni riguardanti la loro gestione. Le associazioni fanno presente che «I lupi, ad esempio, svolgono un ruolo cruciale nella regolazione delle popolazioni di prede, nella prevenzione del pascolo eccessivo e, in definitiva, nel contribuire a ecosistemi più sani».

L’indagine ha identificato la tutela dell’ambiente per le generazioni future (80%) e la conservazione della biodiversità (78%) come priorità importanti per l’Unione europea. 

Appennino, Lupo (Canis lupus italicus)

Sebbene il rischio di attacchi da parte di lupi e altri grandi carnivori rimanga estremamente basso e possa essere ulteriormente ridotto adottando comportamenti adeguati in caso di tale incontro, l’indagine evidenzia chiaramente «la necessità di una maggiore consapevolezza, con il 62% degli intervistati che afferma che si sentirebbe sarebbero più sicuri se capissero meglio come si comportano i lupi e gli orsi e come spaventarli in caso di incontro».

I promotori del sondaggio ricordano che «Sono disponibili strumenti per prevenire e compensare il danno economico causato dai lupi agli animali d’allevamento e, alla luce di questi risultati, invitiamo la Commissione Europea e le altre istituzioni dell’Ue ad ascoltare la voce delle comunità rurali, come previsto nel lungo periodo. termine Vision per le aree rurali dell’UE, mantenere il rigoroso status di protezione delle popolazioni di lupi e continuare ad attuare un’ambiziosa direttiva Habitat».

Per Reineke Hameleers, CEO di Eurogroup for Animals, «Il ritorno dei lupi in Europa è motivo di festa, non di paura. Nonostante la narrazione presentata da alcuni, i risultati di questo sondaggio evidenziano chiaramente che la maggior parte di coloro che vivono in prossimità dei lupi sostengono il proprio status di protezione e sono disposti a coesistere. Dati attendibili e il riconoscimento dell’importanza della conservazione e della biodiversità dovrebbero guidare le decisioni della Commissione europea e non l’interesse di pochi».

il Lupo e Cappuccetto Rosso

Joanna Swabe, direttrice senior delle relazioni pubbliche di Humane Society International/Europa, conclude: «Le voci più forti nel coro che chiede l’abolizione dello status di protezione dei lupi sono state finora le lobby agricole e venatorie. Si sono posizionati come rappresentanti degli interessi delle comunità rurali. Tuttavia, i risultati di questo sondaggio suggeriscono fortemente che molti cittadini dell’Ue che vivono nelle zone rurali sono desiderosi di sostenere la protezione legale di questi grandi carnivori e di sostenere la convivenza pacifica con questi animali. E’ fondamentale che queste voci rurali siano ascoltate anche dalla Commissione europea e che specie ecologicamente importanti come i lupi non siano dichiarate preda leale perché alcuni non accettano la necessità di coesistere con loro».

La Lav torna ad attaccare il disegno politico che c’è dietro la presa di posizione di Lollobrigida: «Purtroppo, al di là dell’intento propagandistico del Ministro, il presagio di una futura strage trova un’autorevole conferma nel percorso di revisione dello status di tutela dei lupi avviato a settembre tramite una consultazione indetta dalla Commissione Europea. Così la presidente Ursula Von der Leyen strizza un occhio al sempre più influente Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, di cui fa parte Fratelli d’Italia, in vista della sua ricandidatura alla presidenza della Commissione prevista per la prossima estate. Tale bieco utilizzo dei lupi per fini politico/elettorali, non è altro che il coriaceo residuo dell’epoca di persecuzione che ha quasi condotto all’estinzione la popolazione di lupi del nostro Paese, e non solo. Come per la carne coltivata, la miopia del Ministro dal grilletto facile si rivolge esclusivamente al passato, proietta l’Italia nella preistoria, le impedisce di stare al passo con le sfide imposte dalla contemporaneità. Infatti, sebbene fino a pochi anni fa paresse una scorciatoia sicura, intuitiva, avallata dai grandi istituti scientifici, attualmente l’efficacia dell’uccisione dei lupi per ridurre le predazioni sul cosiddetto “bestiame” inizia a vacillare visibilmente».

Lupo europeo (Canis lupus)

(foto da mailing list ambientalista, Raniero Massoli Novelli, S.D., archivio GrIG)

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