In Francia il bonus riparazione prova a incentivare il riuso

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Tramite uno sconto in fattura, la Francia intende incentivare la riparazione delle più comuni apparecchiature elettriche ed elettroniche. L'inizio è incoraggiante: i punti di riparazione certificati sono 400, con circa 700 tecnici disponibili. L’obiettivo è quello di aumentarli fino a una copertura più capillare dei territori

Un passo in avanti in senso circolare per l’economia francese: entra finalmente in vigore il bonus riparazione che permetterà di ricevere, con uno sconto in fattura, un importo pari a circa il 20% del costo medio per una riparazione. La riparazione dovrà essere controllata, per cui gli utenti potranno rivolgersi esclusivamente a un tecnico certificato da Ecosystem ed Ecologic, due eco organizzazioni che gestiscono il fondo di riparazione.

Non tutti i prodotti potranno usufruire dei bonus governativi. Per ora, gli incentivi sono dedicati ad apparecchiature elettriche ed elettroniche che appartengano a una specifica sottocategoria selezionata e indicata, consultabile anche online. Parliamo di elettrodomestici e altri prodotti piuttosto comuni, di uso domestico e quotidiano, molto diffusi e presenti all’interno delle case e delle famiglie.

Per ciascuno di questi prodotti, è stato fissato un limite massimo di contributo fisso alla riparazione che va da 25 euro per una lavatrice e uno smarphone fino a 30 euro per un televisore. La certificazione di Ecosystem ed Ecologic indica anche il costo della riparazione che dovrà essere tra i 150 e i 180 euro di costo.

Gli obiettivi del bonus riparazione

Con il bonus si spera di diminuire, magari gradualmente ma in maniera incisiva, la tendenza alla sostituzione dei prodotti che potrebbero (e in verità dovrebbero) semplicemente essere riparati. Il costo eccessivo che alle volte si impone per la sostituzione di singole parti danneggiate, o per la riparazione di alcuni elementi che potrebbero portare i prodotti a essere nuovamente efficienti e funzionanti, è percepito come eccessivo e oneroso.

Abitualmente si tende quindi alla sostituzione con un prodotto nuovo che all’apparenza darà prestazioni maggiori e maggiori garanzie. I numeri parlano chiaro: solo il 36% dei francesi sceglie di dare una seconda vita ai propri oggetti. Il tasso di riparazione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche è solo del 10%, nonostante l’81% dei francesi ne riconosca il valore. Il costo medio delle riparazioni stesse, è ciò su cui si sta provando a lavorare. Nell’eventualità di spendere, per una riparazione, oltre il 30% del valore commerciale del prodotto danneggiato, la tendenza è quella di comprarne un nuovo.

Brune Poirson, ex Segretaria di Stato francese, quando nel febbraio 2021 venne promulgata questa legge sulla riparazione, ebbe a dichiarare che l’obiettivo era “portare la Francia fuori da una società completamente usa e getta per una società totalmente riutilizzabile”. Oggi, quel fondo viene finalmente messo a disposizione dei consumatori aprendo una nuova stagione nella storia della riduzione dei consumi.

L’inizio, incoraggiante anche se non risolutivo per via dei numeri, è comunque un primo e importante passo che darà modo di analizzare i processi in corso e la risposta dei consumatori. In questo momento i punti di riparazione certificati sono 400, con circa 700 tecnici disponibili: l’obiettivo è quello di aumentarli fino ad una copertura più capillare dei territori. Secondo Ecosystem “questo fondo di riparazione dovrebbe crescere gradualmente e da 31 generi di prodotti interessati, passeremo già a 68 nel 2025”. E sul numero dei riparatori autorizzati aggiunge: “abbiamo 1.700 pratiche in corso. L’obiettivo è arrivare a 5.000 nel 2025 e 10.000 nel 2027”. I punti di riparazione non ancora certificati e presenti sul territorio nazionale, per questo genere di prodotti, in questo momento sono circa 20mila.

“L’importante è lanciare il dispositivo, vedere se è fluido e se i francesi aderiscono. Se ciò non bastasse, andremo oltre” dichiara soddisfatt Bérangère Couillard (segretario di Stato responsabile dell’ecologia). Per ora, una prima valutazione sui risultati e sul primo impatto è prevista a marzo con le eco organizzazioni che monitoreranno le riparazioni attraverso tecnici e punti certificati. Allo studio c’è anche l’estensione di questo fondo a un numero sempre maggiore di prodotti.

EconomiaCircolare


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