In Italia le spiagge non si chiudono.

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Villasimius, Punta Molentis, recinzione nell’acqua di mare (luglio 2019)

Se non verremo ascoltati siamo pronti a tenere le spiagge chiuse“, ha affermato Maurizio Rustignoli, presidente della FIBA, una delle principali associazioni delle imprese balneari nazionali.

In poche parole un esempio lampante dell’arroganza, della superficialità e dell’ignoranza che purtroppo è largamente presente nel settore.

Al massimo i titolari delle imprese balneari possono chiudere la loro porta di casa.

S. Anna Arresi, spiaggia di Porto Pino

Le spiagge – di cui hanno concessione, ampiamente scaduta nella stragrande parte dei casi – fan parte del demanio marittimo (artt. 822 cod. civ. e 28 cod. nav.) e chiunque può accedervi.

Le spiagge non sono casa loro.

Le concessioni demaniali, per normativa comunitaria ineludibile (direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, c.d. direttiva Bolkestein), devono esser assegnate previo bando pubblico, come la giurisprudenza ha affermato costantemente.

E gli 8 mila chilometri di coste italiane non costituiscono una “risorsa abbondante”, come vorrebbero curiosi conteggi da magliari che inventerebbero oltre di 3 mila chilometri in più.

Ma la finiamo una buona volta con questa ignobile farsa per ragioni economiche ed elettoralistiche di cui letteralmente pagheranno le conseguenze gli Italiani?

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

lunghezza delle coste e concessioni demaniali “balneari” (Il Corriere della Sera, 21 novembre 2023)

A.N.S.A., 11 aprile 2024

Balneari in piazza, ‘pronti a chiudere le spiagge’.

Gasparri: “Risorse non scarse, la categoria comunichi meglio”.

a battaglia dei balneari per chiedere a un governo, definito più volte “amico”, di approvare al più presto una legge che dia certezze al settore fa prendere alle associazioni del comparto due strade differenti in questa giornata di mobilitazione a Roma.

Da una parte una grande manifestazione a piazza Santi Apostoli, organizzata da Sib e Fiba con migliaia di lavoratori e concessionari degli stabilimenti insieme ai sindaci dei territori, arrivati da tutta Italia. Dall’altra due conferenze stampa, organizzate alla Camera dei deputati e al Parlamento Europeo di Bruxelles da Assobalneari Italia, aderente a Federturismo-Confindustria, e Base Balneare con Donnedamare: insieme a loro anche esponenti di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega.

Fratino (Charadrius alexandrinus)

In piazza, dove si alternano sul palco anche tanti lavoratori del settore, per condividere storie e incognite su un lavoro che è una scelta di vita, i toni sono netti: “Siamo pronti a tutti i confronti e a rivalutare ogni ipotesi”, ma “per avere regole certe se sarà necessario ci saranno nei prossimi mesi ulteriori step di forte pressione verso la politica, anche valutando, ahimé, nei primi giorni di giugno di chiudere l’offerta balneare italiana – avverte Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba -. Se non verremo ascoltati siamo pronti a tenere le spiagge chiuse”.

Se non ci saranno passi avanti “con grande rispetto, presidente della Repubblica e presidente Meloni, il 2 giugno, la Festa della Repubblica ve la organizziamo noi sulle nostre spiagge – sottolinea poi, unendo veemenza e ironia nel suo intervento, rivolto al mondo della politica, Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio -. Poi vi organizziamo anche la campagna elettorale per le Europee e, visto che una settimana dopo i politici verranno in Puglia, vi organizziamo pure il G7”. Si è tentato “di tutto per boicottare questa manifestazione e dividere le associazioni dei balneari, anche ieri con una riunione farsa e oggi con una conferenza in contemporanea alla Camera – aggiunge -. Noi però siamo tutti uniti e vogliamo una sola cosa, continuare a fare il nostro lavoro”. Rispetto al governo, “noi consideriamo Giorgia Meloni una presidente coerente, forte, con gli attributi”, ma “oggi ha sbagliato, a non essere qui con noi”. In contemporanea dagli incontri nelle sedi istituzionali arriva “un appello forte a nome di tutti i balneari italiani” contro una “applicazione distorta della Bolkestein” che “lede gli interessi del nostro Paese”, anche perché “rischia di gettare nell’incertezza lavorativa decine di migliaia di persone” sostengono Fabrizio Licordari e Bettina Bolla, presidenti di Assobalneari-Confindustria e di Base Balneare.

Per Maurizio Gasparri (Forza Italia), “come dimostrato in sede di mappatura, la maggior parte delle spiagge italiane sono disponibili per l’insediamento di nuove imprese: pertanto la direttiva Bolkestein che regola la concorrenza non dev’essere applicata, perché la scarsità di risorse non sussiste”. Comunque “ribadisco che i balneari hanno bisogno di produrre una comunicazione unitaria più efficace”. Per quanto riguarda il governo “andiamo avanti per garantire la massima tutela a chi, con i propri investimenti e il proprio impegno, ha fatto della balneazione attrezzata un’eccellenza del turismo italiano” spiega Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo.

Arbus, dune di Piscinas

(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)

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