[ITALIA] Fare sciopero non è reato. Il picchetto “non è penalmente rilevante” ma iniziativa di libertà sindacale per i lavoratori

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FARE SCIOPERO NON È REATO,

IL PICCHETTO “NON È PENALMENTE RILEVANTE”

MA INIZIATIVA DI LIBERTÀ SINDACALE

20 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE PER FORTI AUMENTI DI SALARIO

21 OTTOBRE MANIFESTAZIONE NAZIONALE BASE MILITARE GHEDI (BS) CONTRO GUEREA ED ECONOMIA DI GUERRA

Milano: archiviata indagine su scioperi magazzino logistica supermercati Unes, il blocco delle merci non è violenza.

Il Tribunale di Milano ha archiviato la posizione di 32 lavoratori e dirigenti del sindacato SI Cobas indagati a vario titolo per violenza privata, blocco stradale, resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di indicazioni sulla propria identità per una serie di proteste e picchetti avvenuti tra il 19 agosto e il 6 settembre 2021 nel polo logistico Akno Business Park di Truccazzano, nel milanese, all’interno dei magazzini per la conservazione e lo smistamento dei prodotti freschi e deperibili di Unes dove lavorano con uno schema di appalti l’azienda di logistica Brivio&Viganò e la cooperativa Lgd.

Per la Gip di Milano Daniela Cardamone, che ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dal pm Enrico Pavone e trasmesso gli atti a Monza per alcuni episodi minori, “la semplice presenza in un picchetto di molte persone finalizzato ad ostacolare gli automezzi in entrata o in uscita dallo stabilimento industriale” in assenza di “violenza o minaccia” non può essere “penalmente rilevante” perché diventerebbe “uno strumento di repressione della libertà sindacale e del diritto di sciopero e, in ultima analisi, una misura antidemocratica”.

La “semplice ostruzione dei cancelli” con “la propria presenza fisica” da parte dei lavoratori difesi dagli avvocati Eugenio Losco, Giuseppe Amato e Sara Mingione è – si legge nelle 18 pagine dell’ordinanza – “un esercizio legittimo” della libertà sindacale e del diritto di sciopero.

L’inchiesta della polizia politica Digos, nata dalla denuncia di Gabriele Ghezzi, rappresentante legale della coop Lgd, riguarda una dura vertenza sindacale con blocchi dei camion ai cancelli che portò all’epoca a 41 licenziamenti e una causa ancora pendente davanti al Tribunale civile in cui le aziende, assistite dal giuslavorista Pietro Ichino, chiedono risarcimenti danni al sindacato per centinaia di migliaia di euro come conseguenza degli scioperi.

Un camionista, esasperato, si era anche lanciato “a velocità sostenuta verso i varchi di ingresso” fermandosi a pochi centimetri dai “manifestanti” con una scena simile a quella che due mesi prima ha provocato la morte di un sindacalista a Novara.

(fonte: LaPresse, 17 ottobre)


UNES: INIZIA IL PROCESSO

DOMANI PRESIDIO ORE 9,00

FUORI AL TRIBUNALE DI MILANO

Domani, 22 Settembre, si terrà presso il Tribunale di Milano la prima udienza del processo che vede imputati 32 operai e militanti accusati di avere organizzato e messo in atto gli scioperi del 2022 ai magazzini Unes della provincia di Milano.

I lavoratori, rappresentati dal S.I. Cobas scesero in sciopero dapprima per diritti e miglioramenti salariali e successivamente contro i licenziamenti ritorsivi messi in atto dalla ditta Lgd appaltatrice negli impianti per i servizi logistici di trasporto e facchinaggio.

La risposta repressiva e antisindacale dell’azienda fu da subito supportata dalla Questura che mise a disposizione di Unes e Lgd un imponente dispositivo repressivo atto ad impedire con la violenza i presidi dei lavoratori.

Le denunce legali per blocco delle merci e violazione del decreto Salvini sono state negli scorsi mesi archiviate dal Pm.

Ma l’azienda Lgd supportata dallo studio del noto “gius-lavorista” Ichino con intento di accanimento persecutorio ha deciso di impugnare il provvedimento, nonostante la vertenza fosse ormai ampiamente terminata con accordi conciliativi.

Si tratta perciò apertamente di un attacco politico al diritto di sciopero, perpetrato con il supporto e la regia dell’avvocato Ichino, tristemente noto per aver sostenuto le peggiori iniziative anti operaie dei governi di centro sinistra tra le quali il cosiddetto “job’s act”.

Per questo motivo saremo dalle ore 9 in presidio fuori dal Tribunale di Milano, corso di Porta Vittoria 15.

21 settembre,

S.I. Cobas

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