L’aria che tira sui giornali. Pnrr, futuro Fitto di incognite

1 year ago 593

“Ma dovete capire, siamo qui solo da pochi mesi e poi è matematico, è scientifico, e oggi lo dobbiamo dire con chiarezza che parte dei progetti sono irrealizzabili”. Ma sì che andrebbero pagati a peso d’oro i contenuti del lungo incontro – più esame che colloquio – che Raffaele Fitto, ministro per l’Europa, ha avuto con la Commissione europea per spiegare i motivi del “ritardo” – e chiamarlo solo ritardo è un eufemismo – con cui l’Italia sta procedendo all’attuazione del Pnrr, il fantomatico piano post Covid che, nel 2026, dovrebbe fare entrare, nelle nostre tasche, una pioggia di miliardi.
Ed è facile immaginare l’imbarazzo degli altolocati esaminatori europei che, prendendo appunti, cercavano di capire come si potesse risolvere il problema anche perché una “sostanziosa” proroga concessa al governo Meloni avrebbe potuto comportare richieste analoghe anche da chissà quanti altri paesi.

A cominciare dal primo step del piano – 40,9 miliardi di rimborso a cose fatte – che riguarda “la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività, il turismo” e compagnia bella entro il 2026. Per non parlare poi del comma 2 “sulla rivoluzione verde”, il 3 “sulle infrastrutture per una mobilità sostenibile”, il 4 su “istruzione e ricerca”, il 5 su “inclusione e coesione” e il 6 niente di meno che sulla “salute”.
E Fitto – il personaggio che al tempo del crollo del ponte Morandi ne aveva già viste di tutti i colori – provava a destreggiarsi perché, a dirne una, pareva proprio impossibile che il meridione potesse, entro il 2026, mettere in
cantiere piani convincenti in tema di ferrovie, autostrade, ospedali, digitalizzazione e punti che reggano. Con un’appendice che non va trascurata perché lo sanno anche i muri che l’Ue, grazie all’appoggio della Merkel, aveva promesso tutti questi miliardi all’Italia solo perché c’era allora Mario Draghi al governo come prestigioso garante. Ma oggi c’è da fidarsi?

Ma sì che per l’Ue è un problema “fitto” di incognite anche se è probabile che alla fine Bruxelles, per evitare il peggio, non potrà che concedere, sia pure a tempo, “proroghe”. Con un “poi si vedrà” tutto da inventare. E c’è da augurarsi che la Meloni sia pronta per questa – come scalare l’Everest senza respiratore – ciclopica sfida.

The post L’aria che tira sui giornali. Pnrr, futuro Fitto di incognite appeared first on Primaonline.

Read Entire Article