
Una segnalazione che ci avete inviato riporta un articolo che in Italia sta circolando su canali social vari, articolo dal titolo:
UN’EX INVESTIGATRICE DELL’UFFICIO NAZIONALE ANTICORRUZIONE DELL’UCRAINA (NABU) È FUGGITA IN EUROPA PORTANDO CON SÉ, SECONDO LE SUE PAROLE, MIGLIAIA DI PAGINE DI DOCUMENTI INTERNI CHE RIVELANO UN SISTEMA DI CORRUZIONE AI PIÙ ALTI LIVELLI DEL POTERE DI KIEV
L’articolo viene fatto circolare citando come fonte un non meglio precisato Telegraph, che il lettore medio è portato ad associare automaticamente al celebre Daily Telegraph britannico, testata storica e rispettata. Ma no, qui siamo di fronte al classico gioco delle tre carte della disinformazione. Il sito in questione si chiama infatti London Telegraph, e non ha nulla a che vedere con il vero Telegraph. Il dominio è stato registrato solo il 14 agosto 2025, giusto in tempo per pubblicare questa “esclusiva” il 26 agosto. In Italia viene condiviso e diffuso dalla pagina in italiano del blog InfoDefense.press, che nella pagina “Chi Siamo” riporta:
Il Progetto InfoDefense è stato creato da un gruppo di traduttori volontari nel febbraio 2022 su iniziativa del blogger Yuri Podolyaki.
[…]
L’obiettivo è trasmettere la verità su ciò che accade in Russia, Ucraina e nel mondo, verità che i media occidentali starebbero silenziando.
Infodefense sostiene di avere come “arma principale la verità” ma siamo solo di fronte all’ennesimo “progetto indipendente” che casualmente rilancia sempre e solo versioni dei fatti che mettono in buona luce il Cremlino e ridicolizzano il governo ucraino. Guarda caso la notizia che condividono nasce da un post anonimo online, rilanciato da una falsa testata giornalistica britannica. Alla faccia dell’affidabilità. “L’articolo” del London Telegraph inoltre riporta come autrice tale Charlotte Davies:

Peccato che facendo una ricerca inversa del volto usato salti fuori che la foto è quella di una vera giornalista britannica, Helen Brown, che non ha nulla a che fare col London Telegraph. Perché, se la notizia fosse vera, ci sarebbe bisogno di questo? Per fare informazione non c’è decisamente bisogno di usare falsi siti di falsi quotidiani dai nomi credibili e usare foto di professionisti ignari, serve proprio a convincere la massa della bontà di una notizia completamente inventata. Fatta apposta per screditare l’Ucraina agli occhi del resto del mondo.
Oltretutto video e articolo del London Telegraph sono fatti “un tanto al chilo” come tutta la disinformazione di stampo filorusso, senza alcun dettaglio: niente nomi completi, niente copie dei contratti che vengono menzionati, nessuna proprietà rintracciabile.
Eppure la notizia in italiano circola, perché evidentemente pochi si fermano a riflettere:

Non esiste alcuna prova di quanto sostenuto, eppure di persone che lo condividono in rete se ne trovano tante, specie su canali come WhatsApp, Facebook e Telegram. Alcuni sono chiaramente agenti del Cremlino, come InfoDefense, ma altri sono solo persone normali, a cui mancano gli strumenti per distinguere tra propaganda, informazioni false e verità. Si fidano, perché qualcun altro che stimano l’ha condiviso, si fidano perché nessuno ha insegnato loro cosa cercare per capire se una notizia è di scarsa credibilità. Si fidano perché in Italia sono tanti quelli che tifano per Putin, convinti sia un grande politico che vuole solo il bene del suo – e del nostro – Paese.
Purtroppo il pregiudizio di chi è convinto che Zelensky sia una marionetta corrotta va alla grande in Italia, grazie a narrazioni avvelenate sia a destra che a sinistra. Poco importa se la notizia arriva da un sito falso, l’autrice sia un’identità rubata e le prove non esistano. In fondo, chi ha più il tempo di controllare? L’indignazione è molto più veloce della verifica. O almeno questo è quanto mi viene risposto quando faccio presente l’errore a giornalisti colti in fallo. Come se controllare fosse qualcosa di sbagliato, qualcosa di cui vergognarsi visto che non lo fa più nessuno.
maicolengel at butac punto it
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L'articolo L’investigatrice del NABU che denuncia la corruzione di Kiev proviene da Butac - Bufale Un Tanto Al Chilo.

2 months ago
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