La riduzione dei consumi gas nell’Ue: finora bene ma bisogna aumentare gli impegni

10 months ago 26

L’Europa deve coordinare meglio i suoi sforzi per ridurre i consumi di gas, guardando già al prossimo inverno 2023-2024.

Molti Paesi (10 su 27) non hanno applicato misure obbligatorie di risparmio energetico, limitandosi a quelle volontarie, e ciò rischia di penalizzare soprattutto i cittadini e le imprese più vulnerabili ai rincari di elettricità e gas.

Tra i Paesi virtuosi spicca l’Italia, insieme a Germania, Francia, Spagna e Portogallo. Sono loro, secondo le ultime analisi dell’European Environmental Bureau (EEB), ad aver messo in campo le politiche più forti per tagliare la domanda di combustibile fossile.

E solo Italia e Germania hanno previsto misure obbligatorie di risparmio in tutti i settori (pubblico, privato, imprese), emerge dal breve documento “Saving Energy for Europe – Spring 2023 update” dell’EEB (link in basso).

La Ue, si spiega, sta risparmiando energia per rispondere alla crisi energetica, ma ciò non avviene in modo strutturato, socialmente giusto e sostenibile. Ci sono, infatti, notevoli disparità nelle misure adottate dagli Stati membri per ridurre la domanda di gas ed elettricità.

Sulla base della portata, della tempestività e del rigore delle misure, l’EEB ha creato una classifica dei Paesi Ue, aggiornata a marzo 2023.

In particolare, 14 Paesi hanno adottato misure obbligatorie per ridurre il consumo di energia. Negli ultimi sei mesi, Polonia, Lituania, Cipro e Paesi Bassi si sono uniti a questo gruppo.

Le misure più incisive, come detto, vengono attuate nei Paesi che importano grandi quantità di gas russo, come l’Italia e la Germania.

Anche alcuni Stati meno dipendenti dal gas, come la Francia e la Spagna, hanno adottato forti misure di risparmio energetico, rivolte sia al settore pubblico che a quello privato, alle grandi industrie e alle piccole imprese; mentre Lussemburgo, Austria, Malta, i paesi nordici e dell’Europa orientale tendono ad avere misure più deboli.

Bulgaria, Romania e Lettonia non hanno introdotto alcuna politica nazionale per ridurre il consumo di gas ed elettricità. Il Portogallo, invece, è l’unico Paese che riferisce in modo trasparente sull’attuazione e sui progressi del risparmio energetico, tramite un comitato di monitoraggio.

Secondo Davide Sabbadin, Senior Policy Officer for Climate and Energy presso EEB, “la riduzione della domanda di energia lo scorso inverno ha portato a una riduzione dei prezzi e a minori emissioni” ma ora “abbiamo bisogno di un’azione più coraggiosa da parte degli Stati dell’Ue ora, poiché le condizioni eccezionalmente favorevoli per il risparmio energetico dello scorso anno [tra cui le temperature miti] potrebbero non ripetersi quest’inverno”.

L’Unione europea, inoltre, “dovrebbe monitorare e valutare pubblicamente l’impatto di queste misure”.

Il problema, evidenzia l’analisi della EEB, è che nonostante gli sforzi di molti Paesi, non vi è stata alcuna valutazione o monitoraggio delle attuali misure di risparmio a livello europeo.

Inoltre, il prossimo inverno “potrebbe essere più impegnativo e permangono molte incertezze”, perché, ad esempio, “potremmo sperimentare di nuovo siccità in estate e temperature eccezionalmente fredde in inverno” e potrebbe verificarsi guasti o sabotaggi alle infrastrutture.

In definitiva, “riduzioni strutturate e durature dei consumi sono essenziali, poiché le carenze dell’approvvigionamento energetico potrebbero aumentare la volatilità dei prezzi del gas e dell’elettricità”.

Lo scorso 30 marzo il Consiglio europeo ha approvato la proposta della Commissione di prolungare, fino a marzo 2024, le misure per tagliare il consumo di gas, decise nel 2022 in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina.

Il regolamento europeo prevede una riduzione volontaria del 15% dei consumi di gas, che diventa obbligatoria in caso di stato di allerta europea sui rischi di approvvigionamento.

In Italia, nel 2022, la discesa dei consumi è stata del 9,8% rispetto al 2021. Tra settembre 2022 e febbraio 2023, in particolare, la domanda di gas è calata del 20% rispetto allo stesso periodo dei tre anni precedenti. E nel primo trimestre 2023 i consumi di metano si sono ridotti del 19,4% rispetto allo stesso periodo 2022.

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