Le capitozzature degli alberi continueranno, i CAM senza sanzioni sono ben poco utili.

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Cagliari, Terrapieno, albero capitozzato e vandalizzato (ott. 2013)

Una delle innovazioni più rilevanti e meritevoli per rendere meno impattante sull’ambiente e le risorse ambientali l’attività svolta dalle Amministrazioni Pubbliche italiane in questi ultimi anni è certamente la previsione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) nei vari settori di attività.

Si tratta dei “requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato”, a loro volta “definiti nell’ambito di quanto stabilito dal Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica amministrazione e  adottati con Decreto del Ministro”.

Riguardo il Verde Pubblico, i CAM sono stati approvati con D.M. n. 63 del 10 marzo 2020 (Servizio di gestione del verde pubblico e fornitura prodotti per la cura del verde) e costituiscono un importante passo in avanti per la tutela del patrimonio arboreo e per la salvaguardia dell’avifauna selvatica.

Pistoia, capitozzatura degli alberi

Infatti, fra i Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico (lettera E dell’Allegato) è affermato chiaramente (punto 11) che chi effettua le operazioni di gestione del verde pubblico deve “evitare di praticare la capitozzatura, la cimatura e la potatura drastica perché indeboliscono gli alberi e possono creare nel tempo situazioni di instabilità che generano altresì maggiori costi di gestione”, intendendo per “capitozzatura” il “drastico raccorciamento del tronco o delle branche primarie (sbrancatura) fino ad arrivare in prossimità di questi ultimi (Fonte linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile a cura del Comitato per lo sviluppo del verde urbano)”.

Tutti i criteri ambientali minimi (CAM), poi, sono improntati alla salvaguardia della fauna selvatica: “le attività di manutenzione, soprattutto dei parchi suburbani e di aree a forte valenza ambientale, devono essere eseguite creando il minore disturbo e danno alla fauna presente nell’area”. Basta, quindi, anche con i tagli e le potature di alberi, arbusti e siepi nel periodo della nidificazione (marzo – agosto), già vietati per legge (art. 5 della direttiva n. 2009/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica, esecutiva in Italia con la legge n. 157/1992 e s.m.i.).

I CAM nei vari ambiti trovano applicazione nell’ambito delle previsioni del Codice dei contratti, il decreto legislativo n. 36/2023 e s.m.i., che prevede l’obbligo di applicazione, per l’intero valore dell’importo della gara, delle “specifiche tecniche” e delle “clausole contrattuali” contenute nei criteri ambientali minimi e l’obbligo di considerare i CAM anche per la definizione dei “criteri di aggiudicazione dell’appalto” di cui all’art. 108, commi 4 e 5, del Codice (art. 57, comma 2, del decreto legislativo n. 36/2023 e s.m.i.).

Rossano, capitozzatura di alberi

Anche la giurisprudenza amministrativa è orientata per un’immediata cogenza dei CAM (vds. Cons. Stato, Sez. III, 14 ottobre 2022, n. 8773; Cons. Stato, Sez. V, 5 agosto 2022, n. 6934), tuttavia la realtà quotidiana diffusa in tutto il territorio nazionale presenta tuttora esempi di capitozzature e potature di verde pubblico che richiamano veri e propri massacri arborei più che cura del verde: l’esperienza di ampia casistica affrontata nel corso di pluriennale attività associazionistica, porta a ritenere che l’assenza di un qualsiasi apparato sanzionatorio per la violazione dei CAM comporti, purtroppo, una sorta di garanzia di impunità in materia.

Di fatto, tuttavia, se non è previsto il rispetto dei CAM nella gestione del verde pubblico, nella stragrande parte dei casi non accade proprio nulla….e i nostri alberi vengono capitozzati e scempiati in tutta Italia.

E così continuerà per un bel pezzo.

albero in autunno

Infatti è giunta risposta all’istanza inoltrata (5 gennaio 2024) dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, informando il Ministero della Cultura, ai fini della considerazione dell’opportunità di introdurre un adeguato apparato sanzionatorio nel D.M. n. 63 del 2020, che individua i criteri ambientali minimi per la gestione del verde pubblico e prevede il divieto per tali pratiche.

La Direzione generale Economia Circolare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha comunicato (nota prot. n. 20190 del 2 febbraio 2024) che “che lo stesso Codice dei contratti pubblici, norma primaria di cui i CAM sono strumento attuativo, non prevede sanzioni a carico delle pubbliche amministrazioni nel caso della mancata applicazione, motivo per cui tale previsione non può essere prevista nei decreti di adozione dei CAM”.

albero in città

L’applicazione dei CAM e il controllo nell’ambito dell’esecuzione dei contratti è in capo alle Stazioni appaltanti (art. 57, comma 2°, del decreto legislativo n. 36/2023 e s.m.i.), ma se non svolgono tale attività non succede proprio nulla.

Magra consolazione: “il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, al fine di migliorare l’applicazione  dei Criteri ambientali Minimi (CAM) negli appalti pubblici, promuove progetti di formazione e affiancamento alle PP.AA. per adempiere al dettato normativo nonché attività di divulgazione anche attraverso partecipazione a convegni mirati al miglioramento dell’adozione di politiche di Green Public Procurement (https://gpp.mite.gov.it/)”. 

A questo punto, bisogna amaramente constatare che lasciano veramente il tempo che trovano certi toni trionfalistici tuttora adottati da esponenti e forze politiche che indicano nella presenza dei CAM l’avvenuta soluzione dei tanti scempi ambientali del patrimonio arboreo in lungo e in largo nel Bel Paese o interrogazioni parlamentari fatte da chi avrebbe dovuto intervenire con maggiore decisione ed efficacia quando ricopriva specifiche cariche governative.

Si tratta di norme di civiltà ambientale tanto attese, ma che rimarranno ancora per lungo tempo altrettanto disattese.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

(foto per conto GrIG, E.R., S.D., archivio GrIG)

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