Mangiare come i nostri antenati? La paleodieta non convince la scienza

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Di Valerio Uni

Nel 2023 le informazioni non si ottengono più solo dai motori di ricerca. Secondo l’ultimo rapporto Censis dedicato a “Fake news e disinformazione”, infatti, 28,6 milioni di italiani si informano abitualmente attraverso le piattaforme di social network. Quando applicato a delicati temi di carattere scientifico, tale comportamento potrebbe mettere a rischio la salute stessa degli utenti, dal momento che in Rete circolano anche contenuti disinformativi che promettono una migliore salute, un fisico da sogno e prestazioni fisiche mai viste prima: stiamo parlando della cosiddetta paleodieta.

Il caso Paul Saladino, medico e “carnivoro”
Un esempio molto popolare di questo tipo di disinformazione arriva direttamente dagli Stati Uniti, dove fin dal 2022 il medico texano Paul Saladino ha iniziato a guadagnare un nutrito seguito su TikTok – i suoi video arrivano oggi a contare anche 7 milioni di like, ma il suo pubblico è tuttora in crescita – grazie alla divulgazione di una dieta preistorica a base di carne, frutta e miele.  

Esponendo ai suoi follower un fisico scolpito, i video di Saladino propagandano un regime alimentare che non prevede il consumo di cibi “industriali” o raffinati come lo zucchero, la farina bianca e gli aromi artificiali. Inoltre, all’interno di tale dieta non vengono mai consumati alimenti essenziali di una dieta bilanciata come cereali, ortaggi e legumi. La tesi di Saladino è che i carboidrati raffinati, gli ortaggi e i legumi vadano in realtà a creare uno squilibrio metabolico nel corpo umano e che questo causerebbe malattie come l’obesità, allergie e problemi cardiocircolatori. 

I contenuti di Saladino si avvalgono di informazioni ottenute da paper scientifici, che però il medico texano presenta in maniera immancabilmente fuorviante, facendo credere agli utenti che la scienza supporti questo genere di alimentazione.  A dicembre 2022 il tiktoker e nutrizionista statunitense Simon Hill ha pubblicato un video di risposta a Saladino, nel quale sfatava alcune delle pericolose affermazioni diffuse dal medico-influencer mirate a screditare il consumo dei cereali, dei legumi e degli ortaggi in generale. 

La disinformazione dietro questo regime alimentare ha influenzato anche i professionisti italiani tanto che nel 2019 il Consiglio nazionale dei biologi ha emanato un avviso di sospensione per un nutrizionista che aveva prescritto la paleodieta ad alcuni pazienti. Secondo il Consiglio ci sono pochi dati scientifici a supporto di tale dieta e viene fatto «il divieto di utilizzare piani e/o stili alimentari che non siano stati già validati dalla comunità scientifica» per evitare di mettere in pericolo la salute delle persone.

Che cos’è la paleodieta?
La dieta paleo o dieta evolutiva è una leggenda metropolitana lanciata per la prima volta dal gastroenterologo Walter Voegtlin nel suo libro del 1975 “Stone Age Diet”. Come abbiamo già anticipato, i cibi concessi in questo regime alimentare, sono pochi e perlopiù di origine animale, a discapito di verdure, cereali, legumi, latte e altri prodotti industriali. La paleodieta infatti, non prevede il consumo di alimenti processati come merendine e snack salati, ma neanche di pasta, pane, riso e altri cereali. 

Questa dieta deve principalmente la sua popolarità alla promessa di un miglioramento fisico e dell’incremento dei livelli di testosterone, l’ormone maschile della virilità, particolarmente ricercato da una fascia di popolazione maschile desiderosa di ottenere muscoli e prestazioni da “cacciatore” preistorico.

A sostegno della paleodieta vi sarebbe la teoria secondo cui durante il periodo del paleolitico l’essere umano era un cacciatore e avrebbe beneficiato, in termini genetici e fisiologici, di una migliore salute mangiando principalmente carne cruda di animali predati e frutta raccolta direttamente dalle piante. Alla base dei motivi che fanno scegliere questa dieta rispetto ad altre vi sarebbe anche il presunto effetto protettivo da malattie che sarebbero arrivate solo con la rivoluzione industriale, e dunque con l’introduzione massiccia di nuovi alimenti raffinati come cereali, latte, zucchero e derivati. Secondo questa teoria tale cambiamento nel regime alimentare avrebbe dunque causato lo sviluppo delle malattie metaboliche, cardiovascolari e autoimmuni. 

I nostri antenati seguivano una paleodieta? 
Come spiega il Servizio di informazione sulla ricerca e sviluppo della Commissione Europea (Cordis), il progetto Hidden Foods ha fornito la prova inequivocabile che vegetali e cereali venivano consumati nella paleodieta originale degli uomini preistorici presenti in Italia e nei Balcani. Antichi residui del DNA di alimenti vegetali – risalenti a circa 15 mila anni fa – sono infatti stati ritrovati su strumenti per la lavorazione degli alimenti e nel tartaro dentale dei resti di uomini paleolitici. Da queste tracce, i ricercatori sono risaliti alla presenza della struttura dell’amido che compone i cereali anticamente consumati dagli uomini preistorici, prova quindi che conferma il consumo di vegetali ed in particolare dei cereali. 

Secondo Emanuela Cristiani, professoressa di archeologia presso la Sapienza di Roma e ricercatrice presso il laboratorio per lo studio della dieta e della tecnologia antica (Dante), circa 2,5 milioni di anni fa l’Homo habilis ha iniziato a nutrirsi servendosi dell’ausilio di strumenti in pietra e del fuoco, che gli hanno permesso di cucinare e di distinguersi dalle altre specie animali. Inoltre, i nostri antenati consumavano comunemente vegetali e cereali, insieme a carne o pesce, e avevano quindi una dieta molto equilibrata e non esclusivamente carnivora.

Inoltre, lo stesso studio del DNA da parte del laboratorio Dante ha dimostrato che le comunità di cacciatori-raccoglitori raccoglievano e consumavano prodotti alimentari a base di piante per scopi nutritivi o medici già diversi millenni prima dell’introduzione dei cereali domestici.

Quali sono i rischi della paleodieta?
Secondo la Davis University, università californiana, chi intraprende questo regime alimentare è più esposto alla carenza di vitamina D e calcio, fattori importanti per la salute delle ossa che si ottengono solo tramite una dieta bilanciata. Inoltre, il consumo elevato di carne potrebbe causare problemi renali, all’apparato cardiocircolatorio e potrebbe esporre maggiormente il consumatore al rischio di tumore all’intestino. 

Per questo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) consiglia di ridurre il consumo di carne al fine di scongiurare la possibilità di sviluppare neoplasie intestinali. Inoltre, secondo la European Society of Cardiology (ESC) un basso consumo di carboidrati imposto dalla dieta paleolitica ha effetti negativi sulla salute del cuore e considera questo tipo di scelta alimentare poco sicura. Per restare in salute è dunque importante evitare estremismi che si basano solo sul consumo di carne: l’OMS consiglia di seguire una dieta ricca, varia e bilanciata, che comprende anche cereali, legumi e vegetali in generale, in particolare se associata anche ad una buona dose di esercizio fisico.

L’ambiente non viene escluso dai rischi di questa dieta e secondo uno studio del Dipartimento di ingegneria chimica dell’Università di Santiago di Compostela in Spagna, il consumo di carne associato alla paleodieta non è per nulla sostenibile in termini di rilascio di CO2. In un pianeta sempre più consapevole dell’emergenza climatica l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) incoraggia la scelta di diete plant-based, ovvero senza carne e derivati animali, al fine di mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Inoltre, nel programma d’azione globale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, viene incentivata una politica alimentare vegetale, più sostenibile, rispettosa dell’ambiente e del benessere animale, punti completamente opposti alla dieta paleolitica. 

In conclusione
La paleodieta non era davvero il regime alimentare seguito dai nostri antenati, dato che in realtà questi si attenevano a una dieta molto varia e bilanciata. La pubblicità creata attorno a questo regime alimentare potrebbe affascinare con la falsa promessa di ottenere un fisico forte e atletico proprio come i cacciatori preistorici, ma attualmente non ci sono prove che ne dimostrino un vero beneficio, E anzi, ci sono più prove che sostengono una sua pericolosità. 

Sicuramente eliminare o ridurre al minimo il consumo cibi raffinati come facevano i nostri antenati potrebbe ridurre il rischi di malattie a livello cardiaco, come confermato da questo studio. Come anticipato, però, non ci sono dati a supporto dei benefici di tale dieta e non esiste alcuna correlazione tra il regime alimentare paleolitico e una effettiva protezione nei confronti di malattie metaboliche, cardiocircolatorie e autoimmuni. 

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