Moderna e il vaccino a gennaio 2020

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Su Radio Radio, nello spazio gestito dal vicedirettore de La Verità, Francesco Borgonovo, il 20 gennaio 2023 è stata data questa notizia:

A Davos una giornalista inchioda il CEO di Moderna ▷ “Mi parlasti del vaccino a gennaio 2020”

Alessandro Ricco e Francesco Borgonovo nel loro spazio raccontano che:

Durante un salottino televisivo con la CNBC, la presentatrice ha ricordato al CEO di Moderna Stéphane Bancel che loro si erano incrociati al WEF già nel 2020. In quell’occasione l’Ad le disse che stava lavorando ad un vaccino per il Covid. “E qual è la stranezza?” direte. Quella dichiarazione risale al 21 gennaio 2020, epoca in cui il virus c’era – in Cina – ma non aveva neppure la denominazione di Sars-Cov-2.

Il video che mostrano viene dal canale Telegram di Ugo Fuoco, uno dei tanti negazionisti complottisti che durante la pandemia hanno invaso la rete di disinformazione. Che una redazione scelga di dare visibilità a questo genere di canali divulgativi la dice lunga sull’affidabilità delle fonti che vengono scelte.

Il video a cui si sta facendo riferimento, dove la giornalista avrebbe “inchiodato” – la scelta delle parole in queste narrazioni gioca sempre un ruolo chiave – il CEO di Moderna, è questo:

 

🚨BREAKING — Moderna CEO Admits On Live Air At Davos They Were Making A COVID-19 Vaccine In January Of 2020 Before SARS-CoV-2 Even Had A Name pic.twitter.com/SMKH74NgGi

— James Cintolo, RN FN CPT (@healthbyjames) January 19, 2023

Ed è tutto vero, il problema è che siamo di fronte alla classica non-notizia, che solo chi sta disinformando può scegliere di cavalcare. Sì, perché anche se per chi legge quotidiani come La Verità probabilmente la pandemia è diventata qualcosa di reale solo a febbraio 2020, la malattia si chiama COVID-19 perché è a dicembre 2019 che è stata scoperta, il nome sta proprio per COrona VIrus Disease of 2019, e a gennaio 2020 si parlava già, senza alcuna segretezza, delle case farmaceutiche che stavano cercando di sviluppare un vaccino per proteggerci.

Sul New York Times nel 2021 pubblicarono la timeline del vaccino, che comincia proprio con gennaio 2020:

January, 2020 BioNTech begins work on a vaccine after Dr. Ugur Sahin, one of the company’s founders, becomes convinced that the coronavirus will spread from China into a pandemic.

La CNN, il 20 gennaio 2020:

Vaccine for new Chinese coronavirus in the works

TIME, 31 gennaio 2020:

Inside the Company That’s Hot-wiring Vaccine Research in the Race to Combat the Coronavirus

BBC, 30 gennaio 2020:

Coronavirus vaccine: Scientists race to develop prevention

Science, 27 gennaio 2020:

Scientists are moving at record speed to create new coronavirus vaccines—but they may come too late

L’altra informazione che si evita completamente di raccontare è che esiste un’organizzazione, chiamata CEPI, nata proprio a Davos nel 2017, che ha come scopo:

…accelerare lo sviluppo di vaccini e altre contromisure biologiche contro le minacce epidemiche e pandemiche in modo che possano essere accessibili a tutte le persone bisognose.

Ed esiste dal 2017 perché gli scienziati sono anni che avvertono che stiamo per entrare in un periodo storico che sarà caratterizzato da pandemie e epidemie, è ciclico. E anche sulle pagine di CEPI, il 23 gennaio 2020, si titolava:

CEPI to fund three programmes to develop vaccines against the novel coronavirus, nCoV-2019

Quindi nessuno ha inchiodato il CEO di Moderna, a gennaio 2020 a Davos si parlava già abbondantemente dello sviluppo di un possibile vaccino per una malattia che si ipotizzava potesse diventare pandemica e che si sapeva esistere già da dicembre 2019. Sostenere che quell’affermazione sia l’ammissione di qualcosa come viene fatto dai giornalisti de La Verità è malinformazione, omettere il fatto che la notizia fosse nota e che ne parlassero in tantissime testate internazionali è malinformazione. Imparare a riconoscere il tipo di categoria dell’information disorder in cui ricadono le notizie è importante per riconoscere chi quella disinformazione la cavalca in buonafede e chi invece è perfettamente conscio di sfruttarla a proprio vantaggio.

Ma la verità è una sola: a nessuno interessa realmente informare, l’unica cosa che conta oggi è quanto pubblico si raggiunge, la visibilità, perché alla fine l’unica cosa che conta è avere i soldi per pagare gli stipendi. Quindi si continueranno a invitare soggetti che diffondono consciamente disinformazione nei vari salottini televisivi, perché senza di loro il rischio che l’audience crolli è troppo alto.

Felice di non essere costretto di fare buon viso a cattivo gioco.

maicolengel at butac punto it

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