No alla deleteria autonomia differenziata!

1 week ago 24

Roma, Pantheon

Tempo fa l’allora Governo Conte predispose alcuni accordi per la realizzazione di quella autonomia differenziata prevista dall’art. 116, comma 3°, cost. per le Regioni a statuto ordinario.

L’articolo 116, comma 3°, della Costituzione prevede la possibilità di attribuire forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario (c.d. “regionalismo differenziato” o “regionalismo asimmetrico”, in quanto consente ad alcune Regioni di dotarsi di poteri diversi dalle altre), ferme restando le particolari forme di cui godono le Regioni a statuto speciale (art. 116, primo comma).

Sacrario militare di Redipuglia

L’ambito delle materie nelle quali possono essere riconosciute tali forme ulteriori di autonomia concernono:

  • tutte le materie che l’art. 117, comma 3°, attribuisce alla competenza legislativa concorrente;
  • un ulteriore limitato numero di materie riservate dallo stesso art. 117, comma 2° alla competenza legislativa esclusiva dello Stato:
  • organizzazione della giustizia di pace
  • norme generali sull’istruzione
  • tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.

L’attribuzione di tali forme rafforzate di autonomia deve essere stabilita con legge rinforzata, che, dal punto di vista sostanziale, è formulata sulla base di un’intesa fra lo Stato e la Regione interessata, acquisito il parere degli enti locali interessati, nel rispetto dei princìpi di cui all’art. 119 Cost. in tema di autonomia finanziaria, mentre, dal punto di vista procedurale, è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti.

Vennero così predisposte, nel segreto più blindato e senza alcun dibattito pubblico, le relative bozze di intesa fra .il Governo e le Regioni Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna:.qui i testi delle bozze di intesabozza intesa con la Lombardia (15 maggio 2019), bozza intesa con il Veneto (16 maggio 2019), bozza intesa con l’Emilia-Romagna (16 maggio 2019).

Firenze, Duomo

In questi ultimi mesi, con il Governo Meloni, è ripresa la discussione in sede parlamentare del disegno di legge Calderoli (Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione), sempre con assoluta riservatezza su contenuti e coinvolgimento dei cittadini.

Il risultato, per quanto è dato a vedere, è uno scempio istituzionale su ambiente, cultura, scuola.

Uno scempio istituzionale di ben dubbia costituzionalità, visto che è compito della Repubblica tutelare “il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” (art. 9 cost.).

Un vero cambiamento, in peggio.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Tuscania, rosone del Duomo romanico

Appello di intellettuali e associazioni per dire NO all’autonomia differenziata che spezza l’Italia.

L’Autonomia regionale differenziata è agli ultimi passaggi parlamentari, con accelerazioni dovute all’esigenza di una parte della maggioranza di ottenere il  voto prima delle elezioni europee.

Così un provvedimento che cambierà per sempre i connotati del nostro Paese sarà approvato  all’insaputa della gran parte dei cittadini italiani, senza alcun dibattito pubblico e con il ridimensionamento  del ruolo del Parlamento, di cui la scelta di non proclamare l’esito di una votazione alla  Commissione Affari costituzionali  di mercoledì 24 aprile 2024 e di ripeterla il 26 aprile è solo l’ultimo episodio.

Più di 70 esponenti della società civile hanno aderito all’appello di Carteinregola e Articolo 21 per chiedere alle deputate e ai deputati di difendere le conquiste democratiche incarnate dalla nostra Costituzione, tra questi il vice presidente di ANPI Emilio Ricci e  di ACLI, Antonio Russo,  i Comitati per il ritiro di ogni Autonomia differenziata, il Coordinamento per la democrazia costituzionale, la segreteria dei Lavoratori della Conoscenza della CGIL, Fabrizio Barca del Forum Disuguaglianze e Diversità, Tomaso Montanari, Rettore dell’Università per stranieri di Siena,  i presidenti di The Good Lobby Italia e Openpolis,  insieme a decine di intellettuali che da tempo si battono contro lo “spacca Italia”,  a partire da Gianfranco Viesti, autore dei libri dedicati alla “secessione dei ricchi”, i costituzionalisti Massimo Villone e  Francesco Pallante,  Paolo Maddalena, già giudice costituzionale, lo scrittore Maurizio De Giovanni, Isaia Sales, docente di Storia delle mafie, Giuseppe  De Marzo, Responsabile  delle politiche sociali di Libera contro le mafie, e decine di docenti ed esperti delle tante materie che rischiano il salto nel buio del passaggio all’esclusivo potere legislativo e amministrativo delle Regioni.

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APPELLO  AI DEPUTATI DELLA REPUBBLICA ITALIANA

70 firme per dire NO all’Autonomia differenziata  che spezza l’Italia e aumenta le disuguaglianze

L’autonomia regionale  differenziata proposta dal Ministro Calderoli, già approvata al Senato  e attualmente  all’ esame alla Camera dei Deputati,  sfascia l’Italia, la riporta alla dimensione degli staterelli preunitari e delle dominazioni straniere. 23 materie oggi esclusiva dello Stato o concorrenti Stato – Regioni potranno essere scelte, come un menu a la carte, da ogni Regione, per ottenerne l’esclusiva potestà legislativa e amministrativa. Materie che comprendono le  norme generali sull’istruzione, il paesaggio, il patrimonio storico e artistico della Nazione, l’ambiente, la biodiversità,  ma anche la sanità, le autostrade, i porti e gli aeroporti, la protezione civile, la produzione e distribuzione dell’energia e molte altre. Si trasferiscono così poteri senza responsabilità,  impedendo di disporre di quell’angolo visuale nazionale e sovranazionale che oggi è indispensabile per affrontare la complessità. Saremo un Paese Arlecchino ripiegato su se stesso, incapace di guardare al futuro,  che conterà sempre meno nella Unione Europea.

Pisa, la Torre

Ma l’autonomia differenziata riguarda anche i diritti dei cittadini, delle persone: non è solo la secessione dei ricchi, come ha scritto Gianfranco Viesti, ma anche una  guerra tra poveri, che emargina il Mezzogiorno e le aree interne del Centro e del Nord. 

Un Disegno di legge  che esclude il Parlamento dalla maggior parte dei passaggi decisionali,  che riguarderanno solo  il Governo e le singole Regioni. E si aggiunge ora l’ultimo sfregio,  ancora prima dell’arrivo in Aula, della decisione del Presidente della Commissione Affari Costituzionali di non proclamare l’esito di una votazione nella quale era stato approvato un emendamento dell’opposizione sul primo articolo del DDL Calderoli,   grazie all’assenza di alcuni componenti della maggioranza.  Il rinvio a una nuova seduta per un voto  con numeri più favorevoli,   è un fatto di una gravità inaudita e  un vulnus per la democrazia, in quanto si introduce un precedente i cui usi futuri non possono essere assolutamente prevedibili.

Chiediamo alle Deputate e ai  Deputati della Repubblica di assumere la responsabilità delle proprie funzioni e di difendere le conquiste democratiche incarnate dalla nostra Costituzionel’unità della Repubblica nata dal Risorgimento e dalla Resistenza e l’uguaglianza dei diritti, anche se il percorso verso i  traguardi indicati  dalle nostre Madri e Padri costituenti è ancora lungo.

Venezia

Un percorso che ora potrebbe interrompersi irreversibilmente.

Fermiamoci finchè  siamo in tempo.

Se questo non dovesse sciaguratamente accadere, la nostra battaglia continuerà, con ogni strumento messo a disposizione dalla democrazia.

Vittorio Alvino, Presidente fondazione Openpolis

Federico Anghelè, Direttore The Good Lobby Italia

ARCI nazionale

Piero Bevilacqua,  storico 

Ella Baffoni, giornalista

Fabrizio Barca,  statistico ed economista, cocoordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità

Mauro Belcastro valdese, storico del cristianesimo Università di Torino

Gaetano Benedetto, Presidente Centro Studi WWF

Paolo Berdini, urbanista

Anna Maria Bianchi, Presidente Associazione Carteinregola

Alessandro Bianchi, Professore Unithelma La Sapienza, ex ministro dei trasporti

Marina Boscaino, portavoce nazionale Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti

Raffaele Brancati, economista

Mario Calabrese, professore ingegneria Univ. Federico II Napoli

Carlo Cellamare, Prof.  di Urbanistica  Università di Roma La Sapienza

Danilo Chirico, Presidente Associazione Dasud

Coordinamento per la democrazia costituzionale

Alessandro Coppola, Docente di pianificazione e politiche urbane, Politecnico di Milano

Francesco Saverio Coppola, Presidente AIM (Alleanza Istituti di ricerca e promozione sociale e culturale)

Maura Cossutta Casa Internazionale delle donne Roma

Rubens Curia,  portavoce regionale della Calabria della  “Comunità Competente”

Maurizio De Giovanni, scrittore

Vezio De Lucia, urbanista

Roberto De Marco, geologo, già direttore del Servizio sismico nazionale

Giuseppe  De Marzo, Resp. naz. politiche sociali Libera contro le mafie – Coord. Naz. Rete dei numeri pari

Giovanna De Minico

Stefano Deliperi, Presidente Gruppo di Intervento Giuridico

Graziella Di Mambro,  Articolo 21

Marco Esposito,  giornalista

Gino Famiglietti

Gianluca Felicetti, Presidente LAV

Maurizio Fiasco, sociologo

Segreteria Nazionale FLC CGIL

Pino Galeota, Presidente CILD Centro di Iniziativa per la Legalità Democratica

Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21

Maria Pia Guermandi, coordinatrice Emergenza Cultura

Paolo Guerrieri, economista, Edoardo Zanchini, ambientalista, Massimo Paradisi

Maria Ioannilli, già Prof. aggr. Tecnica urbanistica Università di Roma Tor Vergata

Barbara La Porta, Articolo 21

Franco La Torre

Alberto Lucarelli, costituzionalista

Paolo Maddalena, giurista, già giudice costituzionale

Claudio Marincola, giornalista

Elisa Marincola di San Floro, Portavoce nazionale Articolo 21

Fabiana Martini, Articolo 21

Marina Montacutelli,  CNR

Tomaso Montanari Storico dell’Arte, Rettore dell’Università per stranieri di Siena

Emanuele Montini, Prof. Diritto dell’Ambiente Link Campus University

Rossella Muroni, Presidente nazionale dell’associazione Nuove Ri-Generazioni

Antonella Napoli,  giornalista, scrittrice,articolo 21,direttrice focus on Africa.

Rosanna Oliva De Conciliis, Aspettare stanca 

Francesco Pallante, Professore ordinario di Diritto costituzionale nell’Università di Torino 

Massimo Paradiso, Professore di Economia politica – Università di Bari

Renato Parascandolo, Articolo 21

Pancho Pardi, Professore, già senatore nella XVI Legislatura

Nico Piro, giornalista e scrittore

Barbara Pizzo, Prof. del Dip. di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura –  Università di Roma La Sapienza

Emilio Ricci, Vicepresidente nazionale ANPI

Antonio RussoVicepresidente nazionale ACLI

Franco Russo, Osservatorio Unione  Europea

Isaia Sales, docente di Storia delle mafie all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli

Giuseppe Salmè, già presidente di sezione della Corte di Cassazione 

Enzo Scandurra, urbanista e scrittore

Barbara Scaramucci, giornalista

Giovanni Sgambati, segretario regionale UIL Campania

Pietro SpiritoProfessore di Management delle infrastrutture Universitas Mercatorum Roma

Giancarlo Storto, urbanista

Riccardo Troisi,  Ricercatore ed attivista, fondatore e redattore del quotidiano comune-info.

Edoardo Turi medico, Direttore di Distretto ASL – Medicina democratica

Alessandra Valentinelli, storica

Luigi Vicinanza, giornalista

Gianfranco Viesti, Professore Ordinario di Economia Applicata dell’Università Aldo Moro di Bari

Massimo VilloneProfessore emerito di diritto costituzionale all’Università Federico II di Napoli, presidente del Coordinamento per la democrazia costituzionale ed ex parlamentare

Vincenzo Vitagiornalista già sottosegretario al Ministero delle Comunicazioni

Mariella Volpe, economista, Forum Disuguaglianze Diversità 

Edoardo Zanchini, ambientalista

Alberto Zazzaro, economista

Stefano Zuppello, Presidente VAS Verdi Ambiente Società

Trieste, Castello di Miramare

(foto S.D., archivio GrIG)

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