Penalizzazione Juventus, la reazione di giornali ed esperti: “Le plusvalenze si fanno in due”, “Italian Job giudiziario”, “Perché umiliare i tifosi?”

1 year ago 64

Subito dopo la sentenza della Corte Federale d’Appello, che ha penalizzato la Juventus di 15 punti in classifica e condannato i dirigenti, il mondo del calcio si è subito interrogato su proporzionalità ed equità della pena. Molte le reazioni critiche nei confronti della giustizia sportiva, e unanime l’allarme che questa vicenda potrebbe avere sulle sorti del mondo del calcio. Tra l’altro per il club bianconero, che nella serata di venerdì 20 ha annunciato il ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni, esiste la possibilità di un secondo processo sportivo per l’inchiesta Prisma e di possibili sanzioni per la violazione del fair Play finanziario denunciata dalla Uefa.

Alla Gazzetta dello Sport considerano giusto punire i colpevoli, ma “senza umiliare i tifosi”. Il vicedirettore Andrea Di Caro scrive severamente dii una “gestione dissennata” della vecchia dirigenza bianconera. “Il tentativo di un ulteriore salto di qualità sportivo ha portato a una gestione dissennata – scrive Di Caro – . Chi ha sbagliato deve pagare. Senza sconti. Ma c’è anche un popolo juventino che non va umiliato. Le colpe dei dirigenti non ricadano su milioni di tifosi incolpevoli di come venivano gestiti i bilanci del club”.

Ivan Zazzaroni, sulle colonne del Corriere dello Sport, che dirige,  si domanda quello che pensano tutti i tifosi bianconeri: “Perché la Juve sì e gli altri no? Le plusvalenze non si fanno da soli, ma in due”. E ancora, “tento un’interpretazione del dispositivo: la Juve è stata condannata per slealtà, sulla base delle intercettazioni presenti nelle 14 mila pagine dell’inchiesta Prisma, dove è la protagonista. Se così fosse, il mezzo, l’oggetto del reato, le plusvalenze, conterebbero relativamente”. Infine, Zazzaroni teme “l’inevitabile ribellione della tifoseria juventina”. Il prossimo appuntamento di campionato per la Juventus è previsto per domenica 22 allo Stadium contro l’Atalanta. “Il loro bersaglio unico immagino sia la Federcalcio. L’augurio è che non si trascenda”, scrive il direttore.

All’indomani della sentenza, Tuttosport, testata pubblicata a Torino, prediletta dai fan bianconeri, titola in apertura: “Roba da matti. Ingiustizia è fatta”. Il quotidiano torinese scrive inoltre di “giustizia del capro espiatorio”. Secondo il direttore Guido Vaciago, “la sentenza della Corte d’Appello Federale non è spiegabile se non prendendo in considerazione l’accanimento nei confronti del club bianconero e la volontà di affossarlo”. Anche in Tuttosport ritengono come non ci siano i presupposti normativi per una “sentenza così violenta”. “Esiste una consistente giurisprudenza che non consente di pensare alla plusvalenza come a una violazione così grave da giustificare una simile mazzata”, scrive Vaciago.

Così anche Carlo Nesti, che su Tuttomercatoweb scrive di “accanimento” contro il club bianconero. “Sembra di rivivere i giorni di Calciopoli, con gli stessi motivi di legittimità, ma anche di accanimento. La punizione inflitta alla Juventus è ovvia, ma come nel 2006 emerge già una incongruenza. Come è possibile che non siano state sanzionate altre società, quando il fenomeno delle plusvalenze era ed è molto diffuso? È possibile fare plusvalenze da soli? La risposta, chiaramente, è no.

Su Linkiesta, l’avvocato penalista Carlo Intieri parla di “giustizia del popolo” e di “precarietà dell’ordinamento sportivo italiano. Nell’articolo intitolato “The Italian Job”, Intieri punta i riflettori sul ne bis in idem processuale rivendicato dai legali della Juventus. “In uno Stato di diritto, una volta riconosciuto innocente dopo i vari gradi di giudizio, niente potrà riportarti a subire un nuovo processo per lo stesso fatto – scrive Intieri – . Nell’ordinamento sportivo non solo è possibile ciò, ma lo stesso giudice può smentire sé stesso e dopo aver dichiarato che una determinata condotta non è punibile perché manca una norma del codice che lo preveda, dopo qualche mese decida esattamente l’opposto e che di una legge si può fare a meno nella scia di ciò che indica una procura della repubblica. Il tipico Italian Job giudiziario”.

A Repubblica, testata del gruppo Gedi controllato da Exor come la Juventus,Maurizio Crosetti pone la questione della definizione stessa di plusvalenza: “Si parla spesso di pene esemplari. In questo caso, esemplari sembrano piuttosto le assoluzioni”. E ancora: “Come si fa a stabilire oggettivamente il valore di un calciatore? L’ordinamento sportivo non si è mai preso la briga di scrivere questa benedetta norma sulle plusvalenze. L’assenza di una norma spiega il non luogo a procedere dell’anno scorso. Rimane il sospetto di un giudizio frettoloso e incompleto”.

Il Mattino sottolinea la “stangata clamorosa” della Corte federale d’Appello. “Il giorno del giudizio manda in pezzi il fragile equilibrio che aveva provato a costruirsi la Juventus nel mezzo della stagione più travagliata dell’ultimo decennio. Una mazzata che ridisegna equilibri e gerarchie del nostro campionato”.

“Come nella vicenda del 2006, il fuoco dei giudici si concentra su un solo gruppo, una sola squadra”, scrive Tony Damascelli de Il Giornale, che come Zazzaroni si aspetta una dura reazione della tifoseria bianconera. “C’è la sensazione che si voglia colpire non soltanto il club ma la squadra. Prevedo che la folla bianconera possa reagire malamente nella partita contro l’Atalanta”. Scrive Damascelli, che formula poi una previsione escatologica degli eventi: “La questione ben più grave del falso in bilancio potrebbe cancellare la Juventus dalla serie A e non soltanto. È la fine di un secolo di storia, è il tramonto di qualunque progetto ed è la risposta ad una arroganza di scelte e di comportamenti”.

Il Corriere della Sera riporta lo sconcerto di  Evelina Christillin,  componente del Consiglio Fifa ha detto la sua sulla penalizzazione della Juventus: “Il club ha ragione a dire ne bis in idem, non si può essere condannati per un reato per il quale si è già stati assolti. Non credo che le plusvalenze si facciano in solitudine. Inoltre, parlando di plusvalenze, ogni giudizio sul valore dei giocatori è molto arbitrario”, ha dichiarato al Corriere di Torino.

Cosa Succede Ora?

La Juventus ha comunicato con una nota ufficiale che farà ricorso al Coni entro il termine stabilito di 30 giorni dalla sentenza. Il Collegio di Garanzia dello Sport può rimandare la decisione alla Corte d’Appello per vizi di forma, aprendo così una nuova discussione degli atti. C’è poi il nodo Cherubini. Il Ds subentrato a Paratici nel maggio 2021 è stato inibito a 1 anno e 4 mesi. Il nuovo Cda potrebbe non attendere l’esito del ricorso e procedere così a selezionare il nuovo direttore sportivo. Il club conoscerà inoltre le proprie sorti processuali entro il 22 febbraio, quando i giudici sportivi esamineranno la questione della “manovra stipendi”.

La Procura si pronuncerà entro fine gennaio su un secondo processo alla Juventus, accusata di aver gestito illecitamente – al tempo del lockdown – la rinuncia alle quattro mensilità dei calciatori, ai quali avrebbe restituito tre mesi di stipendio tramite le cosiddette “carte private”. C’è poi l’indagine Uefa sulla violazione del fair play finanziario e del settlement agreement del 2022. Qui il club rischia l’esclusione dalle coppe. Infine, il 27 marzo avrà luogo l’udienza preliminare presso il giudice ordinario per la richiesta di rinvio a giudizio dell’ex dirigenza bianconera per falso in bilancio.

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