[PIACENZA] Primo festival case editrici indipendenti. Logistica Mirafiori d’Italia: lottare per conoscere, conoscere per lottare

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PRIMO FESTIVAL DELLE CASE EDITRICI INDIPENDENTI

LOGISTICA MIRAFIORI D’ITALIA

LOTTARE PER CONOSCERE, CONOSCERE PER LOTTARE

Siamo contenti di annunciarvi il primo festival delle case editrici indipendenti piacentino.

Di ritorno dalla manifestazione nazionale di Ghedi (BS) contro guerra ed economia di guerra, questo sabato e poi per tutta la domenica si terrà “AltaVoce”, di cui siamo particolarmente fieri di essere fra i promotori: per noi infatti la lotta si deve accompagnare a un incessante lavoro di agitazione culturale, che fornisca a noi classe operaia gli strumenti intellettuali per difenderci e crescere dal punto di vista della consapevolezza.

Lottiamo per i 50 euro in più, ma anche per dare ai nostri figli una prospettiva di emancipazione più ampia e una libertà che parta prima di tutto dalle loro menti.Lotta e cultura, binomio inscindibile!

19 ottobre,

S.I. Cobas Piacenza


Nell’ambito della prima edizione piacentina del festival dell’editoria indipendente Alta Voce, avremo anche la presentazione ufficiale del libro “La muraglia umana”, di Francesco Floris e Carlo Pallavicini (coordinamento S.I. Cobas Piacenza).

Un libro che vuole essere anche una denuncia pubblica della repressione che tutti i lavoratori in lotta subiscono nel piacentino e una difesa degli imputati, che hanno dato letteralmente tutta la loro vita per la lotta e la dignità della classe operaia piacentina.

Il tema del libro riguarda da vicino lo sviluppo socio-economico ed ambientale del nostro territorio: “Se tre o più persone si associano allo scopo di commettere più delitti a fin di bene” è questa un’associazione a delinquere?

Il “fine” può “giustificare i mezzi”?

E’ il 19 luglio 2022 quando otto sindacalisti del S.I. Cobas e dell’Usb di Piacenza vengono arrestati e finiscono ai domiciliari per associazione a delinquere e decine di altri reati.

Quelli del S.I. Cobas sono Aldo Milani, Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli.

Per la Procura di Piacenza avrebbero usato la “maggior rappresentatività sindacale” delle proprie sigle sul territorio per ricattare, estorcere e condizionare le aziende della logistica nella provincia della ‘rossa’ Emilia che dalla fine degli anni Novanta è diventata il “magazzino d’Italia” e la “Mirafiori del ventunesimo secolo”.

Se prima i due sindacati di base erano una “forza rivoluzionaria” che organizzava i facchini e reclamava diritti – scriveranno i pubblici ministeri – ora si sono trasformati in “potere consolidato” che mira alla “conquista dei magazzini” e tornaconti personali utilizzando i lavoratori come “un mero strumento” e “pedine da spostare”.

Come?

“E’ facile indottrinare le maestranze a forte prevalenza di migranti”.

Nelle settimane successive all’inchiesta le accuse di lucro e fini personali semplicemente si scioglieranno come neve al sole.

C’è chi comincia a parlare di “reato di sindacato”.

Il Tribunale del Riesame di Bologna, che 20 giorni dopo gli arresti libererà i sindacalisti, avverte i magistrati inquirenti piacentini che stanno calpestando un “terreno scivoloso” perché il “continuo rilancio del conflitto con i datori di lavoro” è “la vita delle organizzazioni sindacali”.

Oltre alle differenti interpretazioni giuridiche su quale sia o meno il ruolo di un’organizzazione dei lavoratori nell’Italia del terzo millennio, e un eventuale processo, questa è la storia della “muraglia umana” e degli “operai vocianti, radunati e tenutisi uniti per le mani fuori dallo stabilimento”.

Sono coloro che per reclamare diritti limitano la libertà di “chi vuole uscire dalla fabbrica” perché “non può farlo senza investire con l’automezzo da lui guidato le persone sedute o distese davanti ai cancelli”.

E’ la storia di qualche migliaio di lavoratori migranti di questo Paese che hanno provato la differenza fra sopravvivere con 500 euro al mese, due figli e la dignità calpestata da caporali, mafiosi e multinazionali per arrivare a guadagnare 2000 euro al mese e sentirsi chiamare, almeno una volta nella vita, “signor Mohamed”.

Una storia da conoscere, da ascoltare… e da leggere!

Ci vediamo domenica 22 ottobre alle ore 18:00 in Coop Infra!

Contro Tendenza Piacenza

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