Pirateria, Serie A contro le telco: la ‘dura’ risposta degli operatori a De Siervo

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Un’intervista di Luigi De Siervo, ad della Lega Calcio, firmata da Matteo Pinci e pubblicata da La Repubblica a metà febbraio, ha generato la risposta firmata da tutti i capi delle telco italiane.

L’attacco di De Siervo

De Siervo si era lamentato del problema della pirateria, che rischiava di uccidere la industry del calcio, già gravata di debiti e problemi vari. Aveva sostenuto che si trattava di uno dei principali elementi di debolezza dell’offerta della Lega Serie A, impegnata in queste settimane a preparare il disciplinare della gara di assegnazione dei diritti tv 2024-2027.

Nell’intervista l’ad della Lega sosteneva: “con la pirateria, chi ci perde è sicuramente la Serie A: il danno è di circa 1 miliardo ogni tre anni, ma tutto il calcio, anche la Serie B e la Lega Pro, è finanziato con i soldi dei diritti televisivi”.
E poi individuava anche un comportamento scorretto delle telco. “C’è soprattutto l’atteggiamento omissivo delle società di telecomunicazione. Abbiamo il triste primato di essere il Paese col tasso di pirateria più alto al mondo. E questo è avvenuto nel silenzio della politica e delle autorità”.
L’interesse delle telco? Secondo il manager “le telco hanno beneficiato di alti volumi di traffico, facilmente riconducibili agli orari delle partite. E non hanno fornito la collaborazione minima che ci saremmo aspettati da chi vive in un mercato che deve essere legale”.

La replica dai vertici delle tlc italiane

Stamane lo stesso giornale, nel piede di pagina 32, la prima dedicata allo sport, ha pubblicato una missiva di risposta firmata da tutti i capi delle teleco italiane. In ordine alfabetico hanno siglato la lettera alla testata Aldo Bisio (ad Vodafone), Alberto Calcagno (ad Fastweb), Gianluca Corti e Benoit Hanssen (i due co-ad di WindTre), Pietro Labriola (Ad Tim) e Benedetto Levi (ad Iliad Italia).

Punto nodale: l’accusa di De Siervo secondo i firmatari della lettera è “palesemente infondata”. Si ricorda che gli utenti residenziali e buona parte di quelli delle rete cellulare pagano una tariffa flat, fissa, e che i gestori quindi guadagnano indipendentemente dai volumi di traffico.

I pirati, in sostanza non portano alcun beneficio agli operatori. Piuttosto, l’immissione in rete di contenuti live obbliga gli operatori a continui investimenti tecnologici sulle infrastrutture. “Noi siamo sempre stati contro la pirateria e oggi sosteniamo qualsiasi azione contro la violazione dei diritti sui contenuti immessi in rete” dicono.
“Anzichè lanciare accuse infondate e gravi, quindi – si conclude nella lettera – il sistema calcio dovrebbe confrontarsi con la filiera di distribuzione dei contenuti, con le autorità regolatorie e con il legislatore per contribuire all’adozione di strumenti adeguati”.

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