Pubblicità politica, dalla Ue arrivano regole più severe

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Dopo il lavoro preparatorio della Commissione Mercato interno (Imco), il Parlamento europeo ha approvato oggi, giovedì 2 febbraio, le regole sulla trasparenza delle pubblicità politiche con 433 voti favorevoli, 61 contrari e 110 astensioni. I deputati hanno apportato numerose modiche al testo originario. La votazione in Plenaria dà così il via libera a Sandro Gozi , eurodeputato di Renew Europe, relatore del rapporto approvato in Commissione, per avviare i colloqui con i rappresentanti dei Paesi UE e concordare un testo in tempo per le prossime elezioni europee in
programma il prossimo anno.

Una delle nuove regole stabilisce che il microtargeting, una tecnica che utilizza i dati dei consumatori e i dati demografici per identificare gli interessi di individui specifici, non sarà più possibile. Infatti, ha stabilito il Parlamento, i dati personali forniti esplicitamente per la pubblicità politica online potranno essere utilizzati dai fornitori di servizi di pubblicità. Il Parlamento ha poi introdotto altre disposizioni per regolamentare ulteriormente la più estesa attività di targeting, come il divieto assoluto di utilizzare i dati dei minori.

Sandro Gozi

Interferenze estere e trasparenza

I deputati europei hanno stabilito di vietare alle entità non basate nell’Unione di finanziare le pubblicità politiche all’interno della UE. Per determinare il Paese in cui è stabilita l’entità che eroga i finanziamenti, le autorità competenti devono tenere conto del luogo in cui si trova il controllore finale di tale entità. I deputati hanno anche apportato modifiche per garantire a chiunque – cittadini, autorità, giornalisti – di accedere facilmente alle informazioni sulla pubblicità politica. Tra le proposte, i deputati sostengono la creazione di un archivio online per tutte le pubblicità
politiche online e i dati relativi. Grazie a questa possibilità, sarà più facile ottenere informazioni anche sugli sponsor delle pubblicità, sul suo costo e sull’origine del denaro utilizzato.
Inoltre, dovrebbero essere pubblicate informazioni su una pubblicità sospesa per violazione delle regole, sui gruppi specifici di individui soggetti a targeting e quali dati personali sono stati utilizzati per questo, oltre che le visualizzazioni e il coinvolgimento (engagement) online relativi alla campagna pubblicitaria. I deputati propongono di riconoscere ai giornalisti un diritto specifico per ottenere tali informazioni.

Le sanzioni

E’ stata poi introdotta la possibilità di infliggere periodicamente sanzioni in caso di violazione ripetuta e l’obbligo per i grandi fornitori di servizi di pubblicità di sospendere i loro servizi per 15 giorni con un determinato cliente in caso di violazioni gravi e sistemiche. La Commissione potrà introdurre sanzioni minime a livello europeo. Infine, il testo approvato rafforza i poteri delle autorità nazionali e consente al Comitato europeo per la protezione dei dati di assumere il controllo di un’indagine su una violazione e di applicare le norme.
Il relatore Sandro Gozi ha dichiarato: “Ci sono troppe interferenze illecite nei nostri processi democratici. Come legislatori abbiamo la responsabilità di combattere questo fenomeno, ma anche di garantire che il dibattito rimanga aperto e libero. Questa legge non ucciderà la pubblicità politica, nonostante le voci diffuse dalle grandi piattaforme online, né ostacolerà la nostra libertà di espressione. Limiterà solo la pubblicità politica abusiva”. Ora il Parlamento può cominciare i colloqui con la Presidenza del Consiglio dell’Unione europea, in rappresentanza dei Paesi membri.

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