Report, Il Manifesto, Gregory Osoviy e la propaganda

1 month ago 24

Ci avete segnalato un’intervista a Gregory Osoviy, intervista che viene diffusa online con post come questo:

“Sono un detenuto politico”: Gregory Osoviy, 76 anni, è il segretario generale della Confederazione sindacale ucraina ed è attualmente agli arresti domiciliari a Kyiv. Questa è la sua prima intervista pubblica dopo l’arresto, avvenuto l’8 aprile.

L’intervista viene ripresa da Il Manifesto, e potete trovarne il sunto sulle loro pagine, qui salvate su archive, sia mai che succeda come con quella storia del giornalista egiziano ucciso.

Chi è Gregory Osoviy?

Da giugno 2014 è stato eletto segretario generale del FPU, la più grande confederazione sindacale ucraina, con circa 4-5 milioni di iscritti. Si tratta di una figura presente nel movimento sindacale ucraino fin dagli anni Novanta del secolo scorso, quindi perfettamente integrato con le precedenti legislazioni.

Perché sostengono sia un prigioniero politico?

L’arresto di Gregory Osoviy viene associato dai giornalisti italiani (e non solo) al suo ruolo di oppositore delle riforme economiche proposte dal governo in carica sui temi delle liberalizzazioni dei contratti e della riduzione del potere contrattuale. Osoviy era stato posto in arresto già l’8 aprile 2024, pochi giorni prima di una riunione chiave e del possibile voto parlamentare su una legge che avrebbe sottratto al sindacato il controllo su molti immobili ereditati dall’epoca sovietica. Report e Il Manifesto lo presentano quindi come vittima di un arresto per impedire l’opposizione dei sindacati all’approvazione delle riforme.

Omissione di dettagli

Il problema è che sia Report che Il Manifesto non citano mai quelle che sono le accuse formali mosse contro Gregory Osoviy: appropriazione indebita, riciclaggio, associazione a delinquere, e non vengono menzionati neppure i precedenti procedimenti giudiziari, avviati prima dello scoppio della guerra.

Eppure bastava cercare per trovare quanto necessario a dare un quadro più completo allo spettatore, ma è evidente che non è lo scopo del servizio e relativa intervista.

Vi riportiamo da Економічна правда, testata ucraina che abbiamo più volte trovato abbastanza precisa nel suo modo di riportare dati e dettagli:

Durante le indagini preliminari, è stato accertato che, nel periodo 2016-2018, gli imputati hanno stipulato quattro contratti fittizi per l’acquisto e la vendita di immobili nella città di Rivne. Il valore totale stimato di questi beni ammontava a oltre 20 milioni di grivne. Ad esempio, i locali di uno dei ristoranti sono stati venduti a un prezzo ribassato: solo 4,1 milioni di grivne. I nuovi proprietari erano parenti di uno dei dirigenti di Ukrproftur

E sul sito dell’Ufficio Investigativo statale ucraino:

Nell’ambito delle attività investigative, l’Ufficio investigativo dello Stato ha sequestrato documenti e supporti elettronici che confermano transazioni illegali.

Cinque individui sono stati informati di essere sospettati ai sensi dei seguenti articoli del Codice penale ucraino:

  • Parte 1 dell’articolo 255 (creazione, direzione e partecipazione a un’organizzazione criminale);

  • Parte 5 dell’articolo 191 (appropriazione indebita, appropriazione indebita di beni di particolare entità);

  • Parte 3 dell’articolo 209 (legalizzazione dei beni ottenuti con il reato).

Corruzione in Ucraina

Per completare il quadro un bravo giornalista dovrebbe anche ricordare ai propri follower che in Ucraina nel 2012 era considerata da Ernst&Young una delle tre nazioni più corrotte al mondo, e la situazione era così almeno dagli anni Novanta. Quindi siamo di fronte a un dirigente sindacalista che fa parte della vecchia guardia del potere ucraino che è stato accusato di cose decisamente gravi. In Italia, omettendo questi dettagli, viene presentato come un povero prigioniero politico e nient’altro.

Lo capite che abbiamo un  problema?

Noi qui non possiamo certificare se Gregory Osoviy sia colpevole o innocente, ma in poche righe abbiamo cercato di riportarvi dettagli che non ci risultano esser stati raccontati dai giornalisti blasonati (e stipendiati) che firmano intervista video e articolo de Il Manifesto. Chi deve decidere se Gregory Osoviy sia colpevole o innocente è la magistratura ucraina, mentre il compito dei giornalisti nostrani dovrebbe essere quello di riportare tutti i dettagli della notizia e non solo la voce dell’arrestato che si presenta come vittima del governo ucraino. Facendo così si sta chiaramente prendendo posizione in favore di una specifica narrazione, quella che vede Osoviy perseguitato politico.

Questo a nostro avviso non è il giornalismo che ci meritiamo visto il momento storico che stiamo attraversando.

In attesa di aggiornamenti sul caso.

maicolengel at butac punto it

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