Repubblica, il Cdr su riorganizzazione: piano lacunoso, servono risposte concrete

1 year ago 42

“Non ci opponiamo alla transizione verso il digitale, ma la redazione non vuole essere compartecipe di scelte che ritiene profondamente sbagliate”. A scriverlo è il Cdr di Repubblica che con un comunicato pubblicato sul quotidiano in edicola torna a dire la sua sul piano di riorganizzazione delle attività del giornale voluto dal direttore Maurizio Molinari.

Nel testo, i giornalisti di Largo Fochetti definiscono il piano “generico, lacunoso, mancante delle garanzie relative ai sempre più necessari e improrogabili investimenti a supporto”; tra le altre cose giudicano negativamente la “trasposizione massiccia di contenuti già pubblicati online”, l’assenza di riferimenti ai settimanali, al ruolo dei grafici e alle redazioni locali.
Da qui la richiesta di “risposte concrete”, “riformulare il progetto e di rinviare la sperimentazione”, riservandosi anche nuove “forme di protesta per difendere la qualità del lavoro e il futuro della testata”.

Il testo del comunicato

L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica, visto il piano di riorganizzazione presentato dalla direzione – e nel contestarne filosofia, applicazione e mancanze – esprime in un documento (205 sì, 23 no e 52 astenuti) tutte le sue critiche e contrarietà.
L’assemblea ritiene irricevibile un piano generico, lacunoso, mancante delle garanzie relative ai sempre più necessari e improrogabili investimenti a supporto. Un piano, seppur avviato in via sperimentale, con organici inadeguati per imprimere un cambiamento di rotta.

L’assemblea giudica negativamente il voler abbandonare la filosofia di “quotidiano omnibus”, accompagnato da una trasposizione massiccia di contenuti già pubblicati online: significa lasciare ulteriore campo libero al principale concorrente che già oggi, a differenza nostra, registra invece una sostanziale tenuta anche in edicola. Né nel piano si fa menzione all’importanza e alla tutela dei settimanali che ancora oggi sostengono le vendite del giornale, né si fa cenno al ruolo dei grafici sospesi nella transizione tra carta e riforma del sito.
Ci saremmo poi aspettati un passaggio dedicato alle redazioni locali, al loro sacrificio nonostante le evidenti insufficienze degli organici.
Non ci opponiamo alla transizione verso il digitale, ma la redazione non vuole essere compartecipe di scelte che ritiene profondamente sbagliate. La redazione chiede alla direzione di dare risposte concrete, di riformulare il progetto e di rinviare la sperimentazione. E si riserva nuove forme di protesta per difendere la qualità del lavoro e il futuro della testata.

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