Reti elettriche, l’allarme Iea: investimenti da raddoppiare

6 months ago 28

Gli obiettivi mondiali sulla transizione energetica sono a rischio per via di reti elettriche inadeguate: per raggiungerli, si dovrebbero costruire o sostituire 80 milioni di km di connessioni entro il 2040, pari a tutte le reti esistenti a livello globale.

Questo l’allarme che arriva dal nuovo rapporto, Electricity Grids and Secure Energy Transitions pubblicato ieri dall’Agenzia internazionale per l’energia (Iea).

L’importanza della rete aumenterà man mano che aumenta il ruolo dell’elettricità nei sistemi energetici, premette il documento e, dopo aver offerto un inventario delle reti elettriche in tutto il mondo, primo nel suo genere, rileva che queste non riescono a tenere il passo con la rapida crescita delle principali tecnologie low carbon, come fotovoltaico, eolico, veicoli elettrici e pompe di calore.

Gli investimenti annuali nelle reti, che sono rimasti sostanzialmente stagnanti, devono raddoppiare fino a superare i 600 miliardi di dollari all’anno entro il 2030, avverte la Iea, e sono essenziali anche cambiamenti nel modo in cui le reti funzionano e sono regolamentate.

I problemi stanno già emergendo. Il rapporto identifica una lunga e crescente coda di progetti Fer in attesa di essere collegati alla rete, individuando 1.500 GW di questi progetti che sono in fasi avanzate di sviluppo. Si tratta di cinque volte la quantità di capacità solare fotovoltaica ed eolica aggiunta a livello mondiale lo scorso anno, sottolinea l’Agenzia.

Elettrificazione dei consumi e rinnovabili, si spiega, richiedendo più elettrodotti e reti distribuzione funzionanti per garantire forniture affidabili ai clienti finali. Serve anche la digitalizzazione delle reti di distribuzione e una maggiore flessibilità attraverso demand response e lo storage.

Se non investiamo abbastanza e abbastanza in fretta in rete, mostra lo scenario Grid Delay Case del rapporto, le emissioni cumulative di CO2 tra il 2030 e il 2050 sarebbero quasi 60 miliardi di tonnellate in più a causa di una più lenta diffusione delle energie rinnovabili che si traduce in un maggiore consumo di combustibili fossili. Ciò equivale alle emissioni totali di CO2 del settore energetico globale negli ultimi quattro anni e porterebbe l’aumento della temperatura globale ben al di sopra dell’obiettivo dell’Accordo di Parigi di 1,5°C, con una probabilità del 40% di superare i 2°C, stima il report.

Il rapporto identifica diverse azioni strategiche che possono fare la differenza, in primis l’espansione e il rafforzamento delle interconnessioni all’interno dei paesi, tra paesi e tra regioni. La Iea raccomanda ai governi di sostenere progetti di trasmissione su larga scala per garantire che le reti siano preparate per un’ulteriore forte crescita delle rinnovabili ed esorta gli sviluppatori e gli operatori delle reti ad abbracciare la digitalizzazione per consentire alle reti del futuro di essere più resilienti e flessibili.

Considerati i tempi lunghi per l’ammodernamento e l’ampliamento delle reti, bisogna poi muoversi. La pianificazione, l’autorizzazione e il completamento di una nuova rete richiedono spesso dai 5 ai 15 anni, rispetto agli 1-5 anni per i nuovi progetti Fer e ai meno di 2 anni per le nuove infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici, sottolinea l’Agenzia.

Servirà inoltre una più forte collaborazione internazionale: le economie emergenti e in via di sviluppo, esclusa la Cina, hanno assistito a un calo degli investimenti nella rete negli ultimi anni, nonostante la robusta crescita della domanda di elettricità e gli sforzi continui per raggiungere gli obiettivi di accesso all’energia.

Garantire che i paesi in via di sviluppo dispongano delle risorse necessarie per costruire e modernizzare le reti elettriche è un compito essenziale per la comunità internazionale, è il monito della Iea.

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:

Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO

Read Entire Article