Riparare, risparmaire e socializzare: Il Repair café di Perugia festeggia ad aprile sei anni di attività con una sede fissa ed un progetto finanziato

1 year ago 58

 



Ci sono buone notizie per quel phon stanco che minaccia di prendere fuoco la prossima volta che lo attacchi alla presa di corrente. Una nuova vita meravigliosa lo attende, in barba a chi lo voleva morto. Stessa cosa per quel fornetto elettrico che t’avevano dato per spacciato e per quel robot da cucina che hai pagato a rate e che non vorresti proprio buttare. Ma l’elenco dei salvati a bordo del Repair Cafè, racconta Anna Rita Guarducci, presidente del Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti zero aps, anche promotore di questa iniziativa virtuosa, è lunghissimo. Ci sono lampade da tavolo, auricolari da telefono, frullatori, tostapane, stereo compatti, registratori, spremiagrumi, ferri da stiro e telecomando per tv.

Anna Rita Guarducci, anima del Repair Cafè


Ma anche bilance da cucina, forni a microonde e decoder. E ancora tanti, tanti elettrodomestici dimenticati dentro a qualche sportello o sopra qualche scaffale, in attesa dell’ultimo trasporto in discarica. Proprio quegli elettrodomestici, insomma, che forse qualche tecnico specializzato sarebbe stato anche disposto a riparare. Se non fosse che il costo della riparazione è di solito più alto del prezzo di un nuovo modello. Magari, più performante, almeno sulla carta, e forse anche più conveniente rispetto al vecchio. Questo perché il prodotto dell’economia di scala globale è messo in concorrenza con il servizio, offerto dal tecnico, di solito un essere umano con partita Iva “locale”. Che fare allora?


La sede del R.C. di Perugia in in via dei Loggi 18F a Ponte San Giovanni

A questo cortocircuito, si sa, non ci sono tante risposte macroeconomiche valide, per ora. Le risposte individuali invece sono in netto aumento. E giustamente. Per vari motivi. Verso sera, dopo ore di riparazione elettrica ed elettronica, a cui partecipano persone di ogni età, nel Repair Cafè entra in gioco la riparazione tessile. Non solo e non più esclusivo dominio femminile. Ed ecco che, alle 18,30, le macchine per cucire hanno preso il posto di un vecchio giradischi ed altri oggetti sparsi per il tavolo. Anche gli habitué del Cafè prendono allegramente posto con i loro lavori, tra una chiacchiera, un filo da infilare, un rammendo da ripetere, uno scherzo ed una battuta, si impara qualcosa ed in buona compagnia. A coordinare l’avvicendarsi di tavoli di riparazione e la direzione del tutto è Anna Rita, che mi mostra le carte del Repair, i trofei di un percorso, ora meno in salita. Ci sono gli elenchi di oggetti riparati, ma anche la scheda dei viaggi in trasferta. E poi il magico bando che ha messo il Repair di Perugia al riparo dal lungo nomadismo. Il progetto RI.CON.4U (Riparazione condivisione formazione riuso) è stato infatti finanziato dal Bando 2022 dell’8 per mille della Chiesa Valdese.


Un phon completamente rigenerato del valore di 70 euro


Nove sessioni di riparazione sono ora sono finanziate. Se ne svolgeranno otto nella sede di Ponte San Giovanni ed una al mercato settimanale di Paciano, il cui Comune partecipa al progetto. Prossima data in via dei Loggi: 3 aprile, dalle 15 alle 18. Proseguono anche le lezioni di cucito, mercoledì 15 e venerdì 24 marzo, sempre dalle 18,30 alle 20,30. Intanto, domenica 12 marzo il Repair Cafè si trasferisce ad Elce, nel Teatro della parrocchia di San Donato, a partire dalle ore 10 fino alle 13. E sempre in primavera ci sarà un’importante tappa da festeggiare: i primi sei anni del Repair Cafè, che da sogno a rifiuti zero sta diventando ogni giorno, sempre più, solida realtà.


Il team del Repair Cafè di Perugia

Procedendo con le riparazioni, comunque, c’è sempre qualcosa da festeggiare. C’è la soddisfazione di quei phon, reduci dall’uso in un centro sportivo, costati 70 euro l’uno, che ora sono “perfettamente riparati e riutilizzabili”. E non stupisce che siano proprio i phon, l’oggetto più riparato del Repair Cafè, in casa ce l’abbiamo tutti e spesso il guasto incombe anche dopo un uso moderato. Poi c’è la convenienza del riuso che, a volte, supera il prezzo di acquisto attuale, se l’oggetto salvato è un oggetto di valore. Ed infine, ma non ultimo, c’è il valore affettivo e relazionale che gira intorno all’oggetto da salvare. Un valore che si crea solo utilizzandolo come mezzo, non come fine. Al Repair Cafè dell’otto marzo scorso, ospitato in sede fissa dal febbraio 2022, grazie allo spazio messo a disposizione dalla cooperativa Densa in via dei Loggi 18F a Ponte San Giovanni, c’è stato come sempre un via vai di persone intorno al tavolo delle riparazioni del team, composto da un gruppo di 11 riparatori. Ne fa parte anche Carlo Minciotti, che vive a Gubbio, che mette a disposizione le sue preziose esperienze in molti ambiti della riparazione, a partire dall’incollaggio con parti plastiche Abs, e anche oltre il dominio Raee, Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Che in discarica di solito fanno un viaggio di non ritorno.

Il primo repair man è stato invece Gianni Migliorati, è grazie a lui che è stato possibile organizzare tante sessioni, senza riparatori non esisterebbe nessun Repair Cafè. E alla rosa dei collaboratori degli inizii, si aggiunge anche Michele Giommini, “con il quale abbiamo partecipato al primo Repair Cafè in Umbria nel 2017, decidendo di riprodurlo poi in maniera itinerante”.

RespiroMagazine

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