[ROMA] L’orario di lavoro va rispettato, non allungato. Sciopero lavoratori Dhl per migliori condizioni

4 months ago 32

L’ORARIO DI LAVORO VA RISPETTATO

SCIOPERO ALLA DHL DI ROMA

Da stamattina all’alba i lavoratori SI Cobas della Dhl Supply Chain di Pomezia (RO) hanno scioperato contro la reiterata condotta aziendale di comunicare i turni la sera prima.

Questa battaglia ha una valenza generale, perché non riguarda solo i lavoratori Dhl di Roma, bensì oramai milioni di lavoratori, che grazie alla compiacenza di Cgil-Cisl-Uil non possono organizzare la propria vita personale e familiare perché costretti ad attendere ad ogni ora la comunicazione del turno da parte del padrone, spesso via sms o whatsapp.

Per quanto il diritto al riposo sia costituzionalmente garantito, nonostante la legge dal 2022 prescriva che i turni di lavoro debbano essere scritti chiaramente nel contratto di lavoro e sebbene la giurisprudenza di cassazione abbia più volte sottolineato l’obbligo delle aziende di comunicare eventuali variazioni dell’orario o del turno di lavoro “con ragionevole preavviso”, in molte categorie (logistica, porti, multiservizi, ecc.) i padroni stanno trasformando sempre più l’orario di lavoro in reperibilità di 24 ore al giorno, sette giorni su sette!

Ciò spesso, come nel caso della Dhl di Pomezia, si accompagna con la pretesa di straordinario obbligatorio ogni giorno, e di conseguenza con ritorsioni quotidiane nel caso i lavoratori stacchino da lavoro con “solo” 1/2 ore di straordinario…!

Inoltre Dhl a Pomezia non ha retribuito l’ora della prima assemblea sindacale del SI Cobas fatta, dimostrando, come al solito, che gli unici sindacati che riconoscono sono quelli che fanno gli interessi dei padroni, e non delle lavoratrici e lavoratori!

La battaglia per migliori condizioni salariali non può essere separata dalla rivendicazione di migliori condizioni di lavoro in termini di sicurezza, salute, ritmi e rispetto degli orari di lavoro, cioè del diritto degli operai ad avere una vita personale e familiare, a non diventare un “accessorio” del padrone e delle “superiori esigenze di produttività aziendale”, cioè di sfruttamento senza limiti della forza-lavoro in nome del profitto capitalistico.

Riprendiamoci il salario, riprendiamoci la vita!

Solo la lotta paga!

12 dicembre,

SI Cobas nazionale

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