La Recensione di
Massimiliano Collisani
Architetto
Un giro di danza lungo 20 anni tra arte e satira.
Ascoltare il brano di Massimo Greco mi dà modo di fare ad una considerazione importante:
Dove è finita la satira? O meglio quella satira che anziché colpire un potere che detesta, soffre un tremendo complesso di inferiorità verso l’oggetto dei suoi attacchi, al quale oggetto il talento ha fatto guadagnare potere e un po’ di soldi, e allo stesso modo nutrire il politicamente corretto lasciando alla destra il primato di un linguaggio franco e diretto è stato un suicidio etico e politico.
Dov’è finita quella satira che ha avuto in Enrico Gianeri e Pino Zac, per citarne due non a caso, ma purtroppo dimenticati, argute ed irriverenti penne?
Da vecchio fan di un certo tipo di satira mi costa dirlo, non credo che ripetere le imprese estreme di Pino Zac e soci sia oggi la strada possibile da percorrere. Anche perché quel tipo di violenza, di irriverenza, di spietatezza, sia pure con dinamiche e meccanismi emotivi molto diversi, si è trasferito altrove. Vale a dire in rete.
Una violenza che, se da una parte illude di vendicare i misfatti, dall’altra getta la spugna su ciò che ha fatto passare alla storia Il Male e Frigidaire: vale a dire il talento, il lavoro (fondare una rivista satirica significava saperla immaginare e quel tipo di ingegno trovava la sua forma più esplosiva sulla pagina) ed essere disposti a pagare per la propria irriverenza (gli autori di satira avevano un fascino che la quasi totale impunità garantita dalla rete fa scomparire all’istante).
Quel tutto è una miscela letale ottenuta con il peggio delle culture politiche che dominano il discorso ufficiale italiano degli ultimi anni: Il conformismo bacchettone di un certo Pd, il sovranismo ed il razzismo della destra al potere, unito all’assurdo sentimento di superiorità etica della sinistra radicale.
Che spazio resta dunque oggi in Italia per l’esercizio sacrosanto del sentimento del contrario?
In questo scenario ecco apparire il video di Massimo Greco che è un toccasana per la mente e per il corpo (la danza ha avuto da sempre un potere liberatorio).
Un percorso ventennale tra arte e disintegrazione di questo paese nella più viva tradizione del buon Rino Gaetano fatto con quel tipo di satira che in questo paese manca da troppo tempo.
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