Trump, Lincoln e i tribunali

1 month ago 35

Su alcune bacheche filotrumpiane sta circolando il meme in inglese che vedete qui sopra, e che viene anche tradotto in italiano così:

Lincoln ignorò le decisioni scorrette dei tribunali.

Lincoln sospese l’Habeas Corpus.

Perché il presidente Trump non può fare lo stesso?

Trump non ha scelta ora. Per salvare il Paese dai giudici disonesti, deve farlo.

Il meme vorrebbe fare un parallelo tra Abraham Lincoln e Donald Trump; il primo dei quali crediamo si stia rivoltando nella tomba. In pratica si vuole sostenere che, siccome Lincoln lo fece ai suoi tempi, anche Donald Trump dovrebbe poter ignorare le decisioni dei tribunali e sospendere l’habeas corpus, ovvero il diritto alla legalità della restrizione della libertà personale. Ma si tratta di un parallelo storicamente sbagliato e costituzionalmente pericoloso.

Lincoln e l’habeas corpus

Habeas corpus: (dal latino medievale: letteralmente “abbi il corpo [del condannato]”, sottintendendo ad subjiciendum, cioè “per presentarlo [alla corte]” reinterpretato come “abbi la disposizione della [tua persona]”) è un writ proprio del diritto comune, la cui più diffusa interpretazione esprime l’ingiunzione di un organo giurisdizionalmente competente (come un giudice o una corte) di portare un detenuto al proprio cospetto per verificarne le condizioni personali e la legittimità dell’arresto, nonché per evitare che la detenzione sia inflitta senza concreti elementi di accusa.

[…] Rappresenta una delle più importanti garanzie della libertà individuale […] ha l’obiettivo di proteggere gli individui da detenzioni arbitrarie e di garantire che ogni privazione della libertà sia giustificata e legittima.

Lincoln sospese l’habeas corpus durante la Guerra Civile (1861), in risposta a specifiche rivolte armate e sabotaggi. Si trattò di una mossa controversa, ma il Congresso ne approvò formalmente l’autorità. I fatti avvennero in un contesto di guerra civile, con il Paese letteralmente spaccato in due. Non era “solo” una situazione di disagio politico come quello attuale.

Oggi, l’habeas corpus – oltre che presente in gran parte delle Costituzioni occidentali – è alla base dell’Art. 9 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 («Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato») e presente nella Convenzione internazionale sui diritti civili e politici del 1966.

Cosa dice la Costituzione?

La possibilità di sospensione dell’habeas corpus è prevista dalla Costituzione Americana (Articolo I, Sezione 9):

The Privilege of the Writ of Habeas Corpus shall not be suspended, unless when in Cases of Rebellion or Invasion the public Safety may require it.

Ma quel potere di sospensione – che serve in sostanza a ignorare le decisioni della magistratura – è normalmente attribuito al Congresso, non al Presidente da solo. Quindi, un’eventuale sospensione senza passare dal Congresso sarebbe incostituzionale e rappresenta un rischio enorme per la già sofferente democrazia americana. Trump, per ora, non è in guerra, pertanto il contesto attuale non ha alcuna giustificazione per misure così eccezionali. Dovrebbe bastare questo a far capire che si tratta di due casi assolutamente non paragonabili fra loro.

I giudici disonesti

Far riferimento a fantomatici giudici disonesti invitando alla disobbedienza delle corti è un invito alla crisi istituzionale. Suggerire che l’attuale Presidente degli Stati Uniti dovrebbe poter ignorare le decisioni giudiziarie significa attaccare direttamente le fondamenta della democrazia in vigore. Chi spinge questo genere di narrazione sono gli stessi che hanno portato all’assalto a Capitol Hill; onestamente vivessi negli States in questo momento non so quanto dormirei sonni tranquilli.

Chi fa questi post ha precisi interessi a fare sì che nel Paese regni il caos il prima possibile, chi muove queste narrazioni non lo fa per il semplice gusto della provocazione. Ma visto come sono gestite attualmente le cose negli Stati Uniti, è probabile che prima di rendersene conto siano già stati fatti gravi danni al Paese e all’elettorato.

Non credo, purtroppo, di poter aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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