
NewsGuard Technologies è stata fondata nel 2018 da Steven Brill e L. Gordon Crovitz. Si tratta di un’organizzazione che ha inventato un sistema di valutazione e classificazione per siti che diffondono a vario titolo notizie e informazioni. NewsGuard si propone come alternativa agli algoritmi automatizzati nella lotta contro la disinformazione online.
Come funziona NewsGuard?
NewsGuard utilizza un team di giornalisti esperti che valutano i siti in base a nove criteri relativi alle pratiche giornalistiche e alla trasparenza. Questi criteri includono:
- Pubblicazione di informazioni inaccurate
- Raccolta e presentazione originale delle informazioni
- Chiarezza nella distinzione tra notizie e opinioni
- Precisione dei titoli, inclusa l’assenza di clickbait
- Trasparenza sulla proprietà del sito e sulle posizioni politiche dei proprietari
Ogni sito riceve un punteggio da 0 a 100 in base a questi criteri. Un punteggio pari o superiore a 60 assegna al sito un’icona verde, indicandone l’affidabilità; un punteggio inferiore a 40 comporta un’icona rossa, segnalando potenziali problemi di credibilità. Queste valutazioni sono accompagnate da un “riepilogo dettagliato” che spiega le ragioni del punteggio assegnato.
BUTAC ad esempio non fa punteggio pieno, perché spesso i nostri articoli includono anche le opinioni di chi li scrive. Ciò non toglie che noi riteniamo il sistema di classificazione di NewsGuard sufficientemente affidabile.
L’ultimo rapporto di NewsGuard
Il 10 marzo 2025 NewsGuard ha pubblicato un rapporto sullo stato della disinformazione che riteniamo vada raccontato anche sulle pagine di BUTAC, in forma riassuntiva ovviamente. Se volete approfondire vi invitiamo a leggerlo in originale. Quanto raccontato purtroppo ci preoccupa, anche se non ci sono sostanziali novità: i giornalisti di NewsGuard, infatti, hanno rilevato un ulteriore upgrade nelle strategie usate dai disinformatori. Non si limitano più solo a creare notizie che vengono diffuse in rete, ma attualmente – come vi abbiamo mostrato ad esempio parlando delle elezioni in Germania – clonano testate giornalistiche, oppure ne aprono di nuove, che servono a dare sempre più credibilità a quanto riportano.

Chi sono i principali responsabili?
Secondo il rapporto di NewsGuard, tra i casi presi in esame il 71,6% dei falsi proveniva da operazioni di influenza russe, come Matryoshka; il 19,3% da fonti americane o britanniche; e per finire il 9,1% da fonti iraniane. Purtroppo le tecniche usate per diffondere disinformazione sono sempre più agguerrite: si è passati dalle vecchie immagini photoshoppate ai deepfake sempre più credibili, come vi abbiamo raccontato proprio pochi giorni fa.
Nel rapporto vengono mostrati tantissimi esempi di come questa disinformazione trovi sempre più spazio e riesca sempre di più a raggiungere gli obiettivi per cui è stata realizzata. Questo, visto il momento storico che stiamo vivendo, dovrebbe preoccuparci sempre di più. Ci sono strumenti legislativi che andrebbero fatti funzionare in maniera efficiente per tutelare i cittadini da questa invasione di disinformazione, e invece vediamo politici cadere a loro volta vittime di questa infodemia.
La disinformazione si evolve, mentre il contrasto all’infodemia in certi paesi è fermo al palo
In quest’ottica stare sempre attenti a cosa leggiamo a cosa sentiamo è diventato di vitale importanza, e imparare a usare lo spirito critico e il raziocinio è diventata una priorità, perché il rischio di farsi prendere in giro da chi guadagna dalla disinformazione è altissimo, specie ora che la posta in gioco è così alta.
Materiale per riflettere
Oltre al rapporto di NewsGuard riteniamo interessante la lettura delle analisi fatte da Texty.org.ua, sito di data journalism ucraino che ha vinto svariati premi per l’impegno messo in campo negli ultimi quindici anni. Nel 2022, ben prima della situazione che stiamo vivendo ora, pubblicarono un rapporto dal titolo:
The Germs of the Russian World
Un rapporto che mostrava chiaramente che quanto vediamo ora non è qualcosa d’improvvisato, bensì il frutto di strategie ben precise che vengono portate avanti in questa forma da oltre un decennio, fino ad arrivare perfino nei libri di scuola. Questo dovrebbe farci capire come gli ultimi sviluppi siano sorprendenti solo agli occhi di chi queste analisi non le ha mai lette con attenzione, ma che quanto viviamo oggi fosse in larga parte già previsto (e voluto) da chi ha fatto della propaganda la sua arma principale. Grazie alla propaganda ci sono Paesi – europei e non solo – spezzati, con popolazioni che votano su base più emozionale che razionale.
Nel rapporto di Texty leggiamo:
L’esistenza di una rete mondiale di organizzazioni russe e filo-russe, nonché di numerosi sostenitori di proiezioni politiche e culturali del cosiddetto “mondo russo”, non è certo un segreto.
In Italia questa rete è vivissima e dal 2022 è ulteriormente aumentata. Fare finta che non sia così significa tifare per la disinformazione.
Credo di avervi dato sufficiente materiale per approfondire e riflettere.
maicolengel at butac punto it
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L'articolo Un preoccupante aumento dei falsi report giornalistici proviene da Butac - Bufale Un Tanto Al Chilo.