Un sito web di disinformazione filorussa in Italia si sta facendo notare

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di Simone Fontana

Durante un discorso alla nazione pronunciato sabato 23 marzo 2024, il giorno dopo la strage alla sala concerti Crocus City Hall di Mosca, Vladimir Putin ha fatto riferimento a una possibile complicità dell’Ucraina nell’attentato costato la vita ad almeno 137 persone. Rivolgendosi ai cittadini russi, Putin non ha citato nemmeno una volta l’Isis – gruppo terroristico che pure aveva rivendicato l’azione – ma ha invece dichiarato che «secondo informazioni preliminari, [agli attentatori] era stato predisposto un varco dal lato ucraino per attraversare il confine».

Sorprendentemente, Putin non è stato il primo a parlare pubblicamente di un possibile coinvolgimento dell’Ucraina. Alle 20.55 del 22 marzo, quindi meno di tre ore dopo l’attacco terroristico alla sala concerti, il ventitreenne italiano Amedeo Avondet lo aveva anticipato, pubblicando su X un post che faceva esplicito riferimento a dei presunti «agenti ucraini» impegnati nell’azione terroristica. 

Ho parlato di agenti ucraini pronti a colpire alla tua trasmissione, mi hai deriso. Questo dice molto su chi sia il vero propagandista. https://t.co/NWCKA5Lk8W

— Amedeo Avondet (@AmedeoAvondet) March 22, 2024

Non un particolare di secondo piano, perché all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina Avondet è diventato una presenza costante nei talk show televisivi italiani, dove viene chiamato come interprete delle opinioni più esplicitamente filorusse e adagiate sulla propaganda del Cremlino. 

L’ascesa de Il Corrispondente
Negli ultimi mesi il nome di Amedeo Avondet è però circolato soprattutto in relazione a Il Corrispondente, sito web italiano di disinformazione filorussa che il 19 febbraio 2024 ha pubblicato un articolo intitolato “I traditori non vivono a lungo”, che rivelava come l’uomo ucciso pochi giorni prima alle porte di Alicante, in Spagna, fosse in realtà Maxim Kuzminov, un pilota russo che aveva disertato in Ucraina con il suo elicottero. In quella circostanza il piccolo sito web legato ad Avondet aveva bruciato la concorrenza di qualsiasi testata internazionale, ottenendo uno scoop citato persino dall’agenzia stampa russa Tass e una discreta dose di esposizione mediatica.

Nelle ore successive all’attacco terroristico di Mosca, Il Corrispondente è tornato a far parlare di sé, con un articolo scritto – ma non firmato, proprio come tutti gli altri presenti sul sito – da Avondet, che descrive Kiev come «direttamente responsabile del massacro del Krokus». Come rilevato dal ricercatore dell’università di Barcellona Matteo Pugliese, che lavora sui temi della sicurezza internazionale, minaccia ibrida e disinformazione, l’articolo è stato utilizzato anche all’interno di una campagna coordinata di bot volta a incolpare l’Ucraina dell’attentato e che reindirizzava proprio allo scritto di Avondet.

I servizi russi hanno appena scatenato una tempesta di bot (account falsi) creati adesso (marzo 2024) che veicolano tutti la stessa disinformazione per incolpare l’#Ucraina dell’attentato di #Mosca, è un’operazione di Coordinated Inauthentic Behaviour da manuale.
In italiano. pic.twitter.com/0hor9HwZea

— Matteo Pugliese (@MatteoPugliese) March 23, 2024

La singolare contiguità tra Avondet e gli ambienti della propaganda russa ha portato diverse testate italiane a descrivere Il Corrispondente come un’emanazione diretta della volontà del Cremlino in Italia e a interrogarsi circa il reale ruolo di Avondet nella macchina del Cremlino. Avondet ha sempre smentito ipotesi di questo tipo. 

Chi è Amedeo Avondet
Ma facciamo un passo indietro. La militanza politica di Avondet è iniziata nel 2019 tra le file di Fratelli d’Italia, dove appena diciottenne ha contribuito a fondare “Giovani Patrioti”, movimento giovanile affiliato al coordinamento regionale piemontese del partito guidato da Giorgia Meloni. 

Il 17 marzo 2021 Avondet aveva persino ufficializzato su Facebook la sua candidatura al consiglio della Circoscrizione otto di Torino, in vista delle elezioni comunali, ma il progetto non è mai andato in porto. Secondo la stampa locale, l’esclusione dalle liste di Fratelli d’Italia sarebbe stata motivata da un caso di «sessismo», scoppiato dopo la pubblicazione di alcune chat private contenenti le foto di una compagna di università, ma secondo lo stesso Avondet si sarebbe in realtà trattato di un semplice «passo indietro», deciso spontaneamente. Commentando la vicenda su X il fondatore del partito Guido Crosetto ha dichiarato: «Mi risulta che lui avesse fatto i volantini ma che non fosse stato candidato. Perché fu messo un veto. Una volta “inquadrato”». In ogni caso, Avondet risulta attivo nelle iniziative di Fratelli d’Italia almeno fino al 17 febbraio 2022, a pochi giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

Intervistato ad aprile 2022 dalla testata russa Dailystorm, Avondet ha raccontato di essere stato l’assistente di un parlamentare europeo di Fratelli d’Italia. Sul suo profilo Facebook, in effetti, restano tracce di una collaborazione con l’eurodeputato Pietro Fiocchi. Avondet ha inoltre detto di aver contribuito alla creazione in Piemonte di «una specie di ambasciate di Donetsk e Lugansk» (le due regioni ucraine autoproclamatesi indipendenti e annesse illegalmente dalla Russia), insieme al «capo regionale» di Fratelli d’Italia, nonché al tempo «console onorario della Bielorussia», Fabrizio Comba, e a un «assessore della Regione Piemonte, volato nel Donbass per sostenere i soldati russi». Qui il riferimento è a Maurizio Marrone, assessore regionale alle Politiche sociali, con una documentata passione per la Russia di Putin.

I contatti con la propaganda russa
Avondet ha guadagnato l’attenzione dei media russi e italiani solo a partire dal maggio 2022, dopo aver contribuito all’organizzazione di una manifestazione pro-Russia andata in scena a Torino. L’evento, intitolato “Verità per il Donbass”, ha visto la partecipazione dei movimenti Italexit, Pro Italia, Ancora Italia, Fronte del Dissenso e Liberiamo l’Italia, tutte sigle molto attive durante le proteste contro il green pass. L’organizzazione aveva anche promesso l’intervento di «giornalisti e ospiti internazionali».

Immagine 1. La locandina della manifestazione “Verità per il Donbass” 
La locandina della manifestazione “Verità per il Donbass”

La testimonianza più attesa al raduno era quella di Irina Elifyorova, vice segretaria della sezione di Mosca del partito “Russia Unita” e capo del dipartimento Agitazione e Propaganda, che ha partecipato alla manifestazione con un messaggio inviato dalla Russia. Benché non ne risulti ufficialmente iscritto, Vladimir Putin è di fatto il leader di Russia Unita, come ha confermato a più riprese lo stesso Putin.

Il giorno successivo, la notizia della manifestazione a Torino era stata battuta dall’agenzia di Stato russa Ria Novosti, che aveva parlato di «vari gruppi antigovernativi» e «diverse decine di persone» scese in piazza per manifestare «sostegno alla minoranza di lingua russa, barbaramente repressa dal regime di Kiev dopo Maidan», ed è stata ripresa da numerosi mezzi di comunicazione russofoni. Tra questi anche Izvestia, testata nata nel 1917 e diventata oggi l’organo di partito di “Russia Unita”, che grazie all’intercessione di Elifyorova ha potuto intervistare Avondet.

Nell’intervista (qui completa di sottotitoli in italiano), Avondet aveva raccontato che ​​«circa il 30 percento degli italiani sostiene la Russia», di essersi reso conto che «c’è il nazismo in Ucraina» e che i manifestanti di Torino si sono imbattuti in una contro-manifestazione a favore dell’Ucraina senza ricevere alcuna protezione da parte delle forze dell’ordine a causa di «un ordine arrivato dal governo». Dopo l’intervista, Avondet ha ringraziato pubblicamente in russo Elifyorova, aggiungendo che «niente di quello che ho fatto sarebbe stato possibile senza l’aiuto della “Russia Unita” di Mosca».

Il 15 giugno 2022, Avondet era stato ricevuto «su sua richiesta» nella sede dell’ambasciata russa a Roma dal Primo Consigliere dell’ambasciata Mikhail Rossiyskiy e dalla portavoce Valentina Sokolova. In quella circostanza Avondet si era presentato ufficialmente come il «leader di Italia Unita» e aveva ribadito la necessità di rafforzare «la storica amicizia» tra Russia e Italia, possibilmente eliminando le sanzioni che gravano su Mosca. A dicembre dello stesso anno, l’ormai lanciatissimo Avondet era infine stato protagonista di un tour alla Duma di Stato – il parlamento russo – dove aveva ricevuto «i ringraziamenti ufficiali per l’attività finora svolta».

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