Usa, la Corte Suprema mette nel mirino l’immunità delle big tech

1 year ago 47

La Corte Suprema Usa mette nel mirino le big tech. Nei prossimi giorni prenderà il via l’esame di una legge di 27 anni fa che protegge i giganti del web da azioni legali e penali per i contenuti pubblicati dai loro utenti.

Cosa prevede la norma

Promulgata nel 1996, la legge 230 – considerata inviolabile da aziende come Instagram, Twitter, Youtube e Wikipedia – assimila le piattaforme semplicemente dei contenitori. Dando loro una immunità di fatto.
L’idea dietro al provvedimento era quella di proteggere l’allora embrionale mondo di Internet da cause legali a cascata e consentirgli di prosperare, incoraggiando al contempo le aziende del web di moderare i propri contenuti.

All’epoca la maggior parte dell’attenzione era rivolta ai contenuti sessuali, ma con il passare del tempo sul web sono cominciati ad arrivare altri pericoli come l’estremismo jihadista, i crimini d’odio, la violenza in genere.
E infatti, in due udienze, martedì e mercoledì, i massimi giudici americani ascolteranno le argomentazioni portate dai familiari delle vittime di alcuni attacchi terroristici che accusano Google e Twitter di aver “aiutato” l’Isis pubblicandone la propaganda.

Criticata anche da Trump

Sono 28 gli Stati che hanno chiesto alla Corte Suprema di rivedere la legge che protegge i giganti del web. A metà 2020, tra l’altro, l’allora presidente Usa, Donald Trump, aveva puntato il dito contro la stessa norma, accusando i social di assumere posizioni editoriali, con i loro interventi sui post pubblicti dagli utenti.

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