VERTENZA GLS NAZIONALE:TEMI, NEXTLOG E GLS SMASCHERATE E SBUGIARDATE ANCHE IN PARLAMENTO!!

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⛔⛔⛔ L’ITL HA ACCERTATO CHE NEI MAGAZZINI DI NAPOLI SI LAVORAVA AL NERO!!!
Ieri mattina si è svolta alla camera un’ interrogazione parlamentare presentata dal deputato 5 stelle Dario Stipa Carotenuto avente ad oggetto i licenziati Nextlog -Temi- GLS.
Pur ritenendo da sempre che le aule parlamentari o di tribunale non possano mai sostituire o surrogare la lotta e il protagonismo diretto dei lavoratori, riconosciamo a questo deputato il coraggio di aver portato fin dentro la “stanza dei bottoni” la voce dei licenziati GLS e della battaglia che come SI Cobas stiamo portando avanti da 4 mesi per esigerne il reintegro, contribuendo altresì a smascherare definitivamente, e come si vedrà in maniera clamorosa, i “fantasmi nell’armadio” di TEMI: un coraggio che invece latita in quelle sedicenti opposizioni di “centrosinistra” (PD e AVS), le quali in tutto questo tempo si sono ben guardate dal prendere posizione su questa vicenda, con ció dimostrando ancora una volta la loro natura di comitato d’affari del grande capitale.
La relazione di Stipa Carotenuto, che pubblichiamo, sintetizza in maniera precisa e puntuale tutto l’iter di questa dura battaglia, l’ipocrita retorica di Francesco Tavassi sulle virtù del suo “modello imprenditoriale”, i profitti da capogiro registrati da TEMI e GLS e, di converso, la situazione di schiavitú dei lavoratori e l’infame rappresaglia nei confronti di chi si è trovato in mezzo a una strada solo per aver “osato” denunciare pubblicamente il sistema -Tavassi e le proprie condizioni di lavoro insostenibili.
Il contenuto dell’interpellanza è andato ben oltre il caso napoletano, ricollegando i licenziamenti al più generale conflitto che vede da mesi contrapposti GLS e il SI Cobas a livello nazionale, laddove la multinazionale del gruppo Royal Mail con l’alibi di una presunta crisi di fatturato sta tentando in tutti i modi di cancellare le conquiste salariali strappate con gli accordi di secondo livello e di ridimensionare il peso e il ruolo del sindacalismo di base nei magazzini.
Ma il vero e proprio “colpo di scena” scaturito da questa interrogazione parlamentare è arrivato nel momento in cui il sottosegretario di stato Claudio Barbaro, nella replica a nome del governo, ha riferito che già a dicembre 2024 l’ITL di Napoli, durante un controllo ispettivo in TEMI, ha scoperto che quest’ ultima attraverso Nextlog faceva uso di lavoratori al nero all’interno dei magazzini GLS!!!
Le dichiarazioni del sottosegretario (basate su atti ufficiali e non certo su opinioni) smascherano una volta per tutte le menzogne che Temi e Nextlog hanno avuto il coraggio di raccontare persino in sede Prefettizia: infatti, durante uno dei numerosi tavoli convocati dal prefetto Di Bari nelle settimane più calde di lotta fuori ai cancelli, i padroni avevano affermato che durante i controlli ispettivi dell’ITL sui magazzini GLS di via Ferrante Imparato e Frattamaggiore, non era stata riscontrata nessuna irregolarità.
Questo castello di bugie dovrebbe far riflettere la stessa Prefettura di Napoli sulla credibilità e sull’affidabilità di chi ha mentito persino in sede istituzionale, giustificando i 58 licenziamenti con presunte violazioni dell'”obbligo di fedeltà aziendale”, (Nextlog) o presentandosi come “vittima innocente di una campagna denigratoria” (Tavassi) per poi essere colti con le mani nel sacco quali artefici di un sistema di sfruttamento fondato sul lavoro nero e sull’interposizione illecita di manodopera!!!
Ma l’evidenza dei fatti emersi alla camera dei deputati smaschera anche e soprattutto il ruolo servile e supino svolto dalla Questura di Napoli e dalla Digos, i quali per oltre due mesi hanno svolto il ruolo di cani da guardia di Francesco Tavassi, attaccando i picchetti e terrorizzando i lavoratori in sciopero con un pressing psicologico teso ad equiparare la lotta sindacale a un atto criminale, e (come di consueto) colpendo i coordinatori del SI Cobas con fermi e denunce: tutto ciò pur di consentire ai loro “compagni di merende” di continuare indisturbati a fare profitti sulla pelle e sul sangue degli operai.
Tale condotta, che è perfettamente in linea con la repressione che da anni si accanisce contro le lotte del SI Cobas nei magazzini di tutta Italia, a Napoli rappresenta un fatto senza precedenti in vertenze che hanno ad oggetto licenziamenti di massa: in tanti anni di scioperi e di picchetti fuori ai cancelli (in alcuni casi anche più duri di quelli avvenuti sui magazzini TEMI-GLS), mai abbiamo assistito a un’azione così ossessiva, minuziosa e pressante da parte delle forze dell’ordine, giunta al punto di presidiare h/24, e per settimane, i cancelli di via Ferrante Imparato allo scopo di neutralizzare sul nascere la protesta, in pratica un servizio di security privata pagato con denaro pubblico…
Evidentemente il grado di repressione delle lotte sindacali è direttamente proporzionale al peso, alla potenza economica e agli “agganci” politici del padrone di turno, e quando in gioco ci sono i profitti del gruppo Tavassi, gli ordini dall’alto sono di adottare la “tolleranza zero” verso i lavoratori!
D’altronde, non si spiega in altro modo la renitenza dei funzionari della Questura nel procedere d’ufficio nei confronti della TEMI pur avendo innumerevoli volte ascoltato le denunce dei lavoratori durante le iniziative di sciopero, con tanto di prove documentate delle innumerevoli violazioni e illegalità compiute nei magazzini TEMI.
Dunque ancora una volta, gli “umili servitori dello stato” si confermano leoni con gli operai e pecore con i capitalisti, pronti a reprimere e denunciare chi alza la testa per rivendicare diritti che (solo formalmente) sono previsti dalla legge, dalla “costituzione più bella del mondo” e dai contratti collettivi nazionali, ma che in realtà sono carta straccia di fronte all’unica legge che vale davvero nello stato borghese: quella del profitto e dello sfruttamento senza limiti.
Detto in soldoni: alla GLS di Napoli lo stato ha applicato “de facto” contro i licenziati il nuovo DDL- Sicurezza prim’ancora che questo venga approvato in parlamento: e i padroni sfruttatori ed evasori seriali ringraziano per il servigio reso!
Quest’opera di criminalizzazione dello sciopero, unita al pressing padronale e alla disperazione per la persistente mancanza di un reddito per vivere (ad oggi Nextlog e le agenzie di somministrazione legate a TEMI non hanno ancora erogato neanche l’intero importo del TFR!) ha portato una parte dei licenziati a cedere al ricatto e ad accettare le conciliazioni-capestro proposte dai padroni.
Ma fortunatamente, non tutti i licenziati si sono arresi: lo dimostra il fatto che questi ultimi solo una settimana fa, durante lo sciopero nazionale del SI Cobas, hanno dimostrato fuori ai cancelli GLS di Marcianise che continuano a testa alta a lottare per il reintegro e non accettano di svendere i loro diritti e la loro dignità per un piatto di minestra!
L’interrogazione parlamentare di ieri dimostra a chi finge di non vedere che questi operai hanno ragione, che sono dalla parte giusta della storia!!!
E conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che di fronte al fascismo che avanza il SI Cobas rappresenta in Italia il più credibile baluardo a difesa delle istanze dei lavoratori e di tutti gli sfruttati!
Facciamo appello a tutti i lavoratori che in questi anni hanno subito i soprusi del “sistema- Tavassi” all’interno dei magazzini di Napoli, a mettere da parte ogni forma di paura e di omertà, e di unirsi alla battaglia dei licenziati per dire definitivamente basta con la precarietà, il lavoro nero, il caporalato e i turni massacranti.
Reintegro immediato per i licenziati TEMI-GLS!
SI COBAS NAZIONALE

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