Si può guidare o no l’auto intestata a un proprio familiare?

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Il 19 marzo 2024 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un articolo dal titolo “Auto intestata a un familiare: la nuova legge è ufficiale. Non puoi guidarla ti sequestrano il mezzo”. Si tratta di un articolo del blog Autoruote4x4 che descrive le presunte regole da rispettare se si vuole guidare un auto di cui non si è proprietari.

Ma cosa c’è di vero in questa affermazione?

Innanzitutto precisiamo che, a differenza di quanto riportato nel titolo, non è stata ancora approvata nessuna nuova legge del Codice della Strada o che regoli la proprietà degli autoveicoli e il suo trasferimento. Attualmente la Camera dei deputati sta discutendo il disegno di legge denominato “Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285” ma, come spiegato dai colleghi di Pagella Politica, il testo dovrà essere approvato anche dal Senato nella stessa versione e comunque non entrerà subito in vigore. Il testo infatti delega il governo a riformare alcune norme sulla circolazione stradale, tracciando i principi generali da seguire. Tra l’altro, non risultano esserci indicazioni e proposte di modifica degli articoli che regolano la possibilità di guidare un veicolo di cui non si è intestatari.

Nel testo dell’articolo oggetto di verifica si legge che «la vettura di un’altra persona, che sia un tuo parente o un tuo amico si può guidare, ma ad una condizione, ovvero che il periodo durante il quale viene utilizzata l’automobile in questione non sia superiore a 30 giorni». 

Secondo l’attuale Codice della Strada, articolo 94, comma 4-bis, se una persona diversa dall’intestatario della carta di circolazione guida il veicolo in questione per un periodo superiore a trenta giorni, è obbligatorio segnalare il nome di questa persona presso il Dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi, la quale verrà inserita all’interno del libretto di circolazione. Una nota del ministero dell’Interno del 2014 ha però precisato che questa procedura non è obbligatoria per i familiari con la stessa residenza, mentre il limite di 30 giorni vale se il parente ha residenza diversa dal parente intestatario.

L’articolo analizzato conclude segnalando quelle che sono le pene previste in caso non vengano rispettati gli obblighi: «la multa varia dai 728 ai 3636 euro, e verrebbe ritirata la carta di circolazione. Soprattutto però in situazioni del genere il rischio più grande riguarda il sequestro del mezzo». In realtà, il Codice della strada non prevede il sequestro del mezzo nel caso in cui non si rispettino gli obblighi previsti dall’articolo 94. Se però la persona a cui è stata sospesa la carta di circolazione continua a viaggiare con lo stesso veicolo, recita il comma 6 dell’articolo 217 del Codice della strada, si applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da tre a dodici mesi e, in caso di reiterazione delle violazioni, la confisca amministrativa del veicolo.  

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